10 Febbraio 2024 - 16:10:31

di Redazione

Non si ferma la battaglia per salvare i nuclei di cure primarie dell’Aquila, gli studi associati dei medici di famiglia che rischiano di chiudere a causa del mancato reintegro dei medici andati in pensione.

In vista della prossima manifestazione, giovedì 22 febbraio alle 10, sotto la sede della direzione amministrativa della Asl in via Saragat, medici e personale amministrativo scendono in strada per distribuire volantini per informare e sensibilizzare la popolazione.

La battaglia, iniziata due anni fa, dai sindacati dei medici FimmgSmiSnami e dalla Cgil, ha visto inoltre la raccolta di oltre 11 mila firme di cittadini che chiedono di salvare i nuclei.

“I nuclei di cure primarie sono gli studi dei medici di famiglia che operano in modo associato per garantire la continuità delle cure di base a tutte e a tutti i cittadini, con la presenza costante di personale medico, infermieristico e di segreteria per 12 ore al giorno, rappresentando, così, l’avamposto del Servizio sanitario nazionale sul territorio – si legge nel volantino – Nel Comune dell’Aquila, dal 2007, ci sono 4 nuclei, distribuiti sul territorio comunale per assicurare la massima accessibilità delle cittadine e dei cittadini all’assistenza di base la ovest della città vicino all’Ospedale, ad est nei pressi dell’ex-Ospedale di Collemaggio e con una sede periferica a Paganica, a nord della città nei quartieri San Francesco e Torrione)”.

“Diversamente dalle altre Asl della Regione Abruzzo, la Asl dell’Aquila ha avviato, da due anni a questa parte, uno smembramento dei nuclei, impedendo la sostituzione dei medici prossimi alla pensione e minacciando, di fatto, la fruizione di un servizio che preserva la salute di circa 50.000 utenti presenti sul territorio e che va avanti solo grazie al contributo delle giovani e dei giovani medici che hanno preso in carico gli assistiti già assegnati al personale in quiescenza – prosegue – Infatti, il definanziamento di queste strutture, portato avanti senza sosta dalla ASL dell’Aquila, determinerà a breve la chiusura delle stesse. In questo modo, l’attività dei medici di famiglia, come in passato, verrà rimessa al singolo studio di ciascuno di essi, senza che possa essere garantita la presenza di personale infermieristico e di segreteria e senza, quindi, fornire ai cittadini le prestazioni correnti. E questo il sostegno che l’attuale direzione Asl riserva alla medicina del territorio, “la nuova frontiera della Sanità Pubblica” del nostro Paese? E’ questo l’interesse della Regione Abruzzo al rafforzamento della medicina territoriale nella provincia dell’Aquila? E’ questo, per il sindaco dell’Aquila, il modo di difendere i cittadini e le cittadine e di garantire loro il diritto costituzionale alla salute e alle cure mediche?”.

“Non ci diamo per vinti e continueremo la nostra battaglia – conclude – Ad oggi, però, abbiamo bisogno del sostegno e della mobilitazione di tutti e di tutte per li difesa dei nostri nuclei, del diritto alla salute e alle cure e per il futuro della sanità pubblica, universale e gratuita nella nostra città. Invitiamo tutti i cittadini e tutte le cittadine a partecipare e a sostenere questa battaglia il 22 febbraio alle 10presso la direzione Asl in via Saragat”