02 Aprile 2024 - 17:50:49
di Martina Colabianchi
Una quota di assorbimenti naturali di emissioni di CO2 in rapporto alla superficie tra le più alte d’Italia, che contribuisce a ridurre l’impronta di carbonio della regione.
Una performance positiva del settore agricolo, la cui quota di emissioni pro-capite, l’utilizzo di fertilizzanti e il numero di bovini allevati in rapporto alla popolazione è ben inferiore alla media nazionale. Un mix energetico caratterizzato da buone prestazioni delle fonti rinnovabili, soprattutto in termini di quota sui consumi (pari al 26%, contro una media nazionale pari al 18%).
Indicatori positivi anche per quel che riguarda la vulnerabilità del territorio abruzzese ai fenomeni metereologici estremi, complice un basso consumo di suolo.
Questi sono solo alcuni degli elementi che qualificano la performance climatica dell’Abruzzo, esaminata in dettaglio dalla nuova piattaforma CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns), realizzata da Italy for Climate – centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con Ispra, che raccoglie e analizza con indicatori originali e mette a confronto dati e buone pratiche ambientali adottate dalle Regioni italiane per guidarle nel processo di decarbonizzazione dei propri territori.
Uno strumento intuitivo e fruibile con cui Italy for Climate intende fornire al dibattito pubblico e alle Amministrazioni locali un quadro completo e aggiornato che consenta di identificare, per singola regione e in confronto alle altre, gli elementi di forza, le aree di miglioramento e le migliori pratiche da adottare attraverso 26 indicatori articolati in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità.
Infatti, come sottolinea Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate:
“Per guidare con successo un territorio verso la transizione energetica è essenziale avere una visione completa dell’andamento dei principali indicatori climatici della regione, per identificare quali sono le aree che richiedono lo sviluppo di strategie mirate ed efficaci per mitigare e affrontare la crisi climatica. Con quest’obiettivo, insieme a Ispra, abbiamo voluto sviluppare una piattaforma di condivisione di dati e buone pratiche, selezionando 26 indicatori chiave, molti dei quali frutto di specifiche elaborazioni originali, per una lettura intuitiva e comprensibile dei principali indicatori in gioco“.
Le 8 aree tematiche di CIRO che individuano le migliori performance dell’Abruzzo
1. Emissioni: l’Abruzzo registra una buona performance rispetto alle emissioni pro-capite ed è fra le regioni con il più alto numero di assorbimenti naturali in rapporto alla superficie. Il trend fa riferimento alla variazione percentuale tra il 1990 e il 2021.
2. Energia: Nel suo complesso, il mix energetico della regione è in linea con la media nazionale, con consumi di energia finale pro-capite leggermente superiori. Il trend fa riferimento alla variazione percentuale dell’indicatore fra il 2017 e il 2021. L’indicatore misura i consumi finali di energia di un cittadino residente nella Regione. Contribuiscono ai consumi finali di energia tutti i settori: il riscaldamento degli edifici, le attività industriali, i trasporti e, in minima parte, i consumi di energia del settore agricolo.
3. Rinnovabili: l’Abruzzo registra buone prestazioni per quanto riguarda le rinnovabili, soprattutto in termini di quota sui consumi (pari al 26%, contro una media nazionale pari al 18%) ed è in linea con la media nazionale per quanto riguarda i kW installati. Per quanto riguarda le Comunità energetiche rinnovabili, nel corso del 2022 ne è stata attivata solo una.
4. Trasporti: la quota di elettrico sulle nuove immatricolazioni (3,69%) e le emissioni pro-capite dei trasporti sono in linea con la media nazionale. Meno positivi i dati sulla media di passeggeri trasportati dal TPL e il numero di automobili, poco più alto della media nazionale. Il trend fa riferimento alla variazione percentuale dell’indicatore fra il 1990 e il 2021.
5. Edifici: la performance è positiva in termini di efficienza dei consumi (199 kWh/mq rispetto ad una media nazionale di 227) ed è in linea con la media nazionale per emissioni pro-capite del settore e quota di edifici in classe A, mentre la quota di consumi elettrici è ancora piuttosto bassa (motivato anche da un utilizzo elevato di sistemi di riscaldamento nei mesi invernali). Il trend fa riferimento alla variazione percentuale dell’indicatore fra il 1990 e il 2021.
6. Industria: la performance dell’Abruzzo è generalmente allineata alla media nazionale, sia in rapporto al valore aggiunto per emissioni e consumi di energia, sia per la quota di consumi elettrici. Il trend fa riferimento alla variazione percentuale dell’indicatore fra il 1990 e il 2021.
7. Agricoltura: la performance è piuttosto positiva, grazie a emissioni pro-capite del settore, uso di fertilizzanti (solo 62 kg/ha utilizzati, contro una media nazionale di 130) e numero di bovini allevati in rapporto alla popolazione ben inferiori alla media nazionale. La quota di agricoltura biologica invece è allineata alla media nazionale. Il trend fa riferimento alla variazione percentuale dell’indicatore fra il 1990 e il 2021.
8. Vulnerabilità: l’Abruzzo non è una Regione criticamente esposta agli impatti dei cambiamenti climatici e presenta un basso numero di eventi estremi e una quota di popolazione esposta alle alluvioni inferiore alla media nazionale. Questo anche perché il consumo di suolo è piuttosto basso (pari al 5% della superficie della Regione. Le perdite della rete idrica sono, invece, tra le peggiori del Paese.