30 Marzo 2024 - 15:26:27
di Redazione
Le storiche fontanelle di piazza Duomo, appena restaurate, non sono accessibili ai disabili, nonostante i lavori di riqualificazione in atto in questi mesi e i tanti soldi spesi.
Un’occasione persa, l’ennesima nell’ambito della ricostruzione della città, secondo Massimo Prosperococco, rappresentante delle associazioni dei disabili cittadine.
“’Dar da bere agli assetati’ – afferma dalla sua pagina Facebook – È la prima cosa che ho pensato da cittadino aquilano disabile, quando ho visto il cosiddetto restauro della fontanella del 1992 in Piazza Duomo e ho capito che era impossibile arrivare alla cannella dell’acqua per una persona in carrozzina. ‘Dar da bere agli assetati’ è una delle opere di misericordia corporale del cristianesimo, evidentemente poco apprezzata dalla amministrazione comunale aquilana. Ho provato sconforto per l’ennesima volta, per l’ennesima barriera architettonica nata con la nuova pavimentazione. Ho provato come cittadino aquilano, imbarazzo e vergogna per i turisti in carrozzina ospiti di questa città che avranno sete e non riusciranno a dissetarsi, quando la buonissima acqua aquilana sgorgherà da quelle fontanelle in Piazza Duomo”.
“Ho provato rabbia per tutti gli incontri che abbiamo fatto con i vari assessori e tecnici che si succeduti in questi anni, incontri purtroppo gettati al vento che lasciano l’amarezza di aver perso tempo e di essere stato ingannato insieme alle tante persone fragili – aggiunge Prosperococco – La città si era dotata di un ottimo piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche: PEBA, lavoro che doveva servire da guida e punto di riferimento per il Comune dell’Aquila. Risultato: tutta carta straccia, tutto gettato nel cestino della spazzatura, compresi i soldi pubblici per realizzarlo. Dopo l’ennesima dimostrazione di mancanza di riguardo per le persone disabili, in una città che si sta ricostruendo, è inevitabile pensare che dietro tutto questo, oltre alla mancanza del rispetto delle leggi e alla superficialità, ci sia vera discriminazione verso le persone con disabilità e cattiveria intenzionale, non ho altre spiegazioni. Ritengo che il momento del dialogo e del confronto sia terminato, principalmente per la reiterazione delle azioni di mancanza di rispetto verso le persone più fragili e non solo. È arrivato il momento che chi ha sbagliato e di chi non ha vigilato, paghi per questo e per tutti gli errori che ci sono stati in modo da evitarne altri”.