24 Febbraio 2024 - 13:14:52
di Martina Colabianchi
Il caso dei Nuclei di cure primarie all’Aquila all’attenzione del ministro della Salute Orazio Schillaci, in visita all’ospedale San Salvatore e all’Università il prossimo 27 febbraio.
Questa la principale novità condivisa questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenuta dai sindacati nella sede della Asl 1 per fare il punto sulla vertenza in difesa dei Nuclei di cure primarie, a rischio chiusura a causa della mancata sostituzione dei medici andati in pensione.
La questione, che vedrebbe in pericolo un servizio di prossimità attivo per dodici ore al giorno, sarà anche al centro di un Consiglio comunale in programma il prossimo lunedì.
“A Schillaci spiegheremo le nostre regioni, consegnandogli anche una scheda tecnica sulla situazione – spiega Vito Albano, segretario provinciale FIMMG, che poi replica ai dati diffusi ieri in un comunicato dalla Direzione della Asl 1 -. Io non so dove abbia tirato fuori i dati, quelli che ho io sono dati della Regione Abruzzo aggiornati al 31 dicembre 2022 fatti proprio dall’assessorato alla Sanità e sono quelli su cui stiamo discutendo. Da questi viene fuori che la spesa per i Nuclei di cure primarie si attesta a un milione e 800 mila euro l’anno, contro un milione e mezzo di Chieti, quindi più o meno abbiamo una situazione analoga, un po’ meno Pescara che sta sul milione e 400 e contro quattro milioni circa di Teramo. Abbiamo, quindi, una spesa in linea con due Asl e inferiore ad un’altra“.
“Le altre Asl stanno continuando a fare le sostituzioni dei medici, tant’è che Chieti ne ha fatta una il 9 di febbraio introducendo 3 nuovi medici. All’Aquila, invece, la situazione è bloccata. Questo comporta una penalizzazione perché non è vero, come è stato detto, che il servizio continuerà a pieno regime, perché se ci sono dieci medici questi possono assistere 15 mila persone, se diventano cinque medici ne assistono 7 mila e 500. Quindi gli altri non hanno più il diritto di usufruire del servizio. Ecco perché io ho parlato di cittadini di serie A e serie B“, ha concluso Albano.
“Per il momento, nonostante questa battaglia va avanti da due anni, grosse conseguenze non ci sono – afferma Guido Iapadre, del sindacato dei Medici Italiani, che sottolinea le principali criticità a cui si andrebbe incontro -. Non ci sono perché i Nuclei di cure primarie stanno continuando a funzionare a pieno regime, in quanto i giovani medici che hanno preso su di sé gli assistiti dei medici andati in pensione hanno continuato a darci una mano e lavorare con noi, nell’interesse di questi cittadini e in modo del tutto encomiabile. Noi stiamo reggendo, quindi, nonostante il definanziamento che abbiamo subito in questi ultimi due anni e che si va sempre più ad ampliare“.
“Il problema si porrà quando arriveremo a situazioni in cui non si potrà più sostenere questo livello di prestazioni, e dovremo dire a una parte consistente dei nostri cittadini, circa 16mila e 500 cittadini, che dovremo privarli del servizio. Noi abbiamo subito anche delle ispezioni, la Asl ha contestato la permanenza di questi giovani colleghi nei Nuclei. Vengono, quindi, ridotti i servizi e questo è il problema fondamentale. Noi medici non abbiamo fatto un giorno di sciopero su questa cosa perché non stiamo difendendo le nostre retribuzione, ma i servizi che facciamo. Sono i cittadini che dovrebbero mobilitarsi, io spero che questo discorso sia chiaro e venga chiarito ulteriormente con il Consiglio comunale di lunedì. Noi abbiamo tenuto questo presidio dentro la Asl 1 proprio perché, fino ad oggi, non abbiamo potuto avere un’interlocuzione con l’azienda“, conclude Iapadre.