05 Aprile 2024 - 21:54:59
di Redazione
E’ la notte del dolore e del ricordo, a 15 anni dal sisma che il 6 aprile 2009 distrusse la città e i comuni limitrofi, strappando alla vita 309 persone.
La fiaccolata, partecipata all’incirca da 1300 persone, è partita silenziosa dall’area antistante il tribunale per percorrere via XX Settembre, facendo una breve sosta di fronte alla Casa dello studente, simbolo della tragedia, prima di arrivare alle 23,30 al parco della Memoria, dove due giovani aquilani, entrambi nati nel 2009 e iscritti presso il Conservatorio “A. Casella”, Elisa Nardi e Tommaso Sponta accenderanno il braciere.
“Il ricordo è soprattutto per i giovani, per coloro che sono nati nel 2009 – ha detto il sindaco Pierluigi Biondi – E’ importante che chi non ha vissuto in prima persona quella tragedia sappia cosa è accaduto, anche attraverso la partecipazione alla notte più lunga e che capisca quanto la comunità senta quel dolore. E’ giusto costruire una città che sia fatta per i giovani e l’insegnamento migliore arriva proprio dai familiari delle vittime del sisma che parlano costantemente di vita e mai di morte, che vivono dignitosamente un dolore interminabile, ma non per questo si rassegano a rinchiudersi in se stessi e donano alla città il loro impegno”.
Presente, sia in veste istituzionale, sia in veste di aquilana, il sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy Fausta Bergamotto:
“Oggi è il giorno del ricordo, il giorno del dolore e io sono qui come cittadina aquilana perché mi sento parte integrante di questo territorio, di questa gente. Ho anche l’onere e l’onore di essere un rappresentante del Governo e, quindi, la mia doppia veste mi porta anche a dire che anche il Governo è presente nel ricordo di questa tragedia. Oggi sono 15 anni, 15 anni che questa città ha vissuto quella lunghissima notte, ma L’Aquila è anche una città che ha saputo rimboccarsi le maniche. Gli aquilani hanno avuto la forza di reagire, hanno ricostruito una città ancora più bella, ma rimane il dolore delle 309 vittime che questa sera noi vogliamo ricordare”.
“Dobbiamo vedere il 6 aprile non solo come il giorno del dolore e del lutto più intimo, ma capire che il terremoto non è dei familiari delle vittime, ma dell’intera comunità che a 15 anni dal sisma può tirare le somme di quanto è stato fatto o non fatto e di quello che si può ancora fare per noi che restiamo qui, per chi decide di venirci e per chi è nato a cavallo del 2009 o dopo il 2009 che si trova in mano una situazione di non normalità a 15 anni dal sisma. Dobbiamo sfruttare questo giorno affinché diventi una molla per il futuro, ma dobbiamo essere uniti”, ha affermato Federico Vittorini a cui il sisma ha strappato una madre e una sorella.
Tommaso Sponta, che accenderà il braciere insieme a Elisa Nardi è nato proprio nell’anno del sisma.
“Siamo onorati di rappresentare i ragazzi della nostra età per la memoria di questo evento tragico, traumatizzante, che però non è stato uno stop alla vita della comunità che ha continuato a vivere e, dopo tanta fatica nel rinascere, ha rafforzato il legame comunitario”, ha commentato Sponta.
Partecipa alla notte più lunga per L’Aquila e il suo territorio anche Giorgio Cortellesi, sindaco di Amatrice, un comune in qualche modo “gemellato” con il capoluogo abruzzese in quanto anch’esso colpito da un evento sismico che ha causato vittime, dolore e macerie.
“È una triste ricorrenza che ci lega tantissimo perché anche a noi, come L’Aquila, il terremoto ha colpito nel profondo – dichiara il primo cittadino -. Vedo che L’Aquila finalmente ha ripreso la sua economia, le sue attività. Noi siamo ancora molto indietro in quanto, per noi, sono passati solo otto anni. È un evento che va ricordato e che deve aprire ad una riflessione, perché purtroppo non è né il primo e né sarà l’ultimo e perciò l’Italia deve fare qualcosa per la prevenzione. Purtroppo questo non avviene: come abbiamo visto, anche con gli incentivi fiscali si è pensato a migliorare non la statica degli edifici, ma l’efficientamento energetico. Purtroppo il nostro Paese è quasi tutto a rischio sismico, le nostre abitazioni hanno più di cento anni. Però, purtroppo ce ne ricordiamo solo dopo un evento così devastante”.
Tra i momenti più emotivamente toccanti della fiaccolata, quest’anno come gli scorsi, c’è il grido di dolore della madre di Vasileios Koyfolias, studente universitario greco che perse la vita a causa del crollo di un palazzo a via Campo di Fossa.
L’accensione del braciere e la lettura dei nomi delle 309 vittime
Elisa Nardi e Tommaso Sponta, qualche minuto dopo le 23.30, hanno acceso il braciere al Parco della Memoria dando, così, inizio al momento più solenne: la lettura dei nomi delle 309 vittime. L’emozione, tutta trasmessa dalle voci che si sono alternate al leggio, è stata accolta dal silenzio che ha accompagnato tutto il corso della fiaccolata.