20 Gennaio 2024 - 10:30:17

di Martina Colabianchi

Una nuova delibera approvata dalla giunta regionale il 28 dicembre scorso torna ad agitare le acque sul fronte Gran Sasso e valorizzazione della montagna.

L’atto certificherebbe il passaggio di tutto il sistema montano, nei suoi 33.995 ettari, da Sito di interesse comunitario (Sic) a Zona speciale di conservazione (Zsc), quindi includendo l’intera area tra quelle in cui è previsto il massimo grado di protezione ambientale.

La delibera, che arriva in un periodo già molto travagliato per il Centro Turistico del Gran Sasso, rischia secondo molti di compromettere il completo sviluppo della zona sia per quanto riguarda gli impianti da sci, sia per tutte le attività che ruotano attorno alla montagna come sentieri per le escursioni o piste per le bici. Soprattutto, l’atto impone che tutti gli interventi che si intendano realizzare nell’area vengano sottoposti a valutazioni di incidenza ambientale in modo molto più specifico.

Nonostante le rassicurazioni che arrivano dalla giunta regionale, il consigliere comunale con delega alla Montagna, Luigi Faccia, ascoltato dalla nostra redazione, si dice abbastanza preoccupato dalla vicenda:

La situazione si complica perché la Zona speciale di conservazione è l’ultimo step per l’entrata in funzione della Rete Natura 2000. La cosa che fa pensare è che l’intera area del Sic, con i suoi 33.995 ettari, venga trasformata in Zsc. La cosa che mi fa sorridere è che, secondo Natura 2000, a rientrarvi dovrebbero essere zone con particolari valenze ambientali, ma basti pensare alla Fossa di Paganica per capire che includere tutta l’area del Gran Sasso della Zsc non ha senso“.

Le attività che ruotano intorno allo sviluppo turistico corrono dei rischi, a causa delle valutazioni di incidenza ambientale che saranno più specifiche – continua Faccia -. Si parla di valutazioni sito-specifiche, quindi per andare a costruire un rifugio, ad esempio, si va a controllare ogni singolo aspetto della biodiversità, andando così a rallentare tutto l’iter necessario. L’imprenditoria che volesse poggiare il piede sul Gran Sasso si trova, spesso, davanti a un muro: basti pensare che per fare la telecabina che porta dalla Scindarella alla Fossa di Paganica, ci abbiamo messo sei anni per ottenere le autorizzazioni. Quindi l’imprenditore che voglia subentrare al Centro Turistico si trova di fronte un muro ideologico difficile da scardinare“.