14 Febbraio 2024 - 12:30:41

di Martina Colabianchi

Sette persone, cinque uomini e due donne, sono finite in carcere con l’accusa di aver commesso o tentato ben 36 furti in abitazioni fino al marzo 2023.

Tra le regioni interessate c’è anche l’Abruzzo e, più precisamente, il comune di Bucchianico in provincia di Chieti. Le altre regioni coinvolte sono Campania, Lazio, Marche, Molise, Emilia Romagna, Toscana e Umbria. I furti sarebbero fruttati ai malfattori oltre 200 mila euro.

È il risultato dell’operazione “Sorgente” eseguita dai carabinieri delle Compagnie di Osimo (Ancona) e Frascati (Roma). L’ordinanza di custodia emessa dal gip di Ancona è stata eseguita nell’ambito della città metropolitana di Roma (a Roma, Zagarolo e Velletri) a carico dei sette indagati (tre sono croati): quattro sono stati arrestati nelle rispettive abitazioni e associati alle Case Circondariali di Roma Rebibbia e Regina Coeli; agli altri tre la misura è stata notificata in carcere, dov’erano già detenuti per altra causa.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura di Ancona e condotta dalla Stazione Carabinieri di Numana, è iniziata nell’ottobre 2022 dopo due furti commessi a Sirolo (Ancona). Gli indagati, tutti dimoranti nell’hinterland romano, erano organizzati in due distinte batterie e si avvalevano di veicoli intestati a terze persone estranee ai fatti; raggiungevano le località prescelte per individuare abitazioni o casolari da
depredare che, prevalentemente, sorgevano in aree isolate o periferiche. Dopo un breve sopralluogo per escludere la presenza dei residenti, gli indagati si introducevano di giorno nelle abitazioni, mediante l’effrazione degli infissi, e in pochi minuti arraffavano beni e denaro. In diverse occasioni avevano asportato casseforti poi abbandonate e rinvenute dai Carabinieri. Le incursioni itineranti, anche in più regioni, potevano protrarsi per giorni.

Nel febbraio 2023, a Narni (Terni), i membri di una batteria, inseguiti dai Carabinieri di Terni e Rieti, avevano abbandonato e incendiato l’auto usata ed erano scappati tra i boschi. Contro l’ordinanza di custodia disposta in sede d’indagini preliminari è ovviamente ammessa l’impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.