09 Aprile 2024 - 12:16:29

di Tommaso Cotellessa

Centinaia di agricoltori abruzzesi si trovano al Brennero fino a stasera con Coldiretti, insieme ad altri diecimila colleghi italiani, per protestare contro le importazioni sleali che danneggiano il settore agroalimentare italiano. Tra loro, decine di giovani agricoltori si sono accampati all’interno di tende e camper con l’obiettivo di presidiare la frontiera per tre giorni, difendendo la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’afflusso di cibo straniero spesso venduto come italiano.

Il presidente di Coldiretti Abruzzo, Pietropaolo Martinelli, ha dichiarato: “Diciamo basta alla concorrenza sleale. È necessario fermare i cibi contraffatti che entrano dalle frontiere e dai porti europei, continuando a difendere il reddito degli agricoltori e la salute dei cittadini.” La mobilitazione nazionale segue il lavoro svolto dagli uffici confederali a Bruxelles e si propone di mettere in luce le pratiche sleali che danneggiano il lavoro agricolo italiano.

Al Brennero, insieme a Martinelli, sono presenti anche altri rappresentanti di Coldiretti Abruzzo, come Emanuela Ripani, presidente di Coldiretti Teramo, Pier Carmine Tilli presidente Coldiretti Chieti, Giuseppe Scorrano e Raffaele Alfonso, presidenti rispettivamente di Pescara e L’Aquila. Le forze dell’ordine hanno fermato tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero, rivelando casi di “fake in Italy” come cosce di maiale danesi destinate a Modena, uva indiana spedita a Novara e frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con destinazione Sicilia.

Durante la protesta, è stata allestita la tavola del “fake in Italy”, mostrando l’italian sounding dei prodotti stranieri camuffati come italiani. Al Brennero è stata anche avviata la raccolta di firme per una legge europea che renda obbligatoria l’etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio.

Il direttore regionale di Coldiretti, Roberto Rampazzo, ha sottolineato: “Coldiretti vuole smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani, chiedendo maggiore trasparenza su tutti quei prodotti che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani.”

Per l’Abruzzo, il problema delle importazioni riguarda principalmente l’arrosticino, simbolo della regione. Martinelli ha dichiarato: “È fortemente penalizzante per l’allevatore e per il consumatore che più di tre arrosticini su quattro siano prodotti con carne straniera.”

Coldiretti chiede maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola, come recenti casi di patate straniere vendute come italiane o falsi carciofi brindisini di provenienza africana. La delegata di Coldiretti Giovani Impresa Pescara, Cristiana Lauriola, ha concluso: “Il Brennero è simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy. Rilanciamo la nostra battaglia per la trasparenza dell’origine in etichetta, che è un diritto dei cittadini europei e dei giovani agricoltori che investono per una agricoltura di qualità.”