12 Aprile 2024 - 18:51:57

di Martina Colabianchi

Verrà discusso lunedì, in sede di Consiglio comunale, l’ordine del giorno sul tema dell’Autonomia differenziata a prima firma della consigliera Stefania Pezzopane e sottoscritto da tutte le opposizioni.

La discussione sarà aperta e vedrà la partecipazione di sindacati, associazioni e esponenti politici come Anci, Upi, Uncem, ANPI, Ali, consiglieri regionali e parlamentari del territorio per raccogliere contributi ed opinioni riguardo ad un provvedimento che, secondo i consiglieri di minoranza, rischia di spaccare l’Italia impoverendo le risorse di alcune regioni a scapito di altre.

Nello Avellani, segretario aquilano del Partito Democratico, in una nota sostiene come occorra “una mobilitazione forte, a partire dai territori, di tutte le forze politiche e sociali per evitare che il governo Meloni porti a compimento una riforma sciagurata che rischia di spaccare l’Italia“, ed invita perciò tutte le “cittadine e i cittadini a partecipare al Consiglio comunale straordinario aperto, convocato per lunedì 15 aprile alle ore 15, su richiesta del Pd e delle altre forze di opposizione: facciamo sentire la nostra voce, impegniamo il sindaco e la Giunta comunale a difendere la città e il territorio“.

Non possiamo accettare la secessione delle regioni più ricche, non possiamo sopportare l’idea che esistano cittadini di serie A e di serie B, non possiamo soccombere all’idea che nelle nostre aree interne si possa restringere, ancora di più, l’accesso a diritti fondamentali come salute, scuole, trasporti pubblici locali“.

Dalla salute all’energia, dall’istruzione all’ambiente, infatti, – prosegue il segretario dem – sono 20 le materie oggi di legislazione concorrente, ovvero di comune competenza di Stato centrale e Regioni, che potrebbero passare integralmente a carico degli enti regionali, più altre tre, oggi di competenza solo centrale. Di fatto, i servizi erogati dalle Regioni andranno correlati anche al gettito fiscale, cioè al reddito medio dei cittadini, con la conseguenza che se si vive in una regione con il reddito medio alto si avrà diritto ad avere più servizi“.

Una prospettiva decisamente preoccupante, – continua – ancora più in assenza della determinazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione, che vanno garantiti in tutte le Regioni del Paese. Una sciagura che disperde l’unità giuridica, territoriale e culturale del Paese, conferendo alle Regioni poteri smisurati che condizioneranno la vita ed i diritti di ognuno di noi. Stiamo parlando di una intenzione chiara di cristallizzare i divari e di ampliarli. In questo senso, è sconvolgente il silenzio assenso e la condivisione da parte del presidente della nostra Regione, Marco Marsilio, e del sindaco del capoluogo, Pierluigi Biondi, che fanno prevalere l’interesse politico, e partitico, a quello delle proprie comunità“.

Si pensi soltanto al diritto alla salute; già oggi, le distanze tra Nord e Sud del Paese sono enormi: basti pensare che la speranza di vita nelle aree del Sud è di tre anni inferiore a quella delle aree economicamente più forti. I dati sul raggiungimento dei LEA e sulla mobilità sanitaria passiva confermano che un flusso importante di pazienti e risorse dal Mezzogiorno si sposta ogni anno di più verso le strutture del Nord. Di fronte a questi dati servirebbe, anziché un’ulteriore differenziazione nelle competenze regionali, maggiore capacità di governance nazionale del Servizio Sanitario Nazionale, in termini di indirizzo e controllo, e un’azione seria di riequilibrio volta a colmare i divari in termini di quantità e qualità dei servizi tra le diverse aree del Paese“.

Bisogna mobilitarsi per dire no a 20 diversi Sistemi sanitari regionali e per dire sì ad un Servizio Sanitario Nazionale che garantisca a tutti e in tutta Italia prevenzione, cura e prestazioni appropriate. Bisogna mobilitarsi per dire no a 20 diversi sistemi scolastici e per dire si ad una scuola pubblica forte, capace di garantire il diritto all’istruzione a tutte e tutti. Bisogna mobilitarsi per dire no a 20 diversi sistemi di trasporto pubblico locale e dire si al diritto alla mobilità pubblica, e di qualità, per tutte e tutti i cittadini italiani, da Nord a Sud. Difendiamo la Costituzione, difendiamo l’Italia. Vi aspettiamo in Consiglio comunale!“, conclude Avellani.