04 Aprile 2024 - 18:13:58

di Tommaso Cotellessa

Il recente report “Lo sport a scuola per riavvicinare i giovani alla pratica sportiva” pubblicato da Openpolis ha svelato una situazione critica riguardante la presenza di palestre negli edifici scolastici dell’Aquila.

A sottolineare la gravità dei dati emersi è il segretario del Partito Democratico dell’Aquila Nello Avellani. Contrariamente alle aspettative, la città si colloca tra le peggiori in Italia per la disponibilità di queste strutture fondamentali per la promozione dell’attività fisica tra i giovani.

Avellani ha infatti sottolineato che nonostante il titolo di “città europea dello sport”, i dati indicano un panorama ben diverso: meno del 10% degli edifici scolastici dell’Aquila è dotato di palestre. Questa carenza non solo compromette la funzione sociale ed educativa delle scuole, ma limita anche l’accesso dei giovani alle attività sportive, sia durante l’orario scolastico che nei momenti pomeridiani.

Oltre alla insostituibile funzione sociale ed educativa,” scrive il segretario Dem ” lo sport ha un ruolo fondamentale per la crescita e la salute dei bambini e delle bambine; in questo senso, le palestre scolastiche – oltre a dare risposta alle esigenze formative – in realtà virtuose vengono valorizzate anche per attività pomeridiane, offrendo la possibilità di fare sport a prezzi calmierati eliminando, così, gli ostacoli legati al costo nell’accesso alla pratica sportiva, che sta diventando proibitivo per un gran numero di famiglie.

Ecco, questo all’Aquila non è possibile: non è possibile assicurare alle nostre figlie e ai nostri figli il diritto a svolgere attività sportiva in orario scolastico, e non è possibile offrirgli spazi di socialità, educazione e attività negli orari pomeridiani, a prezzi sostenibili anche per chi non può permettersi di sostenere rette sempre più costose. Anche nella nostra città, chi nasce in una famiglia a rischio esclusione si trova sempre più spesso a dover rinunciare alle attività pomeridiane tipiche di bambini e adolescenti. E ciò è insopportabile, in un territorio che ha visto scorrere milioni e milioni di euro per la ricostruzione.

Ovviamente, l’assenza di palestre è dovuta alla mancata ricostruzione dell’edilizia scolastica cittadina, il buco nero della ricostruzione; sebbene la destra avesse promesso, nel 2017, un cambio di passo radicale, a poche ore dal quindicesimo anniversario del sisma la realtà è che, in sette anni, le diverse giunte Biondi non hanno saputo fare altro che inaugurare due scuole, soltanto due scuole, avviate dalla passata amministrazione di centrosinistra.

Un fallimento totale, se è vero che, da anni, sono disponibili in cassa oltre 40 milioni di euro e che, nel tempo, sono state introdotte procedure derogatorie che avrebbero dovuto garantire la velocizzazione delle procedure di ricostruzione. Ed invece, oggi ascoltiamo ancora il sindaco Biondi promettere una svolta entro la fine della legislatura, nel 2027, quando saranno passati 18 anni dal terremoto.

Ciò è inaccettabile, e ha ripercussioni gravissime sui nostri figli: ci sono generazioni di alunne e alunni che non frequenteranno mai una scuola in muratura; ancora oggi, sono migliaia le bambine e i bambini costretti a frequentare le lezioni in Musp, moduli ad uso scolastico provvisorio che erano stati realizzati per durare 5 anni.

E che sono privi di palestre, appunto, così come di biblioteche, mense, e persino di aule per l’informatica: anche su questo, L’Aquila sconta un ritardo drammatico rispetto alle altre città italiane come dimostrato, mesi fa, da un altro report di Openpolis. Significa che le nostre figlie e i nostri figli non hanno le stesse possibilità di apprendimento dei loro coetanei, nonostante l’impegno profuso in questi anni dal personale scolastico che, in una situazione drammatica, ha saputo garantire una didattica di qualità.

Lo ribadiamo, ancora una volta: è dalle scuole che passa il nostro futuro, è dalle possibilità che dovremo saper garantire alle nostre figlie e ai nostri figli che passa il destino della città. Qui, ci sono le risorse e le procedure derogatorie per mettere in campo progetti virtuosi, per realizzare una ricostruzione dell’edilizia scolastica capace di offrire edifici all’avanguardia, per le attività scolastiche e non, e di ridisegnare urbanisticamente la città: non averlo fatto fino ad ora è il peggiore dei fallimenti per l’attuale classe dirigente.”