08 Febbraio 2024 - 12:08:50
di Redazione
Torneranno a protestare, giovedì 22 febbraio alle 10, sotto la sede della direzione amministrativa della Asl in via Saragat, i sindacati dei medici Fimmg, Smi, Snami e la Cgil, a causa del mancato reintegro dei medici di medicina generale andati in pensione all’interno dei Nuclei di cure primarie che assistono oggi circa 50 mila pazienti con apertura 8-20.
Ad annunciare una nuova mobilitazione, stamattina, il segretario provinciale Fimmg Vito Albano, il segretario provinciale Smi Guido Iapadre e il segretario provinciale della Cgil Francesco Marrelli nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nei locali del Nucleo di cure “Collemaggio”, in via Avezzano.
Una scelta non fatta a caso, dal momento che il Nucleo di via Avezzano ha visto in quest’ultimo anno un dimezzamento dei medici di base (da 10 a 5 ) a causa dei pensionamenti, e neppure un reintegro.
Altri pensionamenti sono previsti entro la fine dell’anno all’interno del Nucleo del centro commerciale Agorà che da 15 medici di base è già sceso a 9.
Una lotta, quella dei medici di base, che dura ormai da due anni, nonostante le undicimila firme raccolte a sostegno dei Nuclei e i numerosi incontri con la dirigenza Asl e in Regione. La nuova manifestazione, spiegano i sindacati, alla quale sono chiamati a partecipare tutti i cittadini e tutte le cittadine “è una lotta per il diritto alla salute e per il futuro della sanità pubblica, universale e gratuita”.
Il mancato reintegro dei medici, denunciano ancora, porterà alla graduale chiusura dei Nuclei con conseguenze importanti sull’assistenza sanitaria della popolazione e sui livelli occupazionali dei Nuclei stessi, nei quali sono impiegati personale infermieristico e amministrativo, oltre ai medici.
“La Asl continua a mantenere una posizione rigida e unica in Abruzzo, contraria alla sostituzione dei medici di famiglia andati in pensione all’interno delle forme associative dei Nuclei che garantiscono una serie di servizi aggiuntivi rispetto al singolo medico di famiglia, e cioè l’apertura dello studio h12 e la presenza di personale infermieristico e di segreteria – ha commentato Iapadre – Una delle motivazioni che accampa la Asl è che siamo alla vigilia di nuove forme associative che sono previste sia dagli accordi nazionali della medicina generale e sia dal Pnrr. Mi riferisco alle Unità complesse di cure primarie e alle Case di comunità. Noi siamo in attesa e saremmo contenti che si arrivi alle nuove forme associative. Quello che chiediamo è tuttavia di mantenere lo stato attuale fino all’introduzione delle nuove forme. L’assurdo è proprio questo. Non possiamo ridurre le attività e magari chiuderle, per poi riprenderle in forma più ampia”.
“Non ci arrenderemo – ha affermato Albano – Le nostre prossime mosse saranno serrate. Vogliamo coinvolgere il più possibile la popolazione con volantinaggi ad hoc, un’assemblea pubblica in cui inviteremo le forze politiche e la Asl a confrontarsi sulla questione e poi manifesteremo sotto la Asl il 22 febbraio prossimo. Il problema è ora la sopravvivenza di questo servizio e dell’assistenza ai cittadini. La Asl dice che integreranno i medici per mantenere il livello minimo. La verità è che se 4 medici massimalisti vanno in pensione, sono 6 mila pazienti che dovranno iscriversi ad altri medici che non entreranno nel Nucleo perché non gli è permesso. Saranno quindi 6 mila i pazienti che non usufruiranno più del servizio dei Nuclei. Quando i medici vanno in pensione diventa sempre più difficile sostenere economicamente il Nucleo. I subentri, è bene sottolinearlo nuovamente, avvengono ad invarianza di spesa per la Asl”.
Presente alla conferenza stampa anche l’ex sindaco Massimo Cialente, medico e, a sua volta, assistito di un medico di medicina generale.
“Parlo da ex sindaco, da ex medico e da utente – ha precisato – Da sindaco e da medico ho seguito tutta l’evoluzione della medicina territoriale. I Nuclei sono un primo step che porta di fatto alle Case della salute. Sono il luogo in cui i medici di base assicurano un’assistenza di 12 ore. Un servizio fondamentale che accelera di molto le pratiche burocratiche cui i colleghi sono costretti, ma soprattutto che alleggerisce il lavoro del pronto soccorso. Da utente, sono iscritto presso un medico che non riesce ad entrare nel Nucleo per cui, tendo a curarmi da me, ma tutte le altre persone sono vittime di una gravissima situazione. Questo accade perché nessuno mette quella firma, facendo una scelta politica decisiva”.