28 Febbraio 2024 - 12:04:08

di Tommaso Cotellessa

Le elezioni regionali in Abruzzo sono ormai imminenti, il 10 marzo è dietro l’angolo, e così gli sguardi della politica e degli addetti ai lavori sono tutti puntati sulla regione alla soglie del voto.

Dopo il colpo della Sardegna, messo a segno dal campo largo ed incassato dal centro destra, i destini di tutti i partiti sono legati alle sorti dell’ex rettore Luciano D’Amico e del fedelissimo di Giorgia Meloni Marco Marsilio.

Per Meloni perdere l’Abruzzo, prima regione conquistata da Fdi, sarebbe una stangata durissima, la rottura della filiera vanto dei gabbiani che guidano il partito di governo. Una bocciatura di Marsilio verrebbe letta senza alcun dubbio non solo come un brutto voto nella pagella del governatore, ma un grave debito nella condotta dell’intero governo.

Ma l’esito delle regionali sarde non sembra intimorire tutti gli esponenti del partito di Meloni, è infatti il senatore Etelwardo Sigismondi ad intervenire oggi, sostenendo che l’alleanza dei partiti del centrosinistra in Abruzzo, regione in cui il campo largo è davvero al completo da Sinistra Italiana ad Azione passando per PD e M5S, ha dato vita a una coalizione solo di facciata. Il senatore ha infatti fatto riferimento a dichiarazioni dei leader nazionali del centro sinistra.

“In riferimento alle elezioni regionali in Abruzzo assistiamo a Conte che ripudia l’intesa con Azione e Italia Viva, Renzi che dichiara di non allearsi con i Grillini e, infine, Calenda che ammette come sul tema delle alleanze nel centrosinistra si raccontino ‘balle ai cittadini’. Insomma, nella nostra regione, si consuma la faida del centrosinistra, con una coalizione messa insieme per caso, con forze politiche che hanno profonde lacerazioni tra loro e con il candidato Luciano D’Amico frutto di un compromesso al ribasso, scelto proprio per la sua debolezza e incapacità di rappresentare una guida autorevole. Un candidato che non impensierisce nessuno e alla cui vittoria non crede neanche il centrosinistra. Con la vittoria di Marco Marsilio, prevista da tutti i sondaggi e confermata dalla grande partecipazione degli abruzzesi agli incontri promossi dal Presidente e dalla coalizione, nella nostra regione verrà sventato il tentativo del centrosinistra di trasformare il territorio in un terreno di scontro e di conquista dei partiti che compongono la coalizione di D’Amico. Con la riconferma del presidente Marsilio l’Abruzzo avrà un governo forte e stabile, in grado di proseguire la fase di sviluppo iniziata negli ultimi cinque anni” è così che l’esponente di Fdi sembra non mostrare alcun dubbio sull’esito del voto di marzo.

Anche Marsilio, non sembra lasciarsi turbare da quanto accaduto nell’isola nuragica, infatti questa mattina ha dichiarato

“Penso che nessun abruzzese voti pensando alla Sardegna e che nessun sardo abbia votato pensando all’Abruzzo. Ognuno pensa alla sua situazione. Poi è chiaro che le vittorie galvanizzano un campo e possono preoccuparne un altro, fa parte della normale amministrazione. Non siamo nati ieri e sappiamo gestire questi fenomeni“.

Marsilio, dunque, si mostra sereno e marca le distanze tra Abruzzo e Sardegna spiegando che l’isola “veniva da una vicenda difficile. Il centrodestra aveva vissuto una fase critica a livello di consenso regionale, inoltre il cambio di strategia naturalmente ha inciso“, osserva ricordando alla sofferta uscita di scena del presidente leghista, Christian Solinas. “Ma sapevamo che era una partita difficile – aggiunge – Dispiace che per tremila voti non si sia riusciti a raddrizzare la situazione, ma si era partiti da una prospettiva persino peggiore”. Archiviata la Sardegna, Marsilio si concentra sulla sua regione Abruzzo.

D’altro canto però nel fronte di D’Amico sembra diffondersi un grande entusiasmo, figlio proprio dell’ottimismo innescato dal successo della Todde. È infatti lo stesso candidato presidente a sostenere che l‘effetto domino è ormai stato innescato dalla Sardegna, alludendo al fatto che dopo Truzzu sarà proprio il governatore Marsilio a cadere.

A domanda D’Amico ha infatti risposto:

“Se credo nell’effetto domino? Sì, sono convintissimo che Alessandra Todde riuscirà a trovare le soluzioni ai problemi dei sardi: è necessario che anche l’Abruzzo abbia un governo che dia risposte alle esigenze dei cittadini abruzzesi”.

Anche dai centristi arriva una voce di sostegno, anche se timida e con qualche ritrosia, nei confronti di D’Amico. È infatti il capogruppo di Azione Per Renew Europe Matteo Richetti ad intervenire sul tema, incitando la coalizione alla riuscita el netto della composizione di quest’ultima.

Le elezioni regionali, a turno diretto e senza ballottaggio, dimostrano che chi ha un voto in più vince. Non è un sistema elettorale che consente uno spazio terzo o corse in solitaria. Abbiamo capito la lezione e in questo contesto da ora in poi partiremo dalle proposte credibili. Lo faremo in Abruzzo, dove il nostro candidato D’Amico è molto preparato e ha il profilo giusto per vincere a prescindere dal fatto che in coalizione ci siano i Cinquestelle. Ricordo a tutti che per battere l’alleanza di centrodestra servono tutti i voti: quelli del campo largo e quelli dell’area riformista, la nostra”. Così Matteo Richetti.