23 Aprile 2024 - 10:20:00
di Redazione
Una retribuzione non inferiore a 9 euro all’ora per il personale impiegato nei pubblici servizi riconducibili al Comune.
E’ l’argomento al centro della mozione dei consiglieri Enrico Verini e Gianni Padovani che impegna il sindaco (e per lui l’intera amministrazione), nelle gare di affidamento esterno di pubblici servizi a prevedere la clausola sulla retribuzione oraria.
“Sembra scontato che già sia così, ma in realtà esistono lavoratori dipendenti di ditte e/o cooperative vincitrici di affidamenti da parte del comune, a cui questa soglia minima, che definiamo di dignità, non è affatto garantita – affermano – Crediamo che il nostro Comune, qualora aderisse alla proposta avanzata, compirebbe un passo importante contro le diseguaglianze sociali e l’aggravarsi del fenomeno dei lavoratori poveri (working poor), cioè coloro che, pur avendo un’occupazione, si trovano a rischio di povertà e di esclusione sociale a causa del livello troppo basso della loro retribuzione, della insufficiente crescita o progressiva erosione del potere d’acquisto dei loro salari e della loro precarietà lavorativa”.
“Introdurre questa clausola negli affidamenti esterni, ci qualificherebbe come comune avanzato che rifiuta la logica del massimo ribasso (ricordare sempre l’adagio popolare che recita che chi più risparmia più spende) che spesso si traduce in servizi o lavori scadenti su cui poi bisogna rimediare con altri esborsi – aggiungono – Creare un tessuto sociale che esca fuori dalla sacca di povertà, permetterà poi un risparmio indiretto, sgravando il numero delle persone al di sotto della soglia Isee che da un lato non si pagano abbastanza e che poi si assistono con sovvenzioni (il mondo al contrario). Il lavoro è dignità ed è a fondamento delle libertà costituzionali; senza lavoro non si riesce a godere delle stesse, come recita la nostra stessa Costituzione. Ma il lavoro deve avere una retribuzione corretta”.