07 Giugno 2024 - 19:17:15

di Martina Colabianchi

Una nota inviata dall’assessore al Bilancio della Regione Abruzzo, Mario Quaglieri, torna ad agitare le acque sul fronte sanità.

Nel documento, inviato alla Giunta, al Direttore generale e ai Direttori di dipartimento, si legge che, per sanare l’ingente passivo accumulato dalle quattro Asl abruzzesi al termine del 2023, è richiesto a tutti i Dipartimenti della Regione Abruzzo di tagliare 2,7 milioni per l’anno in corso, 2,5 milioni per il 2025 e altrettanti per il 2026.

Una cura da cavallo” la definisce l’Onorevole Luciano D’Alfonso che, leggendo sempre la nota di Quaglieri, sarebbe necessaria data “la peculiarità della situazione finanziaria delineatasi soltanto di recente” e confidando “nella massima disponibilità” poiché in alternativa “non potrà che procedersi individuando indirizzi maggiormente incisivi”.

Traduzione: se non si taglia adesso, sarà necessario ridurre ulteriormente più in là“, spiega D’Alfonso.

La cosa singolare – prosegue – è che sia l’assessore al bilancio Mario Quaglieri sia la sua collega alla sanità Nicolettà Verì sono gli stessi della scorsa legislatura: è durante il loro mandato quinquennale che si è prodotta la voragine debitoria ed è sempre con loro che la notizia è emersa “soltanto di recente” (guarda caso, dopo le elezioni regionali). Delle due l’una: o sono molto distratti, o sono complici; in entrambi i casi, dovrebbero trarne le conseguenze“.

“In queste elezioni europee e comunali fortunatamente non è partita la fabbrica di collane, braccialetti e mancette, poiché gli svariati milioni di debito risorgente non consentono la corruzione elettorale che gli abruzzesi hanno patito durante le recenti consultazioni regionali. Sono convinto che le donazioni alla cieca deliberate nottetempo soprattutto nei corridoi della Regione mercantile in tutte le direzioni conosceranno nuova vita come zombie nel corso delle prossime settimane grazie al fabbisogno di rilettura degli organi preposti”.

Ma i 122 milioni in realtà ne nascondono molti di più, circa 200, e il rischio del commissariamento non riguarda soltanto la sanità ma l’intera Regione Abruzzo, poiché il danno è strutturale, così come strutturale è la vocazione a fare danni di questo centrodestra dalla facile delibera clientelare – prosegue l’Onorevole del Pd -. Sorgono spontanee tre domande:

1) Che fine faranno le decine di milioni di collane, braccialetti e mancette dati per vincere le elezioni
regionali?
2) Diventeranno assegni a vuoto?
3) Può essere corruzione elettorale? Io ho l’esigenza di definire questa condotta con un istituto della
procedura penale. Naturalmente non è escluso che organizziamo un convegno sul tema per rubricare
l’esattezza di questa infettiva fattispecie
“.

Sulla vicenda, è dura anche la presa di posizione del capogruppo dem Silvio Paolucci:

Durante tutta la scorsa legislatura la sanità abruzzese targata Marsilio e Verì ha prodotto meno prestazioni, più mobilità passiva e più debiti. Utilizzate tutte le risorse disponibili, si è dovuto ricorrere a un’urgente legge regionale per trovare 53,9 milioni, spalmandoli sugli accantonamenti obbligatori previsti per gli anni 2024/2025/2026. Fondi che la nota dell’Assessore al Bilancio Quaglieri ai Dipartimenti regionali invita a ripristinare subito e per farlo è stato richiesto ai vari assessori di procedere urgentemente a imponenti tagli nei propri capitoli. Così ai tagli del bilancio della Regione, -18,9 mln sul 2024, 17,5 sul 2025 e 17,5 sul 2026, si sommeranno quelli propri del settore sanitario con i Piani di rientro che le 4 Asl dovranno predisporre nelle prossime due settimane, in ragione del disavanzo che si sta già cumulando nel 2024. Nel frattempo gli assessori sono stati riconfermati e manager e amministratori responsabili dei disavanzi delle quattro Asl, cosa mai verificatasi prima d’ora, sono rimasti tutti al proprio posto, nonostante per la legge dovrebbero essere già decaduti a causa del disavanzo“.

Duole che a pagare l’inefficienza di questa gestione debbano essere gli abruzzesi che già sono costretti a migrare fuori regione, o a rivolgersi al privato, oppure rinunciare a curarsi e che perderanno ancora altre cure, prestazioni e servizi senza ricevere in cambio nessun investimento – conclude Paolucci – . Eppure il Governo regionale al momento della predisposizione del bilancio 2024 e come abbiamo più volte denunciato, già sapeva del caos perché c’erano comunicazioni fra i due settori Sanità e Bilancio, ma non ha fatto nulla per evitarlo. Resta da sapere anche come si terrà il piano sanitario appena presentato con tante e tali falle, come si produrrà sviluppo e, anche, come faranno gli altri settori in difficoltà e bisognosi di sostegno, agricoltura in primis, ad averli se la sanità è oggi il vero e proprio buco nero del Marsilio bis“.