07 Maggio 2024 - 19:14:44

di Martina Colabianchi

Il futuro del Gran Sasso al centro di un’assemblea pubblica che si è tenuta questo pomeriggio al centro Polifunzionale della frazione aquilana di Camarda.

L’evento, promosso e organizzato da operatori del “sistema montagna”, ha voluto essere un momento di confronto e di proposta aperto a tutti i cittadini interessati al destino dell’amata montagna abruzzese, simbolo identitario, meraviglia naturalistica e, insieme, teatro di molteplici controversie sulla sua gestione e valorizzazione.

A causa dello stop della funivia per consentire la sistemazione delle quattro funi portanti, ma anche della scarsità della neve in quota che sta sempre più mettendo a rischio le stagioni invernali, è lecito chiedersi quale futuro possa immaginarsi e concretamente realizzarsi per il Gran Sasso in uno scenario di cambiamenti climatici e necessari interventi per l’accessibilità di tutti alla montagna.

Hanno partecipato, tra gli altri, Stefano Ardito, giornalista e scrittore, Marco Cordeschi, CEO di Altevie Srl, che ha aiutato a fare il punto sulla situazione della funivia, Emanuele De Simone, libero professionista del turismo, Igor Antonelli, fondatore di Live Your Mountain, Federico Ciocca, tra i fondatori del Cammino del Gran Sasso, Ilaria Ianni di VadoLibera Asd, Emanuele Valeri, co-fondatore di NeveAppennino, il portale dedicato agli amanti degli sport invernali. A moderare l’assemblea, il giornalista Alessio Ludovici.

“Anni fa c’era solo lo sci di pista e un po’ di alpinismo, adesso sul Gran Sasso si può andare in molti modi, si fanno tantissime attività, ma poi il dibattito pubblico nella politica e non solo continua a concentrarsi solamente sugli impianti mentre bisogna aprire gli occhi, guardarsi intorno e aiutare le tante iniziative che stanno venendo fuori“.

Così lo scrittore, giornalista e profondo conoscitore del Gran Sasso Stefano Ardito che ha ci ha aiutati a ragionare sul presente e sul futuro della nostra montagna.

Gli sviluppi immediati del Gran Sasso aquilano sono legati, ahimè, a questa brutta storia dei cavi della funivia e lì non sono in grado di fare previsioni. In prospettiva, il Gran Sasso è una montagna che può attirare moltissimo, può creare moltissimo lavoro, in fondo creare lavoro in maniera rispettosa per la natura dovrebbe essere anche uno degli scopi principali del Parco. Al Festival di Trento, il film sulla prima ascensione del Corno Grande di Luca Cococcetta, giovane bravissimo regista aquilano, Iha avuto il premio del pubblico, è stato quindi il film più visto e più apprezzato dal pubblico. Le persone che l’hanno visto lo vedranno in futuro, molte di loro vorranno venire sul gran Sasso e questa è una cosa forse piccola, ma che dimostra la straordinaria capacità di attrazione che ha questa nostra montagna“.

Esiste certamente una questione istituzionale di rapporto tra i vari attori: la Regione, i comuni, il Parco. Sicuramente ci vuole molta intelligenza, molta capacità di capire cosa può dare il territorio e magari anche la capacità e la voglia di andare in giro per il mondo, per l’Europa, per l’Italia a vedere le iniziative che si prendono e che funzionano in altre aree simili. Sia chiaro, alcune cose che si fanno recentemente sul Gran Sasso, dal recupero della lana agli itinerari nei luoghi del cinema a Campo Imperatore e Rocca Calascio, sono all’avanguardia rispetto all’Italia e l’Europa. Su altre cose, – conclude Ardito – bisognerebbe guardarsi un po’ più intorno anche per dare un po’ più di respiro a questo dibattito che rischia, altrimenti, di essere troppo locale“.