04 Giugno 2024 - 18:24:06

di Martina Colabianchi

Un progetto che punta a dare grande importanza alle periferie, ai giovani, alle marginalità di ogni tipo e, soprattutto, che non mira “ad avere concerti di nomi famosi, ma che poi finiscono lì“, ma progetti che abbiano un vero impatto sul territorio anche in prospettiva futura.

È il succo del programma “L’Aquila Città Multiverso” riassunto alla nostra redazione da uno dei suoi estensori, il professor Pier Luigi Sacco, a margine della III Commissione riunitasi questa mattina per discutere dell’Aquila Capitale della Cultura 2026.

La III Commissione consiliare, Politiche sociali, culturali e formative, era stata richiesta dalle opposizioni in Consiglio comunale che avevano chiesto di venir coinvolte nella progettazione e attuazione del programma che tra due anni farà del capoluogo il centro della cultura, ma che sarà anche preziosa occasione per promuovere un importante sviluppo del territorio e non solo della città L’Aquila.

Quella di stamattina, ci ha detto il presidente della III Commissione Fabio Frullo, è stato un primo e fattivo passo verso il coinvolgimento chiesto dai gruppi di opposizione anche se, lo sottolinea, “la governance del programma spetterà al Comune dell’Aquila“.

A margine dell’incontro, le minoranze si sono comunque dette soddisfatte di quanto venuto fuori dalle parole dei professori Alessandro Crociata e Pier Luigi Sacco, i due estensori del progetto di candidatura.

Viviamo il 2026 come straordinaria occasione e come possibilità di salto di qualità strategico per le politiche culturali. Il sindaco non è presente. E non è una novità. Mi ha convinto invece molto quanto hanno affermato i due ospiti, non sarà un calendario di eventi ma la costruzione di una strategia territoriale. Noi ci siamo, chiediamo di coinvolgere tutti i territori, le periferie e le frazioni, anche le aree più emarginate socialmente e geograficamente“, ha dichiarato l’Onorevole Stefania Pezzopane.

È poi intervenuto in commissione il consigliere del Pd Stefano Albano: “La presentazione dei professori Sacco e Crociata si configura senza dubbio come una sfida ambiziosa per il nostro territorio: un laboratorio per sperimentare un nuovo modello di sviluppo che parta dall’Aquila contrapponendosi a quello dei grandi centri urbani, trasformando la cultura nella nostra città in un’industria, capace di dare impulso all’economia e creare posti di lavoro. Tale ambizione, che noi guardiamo con favore, cozza però con la gestione che finora ha avuto l’amministrazione Biondi, priva di programmazione e concertazione. Ci batteremo affinché la Capitale della Cultura possa essere una grande opportunità per tutti gli aquilani “.      

Ho visto che si è creato un clima molto costruttivo e di vero interesse – ha proseguito -. Il progetto da una grande importanza periferie giovani marginalità di ogni tipo, progetto che mira ad avere nomi famosi che finiscono lì, ma progetti impatto territorio condizioni perché a partire dal 2027 l’aquila possa davvero posizionarsi innovazione culturale centro di primaria importanza. Densità istituzioni culturali si sta creando clima di grande attesa per un’opportunità. Flusso significativo di visitatori dovranno riscoprire e scoprire cosa sta accadendo in questa città“.

Anche Paolo Romano (L’Aquila Nuova) ha affermato: “Il professor Crociata e il professor Sacco hanno dimostrato di come si possa parlare di cultura, in senso concreto, progettuale, prospettico, europeista. Un approccio che come opposizione chiediamo da sempre. Il dossier segna in maniera importante il solco in confronto alla programmazione degli anni passati della Giunta comunale: parla di progetti e non di eventi, parla di ricadute piuttosto che del momento in sé per sé di capitale della cultura, di periferie geografiche e sociali da riconnettere con il centro piuttosto della semplice spettacolarizzazione della città“.

Andranno fatte tante cose a partire dalla Governance che deve contaminarsi con l’apporto di tutti: soprattutto degli attori culturali del nostro territorio. Come opposizione, come sempre fatto a favore della città, non faremo mancare il nostro apporto“, ha concluso.

Per i consiglieri Elia Serpetti e Massimo Scimia (Passo Possibile), anche loro intervenuti in commissione, “oggi abbiamo dato il nostro contributo a una seduta di III Commissione “di peso” per le prospettive future legate alla designazione quale Capitale Italiana della Cultura 2026. Un peccato dover discutere di tale argomento senza aver avuto la possibilità di visionare la bozza del documento programmatorio se non in sede di seduta“.

Confidiamo – proseguono – nella capacità del comitato di mitigare i rischi di un cartellone di eventi senza ritorni futuri strutturati per le istituzioni e le piccole realtà che fanno cultura in questa città; cosa a cui sfortunatamente siamo abituati da troppi anni, con un dispendio di risorse importante. Che sia un programma di progetti che, lavorando per il 2026, guardi al 2027 ed oltre. Altro aspetto sul quale si dovrà incidere e noi opposizione su questo aspetto saremo vigili è legato al coinvolgimento delle periferie “sociali e fisiche”, delle nostre numerose Frazioni (eterne dimenticate), dei giovani e degli anziani che in molti modi, spesso poco visibili, chiedono aiuto alle fasce di mezzo che hanno il dovere di guardare e guidare il futuro. Una Città si misura da quanto sa guardare lontano… ed è compito della politica“.  

Presente anche la consigliera di L’Aquila coraggiosa, Simona Giannangeli, che ha dichiarato: “Importante la partecipazione del consiglio tutto, importante che sia percorso articolato e con il consiglio protagonista, con tavoli di lavoro preparatori“.

Per il consigliere Verini, anche lui intervenuto in commissione, “L’Aquila capitale della cultura deve essere ambiziosa e l’ambizione passa attraverso il superamento del provincialismo. È una occasione unica per fare un salto in avanti che resista al tempo e che segni un avanzamento stabile per la nostra città. Proprio per questo, da un lato chiedo al sindaco di aprirsi anche alla minoranza, dall’altro assicuro su questo tema un atteggiamento di totale collaborazione senza tentazioni di polemica politica. Credo che per richiedere disponibilità, bisogna in primis offrire la propria e, in questo senso, il gruppo che rappresento è pronto. Abbiamo idee, rappresentiamo un segmento della nostra città moderno e ben poggiato sulla nostra storia, che può essere utile per saldare tradizione e innovazione. Noi crediamo che la sfida possa restituirci una città che cambia in meglio“.