20 Febbraio 2024 - 12:33:48
di Redazione
Giovedì 22 febbraio alle 10 i sindacati Fimmg Smi Snami e Cgil scenderanno di nuovo in piazza per difendere i Nuclei di cure primarie aquilani che rischiano la chiusura a causa del mancato ricambio dei medici di medicina generale andati in pensione.
Il sit in è organizzato sotto la sede amministrativa della Asl in via Saragat.
“Con atti aziendali di programmazione pubblici, infatti, si sta determinando la sostanziale chiusura dei Nuclei di Cure Primarie e, di conseguenza, un abbassamento dello standard dei servizi essenziali per tutti i cittadini e le cittadine, con un unico scopo: fare cassa sui bisogni primari della collettività – affermano i sindacati – Noi non possiamo accettarlo”.
“Non possiamo e non vogliamo accettare un’involuzione della sanità pubblica territoriale, rinunciando ai Nuclei di Cure Primarie per come li abbiamo conosciuti dal 2007 ad oggi e per come immaginiamo debbano, invece, continuare a progredire – aggiungono – Non possiamo e non vogliamo accettare che venga compromesso il servizio dei Nuclei di Cure Primarie, un servizio attivo per ben dodici ore al giorno, con la costante presenza di personale medico, infermieristico e amministrativo qualificato, un servizio che fornisce assistenza diretta a circa cinquantamila cittadini e cittadine, un servizio che contribuisce al potenziamento di una sanità nazionale e territoriale di qualità, pubblica, universale, gratuita, equa e vicina alla vita reale e ai bisogni delle persone”.
“Per tutto questo saremo di nuovo in piazza a manifestare, cercando il modo di farci ascoltare, con la mobilitazione necessaria di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, per difendere i Nuclei di Cure Primarie, e cioè un presidio di modernità, efficienza e, soprattutto, di giustizia sociale – concludono – Non ci faremo togliere ciò che di diritto è nostro: lavoro e salute”.
Aderiranno alla manifestazione Stefano Albano e Nello Avellani, rispettivamente capogruppo al Consiglio comunale dell’Aquila e segretario cittadino del Partito democratico.
“Dalla pandemia il centrodestra non sembra aver imparato la lezione, che dovrebbe suggerire di invertire il rapporto tra ospedale e medicina del territorio, promuovendo servizi e prestazioni di prossimità per il cittadino facendo sì che si snelliscano le liste d’attesa e si decongestionino i nosocomi. All’aquila si fa il contrario, sia rispetto ai presidi esistenti – tanto è vero che i nuclei di cure primarie sono a rischio chiusura perché la Asl non consente la sostituzione dei medici andati in pensione con i nuovi professionisti – sia rispetto alla programmazione futura considerando che, contravvenendo al Dm 77, la Casa di comunità è stata localizzata all’interno del San Salvatore”, affermano.
“Se da un lato, dunque, assistiamo a un’assenza di pianificazione, dall’altro le decisioni vengono assunte senza alcuna concertazione, a partire dalle scelte sull’utilizzo dei fondi del Pnrr”, aggiungono Albano e Avellani, che ricordano come “abbiamo anche richiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario sul tema della sanità, fissato per lunedì prossimo, 26 febbraio alle ore 15,00, sulla base di un ordine del giorno condiviso con tutti i gruppi di minoranza che illustreremo alla stampa venerdì mattina”.
“Abbiamo risposto all’appello dei sindacati e degli operatori partecipando all’assemblea della scorsa settimana”, concludono, “nella convinzione che vadano modificati tutti gli atti con cui la Asl di fatto impedisce la sostituzione dei medici in quiescenza. Caso unico in Abruzzo, se si considera che nelle altre province i subentri sono continui e con cadenza periodica in modo da assicurare sempre lo stesso livello di assistenza e migliorare il servizio prestato ai pazienti”.
Anche Sinistra Italiana L’Aquila comunica la sua adesione alla manifestazione del 22 febbraio:
“Sinistra Italiana L’Aquila condivide le preoccupazioni espresse dai segretari FIMMG, SNAMI, SMI e CGIL, circa la problematica della sostituzione dei pensionati dei Nuclei di Cure Primarie ed aderisce alla mobilitazione di giovedì 22 marzo alle ore 10 davanti la sede della Direzione Generale della ASL 1 Abruzzo. Gli anni della pandemia, a conferma di ciò che sosteniamo da sempre, ci hanno dimostrato il valore di una efficiente ed efficace medicina territoriale che permette sia una maggior vicinanza tra medico e cittadino sia un miglior filtro atto a non intasare i già sovraccarichi presidi ospedalieri, a partire dai pronto soccorso. La Regione Abruzzo, sempre molto distratta per quanto riguarda la provincia di L’Aquila, si svegli dal torpore che la caratterizza e ponga in essere tutti gli atti per disbrigare la matassa burocratica che si è generata sulla vicenda Nuclei Cure Primarie; la governance della ASL 1 Abruzzo ricordi che le funzioni delle Aziende Sanitarie Locali sono quelle di azione e prevenzione, cura e riabilitazione e non sono quelle di generare risparmi tagliando le prestazioni: un medico pensionato va sostituito con un nuovo medico e non con un segno “+” in bilancio, per i segni “+” in bilancio si percorrano altre strade e possibilmente non sulla pelle dei soliti poveri cristi”.
“Perdere i Nuclei di Cura Primaria all’Aquila vuol dire depotenziare ulteriormente la sanità del territorio e limitare, in maniera arbitraria e quindi voluta, il diritto di accesso alle cure dei cittadini. Una scelta inaccettabile e incomprensibile che graverebbe sulla nostra collettività e che abbiamo il dovere di scongiurare ad ogni costo. Come ho fatto più e più volte, anche il 22 febbraio, nell’ambito della manifestazione organizzata da FIMMG, SMI, SNAMI e CGIL, sarò sotto la sede della Direzione Strategica della ASL1 all’Aquila per ribadire la mia contrarietà alla chiusura degli NCP, un servizio essenziale che, invece di essere messo da parte, andrebbe rinforzato e reso centrale all’interno della rete della medicina del territorio“.
Ad affermarlo è Giorgio Fedele, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che annuncia così anche la sua adesione al sit-in sotto la sede della Asl.
“I Nuclei di Cura Primaria – prosegue – garantiscono un servizio assistenziale di dodici ore al giorno che sarebbe assurdo dover perdere: potrebbero anche eseguire esami diagnostici di primo livello, se solo fossero messi nelle condizioni di farlo e, con le lunghe liste d’attesa che gravano sui nostri presidi pubblici, rappresenterebbero un’alternativa importante cui i cittadini potrebbero ricorrere. Non solo, ma avrebbero anche l’importante ruolo di deflazionare gli accessi ai Pronto Soccorso per tutte quelle prestazioni che non sono erogate in emergenza urgenza – come i codici verdi o bianchi – per le quali i cittadini, non trovando risposta nella medicina territoriale, sono costretti a ricorrere ai presidi ospedalieri finendo così per intasarli. Perderli equivarrebbe a compiere un brutto e pericoloso passo indietro all’interno di un sistema sanitario come quello aquilano reso già fragile dalle scellerate politiche di centrodestra di questi anni che portano la firma dell’Assessore Verì, del Presidente Marsilio e della Direzione Generale dell’azienda guidata da Ferdinando Romano. La sanità va potenziata e non tagliata. I servizi ai cittadini vanno garantiti e non limitati“.
Anche Attilio D’Andrea, coordinatore M5S provincia dell’Aquila e candidato Consigliere alle prossime elezioni Regionali sostiene la manifestazione.
“A distanza di 20 gironi si torna di nuovo a manifestare contro la disastrosa politica fatta sulla Sanità in questo quinquennio di gestione Marsilio, in special modo nelle aree interne, dove il diritto costituzionale alla Salute è sempre più un miraggio. C’erano 2000 firme raccolte in pochissimi giorni dai cittadini che vivono nei territori dell’Alto Sangro e del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise ai quali è stato tolto il medico sull’ambulanza e per i quali è stato pensato di ricorrere al supporto dell’esercito per garantire il primo soccorso, certificando cosi uno stato di emergenza al quale quali si è arrivati proprio dalla gestione scellerata della sanita pubblica. Domani sarò di nuovo a l’Aquila nel piazzale antistante la direzione generale della ASL 1 alle ore 10, alla manifestazione organizzata dalla CGIL, che ringrazio vivamente per l’invito, per dire No all’ennesima misura che corre in direzione opposta, a quella che deve essere la medicina territoriale, ovvero la sostanziale chiusura dei Nuclei di Cure Primarie che sta determinando la Asl in provincia dell’Aquila, non sostituendo i medici che vanno in pensione impegnati negli stessi”, afferma.
“Un servizio che va avanti dal 2007 e che ha fatto da predecessore alle Case di Comunità che oggi vediamo previste nel PNRR per avvicinare i servizi sanitari al cittadino, e che invece questa politica miope del centro destra sta sovrapponendo negli ospedali dell’Aquila e di Sulmona – prosegue – Un’ attività di 12 ore al giorno, offerta dai Nuclei di Cure Primarie, a cui oggi fanno ricorso circa 50 mila cittadini, utile a potenziare proprio quel servizio di medicina territoriale che il Covid ci ha insegnato, è l’unica strada percorribile per garantire un servizio equo di diritto alla salute, ma al quale dovranno rinunciare se chi oggi ha potere decisionale, non torna sui propri passi. Il Presidente Marsilio parla di Modello Abruzzo da esportare, quello della Sanità abruzzese, ma i dati confermano quanto i cittadini vivono quotidianamente sulla propria pelle: le liste di attesa per visite specialistiche spesso superano l’anno, una mobilità passiva che pesa a tutta la collettività circa 90 milioni di euro l’anno e il 36% dei cittadini, appartenenti alle classi sociali più deboli, hanno rinunciato a curarsi. Questi sono solo alcuni esempi delle condizioni in cui è stata ridotta la sanità “modello Abruzzo” che dovrebbero adottare le atre regioni; mi auguro davvero di no per loro e mi auspico che il prossimo 10 Marzo i cittadini abruzzesi scelgano di voltare pagina”.