30 Aprile 2024 - 10:51:19
di Redazione
“Esprimo soddisfazione per il via libera del governo cittadino alla redazione degli indirizzi del ‘Piano strategico dello sport‘. Ho proposto più volte nel corso degli anni questo importante strumento ed è un bene che il Comune si accorga finalmente dell’importanza della programmazione applicata alle discipline sportive, in carenza della quale L’Aquila ha perso già importanti occasioni di crescita. Molto bene dunque la delibera n. 110 del 20/03/2024 che avvia la redazione del Piano, se sarà vera occasione per valorizzare le politiche sportive in senso lato intese”.
Lo scrive in una nota il consigliere comunale Gianni Padovani.
“Il ‘Piano Strategico dello Sport’, se vorrà essere definito tale, deve assumere un reale significato di cambiamento. Il Comune deve essere regista di questo percorso pianificatorio per promuovere lo sport come valore, sia per i cittadini, sia per lo sviluppo dell’immagine della città, sia per integrare il progetto sportivo in uno scenario più vasto di azioni finalizzate al miglioramento della qualità della vita. Un compito certamente arduo in una Città che si fregia del titolo di “Città europea dello Sport” ma dove l’impiantistica sportiva è in generale assolutamente insufficiente e, in particolare, si colloca tra le peggiori in Italia per la disponibilità di impianti al servizio delle scuole: il 90% degli edifici scolastici aquilani NON è dotato di palestre!!! Questa mancanza è particolarmente grave e dovrebbe essere affrontata in stralcio dal redigendo Piano dello sport, una carenza inaccettabile perché depotenzia la funzione educativa delle scuole e perché ostacola l’esercizio delle attività sportive durante l’orario scolastico ed anche nei pomeriggi”, sottolinea.
“Ho fatto questo esempio eclatante della carenza di palestre per sottolineare il fatto che il Piano dello sport, per risultare efficace, deve perseguire obiettivi concreti, entro tempi definiti e soprattutto con il conforto delle necessarie risorse. Evitiamo di fare un piano eccellente come nel caso del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile), un piano che poi è restato lettera morta causa mancanza di risorse – prosegue – L’amministrazione si ponga, sullo sport, obiettivi realistici e rilevanti, obiettivi che non possono prescindere dal proficuo confronto con l’ampio articolato sociale cittadino, per integrare le decisioni puntuali sulle discipline sportive in un quadro coerente di sviluppo della Città Capoluogo. Un confronto ampio per la valutazione dei fabbisogni, questa è la priorità da cui far discendere la politica sportiva della città, se vogliamo fare dello sport una forte opportunità di crescita sociale e sviluppo economico. Solo così il Piano Strategico potrà essere veicolo di inclusione sociale, miglioramento della salute, della qualità della vita, benessere di comunità, fattore di promozione turistica, sviluppo economico e molto altro ancora”.
“Il pieno coinvolgimento dei corpi intermedi può consentire di raggiungere l’obiettivo dello sviluppo anche attraverso lo sport, promuovendo un’idea di partecipazione attiva, laddove deve essere il “mondo” sportivo ad individuare direttamente, e non mediante organi consultivi, le linee della politica sportiva comunale – aggiunge – Il Piano potrà funzionare se redatto insieme: enti pubblici territoriali, aziende ed enti finanziatori, enti di promozione sportiva, Coni, associazioni, scuole, il mondo del turismo, singoli cittadini, tutti dobbiamo essere chiamati a condividere i processi decisionali. Mi fermo qui, sottolineando come lo sport sia ovunque fenomeno sociale ed economico di primaria importanza, risultando in assoluto lo strumento migliore per educare, formare, favorire l’integrazione e la solidarietà, prevenire le devianze, in grado di guardare con attenzione ai più giovani e rivolgersi all’età matura. Lo sport può essere un collante sociale per aiutare a ricostruire l’identità di una Città in ricostruzione ma tuttora frammentata, ferita, dispersa”.
“Questo il mio auspicio: che la redazione del Piano sia la giusta premessa per conferire un nuovo ruolo alle politiche sportive, non più subalterne ma con una funzione sociale al pari delle politiche culturali e turistiche, e con esse integrate. Uno sport con la ‘S’ maiuscola, lo meritiamo anche all’Aquila”, conclude Padovani.