Potere al Popolo L’Aquila: 1° giugno manifestazione a Roma contro governo Meloni

31 Maggio 2024 - 18:01:48

Il genocidio impunito di Israele in Palestina, le missioni militari nel
Mar Rosso, la guerra in Ucraina, i massacri in Congo e Sudan, i golpe in
Sahel, le tensioni intorno a Taiwan, sono la manifestazione più evidente
della centralità della guerra nella fase storica che ci troviamo a
vivere.

L’Italia guidata dal Governo Meloni, con il consenso della finta
opposizione euroatlantica, è pienamente a rimorchio di USA e NATO. Non
solo è complice del genocidio a Gaza, non solo guida la Missione Aspides
contro gli Houthi, ma è uno degli sponsor principali della necessità
dell’aumento delle spese militari, in ossequio all’obiettivo del 2% del
PIL fissato dalla NATO a cui, secondo Meloni in Italia, Ursula von der
Leyen in Europa, bisogna obbedire.

Così, mentre i soldi per armi e guerra ci sono sempre – con somma gioia
delle imprese del settore, dalla Leonardo alla Fiocchi, passando per
Beretta e RWM – quelli per rispondere ai bisogni delle classi popolari
non si trovano mai. Non si vogliono trovare per alzare salari sempre più
da fame, per rafforzare una sanità e un’istruzione pubblica perennemente
sotto attacco, per garantire un tetto sulla testa a fasce di popolazione
sempre più in difficoltà a potersi permettere un affitto. Non si
vogliono trovare per una vera transizione ecologica, così che
proseguiamo supini alle volontà delle grandi imprese dell’energia, del
cemento e della devastazione ambientale. È l’economia di guerra, l’altra
faccia socialmente devastante del piano inclinato verso la Terza Guerra
Mondiale, ove ci spinge la follia delle classi dirigenti. Il governo
Meloni si appresta a fare riforme istituzionali reazionarie, l’Autonomia
Differenziata e il Premierato, che distruggerebbero ciò che resta della
Costituzione Antifascista. Questo governo è il laboratorio europeo di
una nuova miscela di liberismo e autoritarismo, la stessa che si sta
sperimentando in Argentina con il fascista Milei. Intanto da Bruxelles
al più piccolo dei Comuni tutta la classe politica confonde le
istituzioni pubbliche per il proprio bancomat privato, come confermato
dai continui casi di corruzione e voti di scambio.

Questo governo è ancor più reazionario e militarista, dopo che politiche
di austerità, economia di guerra e guerra sono state decise da tutti i
governi degli ultimi decenni (di destra, centro, sinistra o tecnici che
fossero) e sono a tutt’oggi condivise da gran parte delle forze che
compongono il Parlamento italiano e quello europeo. Ogni alternativa a
queste politiche è sempre descritta come utopica, sulla base del TINA,
“there is no alternative”, di thatcheriana memoria. Ogni qualvolta una
alternativa la si prova concretamente a costruire, viene colpita e
affondata dal sistema di potere occidentale. Questo è il quadro che ha
creato il terreno nel quale l’ultradestra reazionaria continua a
crescere e il neofascismo viene riverniciato e legittimato. La
principale fonte di legittimazione del Governo Meloni sta a Washington e
a Bruxelles, nell’atlantismo, centro dell’imperialismo, nuovo verbo su
cui deve giurare chiunque voglia governare. Verbo condiviso da gran
parte delle forze politiche.

Se si vuole ribaltare il piano, se si vuole sconfiggere un’ultradestra
che combina austerità liberista, autoritarismo dentro e guerra fuori,
bisogna affrontare le basi materiali e politiche della sua forza. Noi
vogliamo lottare – con le parole, certo, ma soprattutto con la più ampia
e diffusa mobilitazione popolare possibile, contro l’imperialismo, che
deve essere sconfitto per il futuro ed il bene dell’umanità.

Occorre costruire un fronte del rifiuto e della lotta contro il sistema
di guerra partendo da questi punti cardine:

-Stop al genocidio in Palestina e sostegno senza se e senza ma alla
causa di liberazione palestinese, causa di liberazione per tutti i
popoli, diritto alla resistenza dei popoli per la sconfitta del
colonialismo e dell’apartheid israeliano;

-Basta guerra, armi e riarmo. Uscita dell’Italia dalla NATO e
contestazione della politica di riarmo promossa dai vertici dell’UE.
Stop all’invio di armi all’Ucraina e cessate il fuoco per il negoziato.

Rovesciamento del liberismo e dell’austerità, promossi da Unione Europea
e governi italia Per avviare una stagione che coniughi giustizia sociale
e giustizia climatica servono pianificazione, redistribuzione della
ricchezza e un intervento attivo del pubblico. Strumenti oggi
indisponibili anche a causa della macchina burocratica e tecnocratica
che innerva i gangli decisionali.

Fine dello stato di polizia che sta sostituendo lo stato sociale, con le
leggi di apartheid e muri per i migranti, con la repressione e la
criminalizzazione del dissenso, con le carceri ed i manganelli per chi
protesta.

Fermare la strage continua contro i lavoratori che è frutto di una
logica di sfruttamento e di ricattabilità dei lavoratori. Introdurre il
reato di omicidio sul lavoro, smontare il sistema degli appalti, più
potere ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Abolire
l’Alternanza Scuola Lavoro, che ha fatto sì che anche gli studenti
fossero vittime di omicidi sul lavoro.

Contrasto e ribaltamento della vergognosa “guerra ai poveri” a
cominciare dalla questione del reddito, del diritto all’abitare, dei
salari da sfruttamento e dell’aumento delle tariffe dei servizi. Per il
rilancio del sistema sanitario pubblico, l’introduzione per legge di un
salario minimo universale di 10 euro all’ora indicizzati, un piano
generale di nuova edilizia residenziale pubblica, case per tutte e
tutti;

Contro l’imbavagliamento della stampa e l’attacco alle libertà
democratiche e al diritto di sciopero. Contro il premierato, contro ogni
progetto di Autonomia Differenziata e le modifiche autoritarie della
Costituzione.
Contro lo sfruttamento del suolo e le grandi opere inutili come la TAV o
il Ponte sullo Stretto. Si alla messa in sicurezza del territorio. No
alle finte politiche green e alla speculazione urbanistica. Per uno
stretto intreccio tra questione sociale e questione ambientale.

Contro l’attacco al diritto all’aborto, le proposte legislative a
carattere restrittivo e la pretesa di subordinare il corpo femminile ad
una logica che lo concepisce come strumento di alimentazione del sistema
economico di sfruttamento. Contro ogni discriminazione di genere, di
classe e di razza.

Il governo Meloni non è una rottura, ma una radicalizzazione reazionaria
di tutta la regressione sociale, civile e democratica, della spinta
guerrafondaia, dell’Occidente UE e NATO. Opporsi a questo governo
significa anche opporsi a tutte le politiche che hanno fatto sì che
l’Italia sia il solo grande Paese della UE dove governano gli eredi
diretti dei neofascisti del dopoguerra.

Non è il momento di generiche unità, che alla fine non producono nulla e
nemmeno fanno il solletico alle classi dominanti. È, invece, il tempo di
una battaglia rigorosa contro la logica della guerra che permea sempre
più il capitalismo nella sua fase liberista. Le forze da unire oggi sono
quelle di tutte e tutti coloro che patiscono i colpi del “bipolarismo
liberista”, con le sue alternanze nella stessa politica, e che hanno
tutto da guadagnare dal rovesciamento di un sistema che ci sta portando
all’abisso. Con questi impegni, facciamo appello a chi non intende
arrendersi, o rassegnarsi al meno peggio, per costruire un’ampia
mobilitazione contro il governo Meloni, le sue politiche e il blocco di
potere che rappresenta.

Gli studenti ovunque in rivolta per la Palestina e contro la guerra,
l’ingiustizia e l’ipocrisia occidentali, ci dicono che è giunto il
momento di agire.

Ci vediamo tutte e tutti il 1°giugno alle ore 14.30 a Piazza Vittorio a
Roma.