07 Marzo 2024 - 10:28:08

di Martina Colabianchi

Tra gli enti e le associazioni ad aver ricevuto un contributo a fondo perduto nell’ambito della Legge di stabilità regionale 2024 spiccano quelle venatorie che, complessivamente, hanno ricevuto 115.000 euro.

A denunciarlo è il WWF Abruzzo che, all’interno della stessa nota, elenca nello specifico le associazioni beneficiarie e le relative prebende:

  • Associazione Nazionale Libera Caccia – Sezione provinciale L’Aquila euro 10.000;
  • Associazione Italcaccia – Sezione provinciale di Pescara euro 5.000;
  • Federazione Italiana della Caccia – Sezione provinciale di Chieti euro 100.000.

“Le motivazione dei contributi sono diverse, – spiegano – si va da contributo straordinario per le spese di funzionamento per la Liberacaccia, al contributo per le attività associative e le spese di funzionamento per l’Italcaccia fino al arrivare addirittura al contributo per l’acquisto e ristrutturazione di una sede e di veicoli per vigilanza e attrezzature per la Federcaccia“.

Quello che sconcerta – sottolinea Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo – è che il governo regionale abruzzese ha deciso di finanziare con danaro pubblico Associazioni che nascono per tutelare gli interessi dei cacciatori e sicuramente non quelli della comunità intera come l’ambiente e la fauna a scapito di altri enti pubblici come il benemerito Centro Recupero della Fauna Selvatica (CRAS) di Pescara che da anni rappresenta l’unico riferimento per l’Abruzzo per il soccorso ed il recupero degli animali protetti“.

Nella stessa Legge di stabilità regionale 2024 – prosegue Ricci – è indicato che le provvidenze annuali in favore del Centro Recupero della Fauna Selvatica sono pari a zero, nonostante due normative regionali ne prevedano il finanziamento annuale da parte della Regione Abruzzo. Inoltre, in Abruzzo manca una rete che organizzi il sistema per il primo intervento, la raccolta, il trasporto e la consegna al Centro Recupero“.

Tutto questo – conclude Filomena Ricci – avviene nonostante l’opinione pubblica e anche la giurisprudenza abbiano acclarato che l’interesse alla caccia non debba prevalere rispetto all’esigenza della tutela della fauna selvatica“.