17 Luglio 2024 - 11:11:59

di Redazione

Nel lontano marzo 2021 veniva annunciata in pompa magna la creazione del “Collegio di merito Ferrante d’Aragona. Dopo più di 3 anni, il bilancio dell’iniziativa è semplicemente fallimentare: dei 600 posti previsti, di cui 400 gratuiti per “merito” e 200 a pagamento, ne risultano attivati zero”.

Lo scrivono in una nota i consiglieri Enrico Verini e Gianni Padovani che ricordano come 3 anni fa il progetto fu presentato come “un accordo epocale, fu detto, tra Università, Gran Sasso Science Institute (Gssi) e Comune per uno studentato diffuso nel territorio. Un progetto ambizioso che prevedeva la realizzazione di un collegio universitario sul modello della “residenzialità diffusa” con il nobile intento di fornire uno strumento di attrazione per gli studenti particolarmente meritevoli presso le varie istituzioni universitarie cittadine, offrendo agli stessi gli alloggi messi a disposizione dal Comune, reperiti sia dal “progetto Case Roio1”, sia tra quelli acquisiti per cessione dai privati a fronte dell’erogazione del contributo per l’acquisto di abitazione equivalente. Un progetto bellissimo, finanziato per 4.300.000 euro a beneficio dell’Università in ambito Restart, uno dei pochi atti di pianificazione approvati in Consiglio Comunale quasi all’unanimità”.

I consiglieri sottolineano il “flop totale che è un dato di fatto, non un’opinione politica, a cui si aggiunge l’ulteriore danno per i vari condomini in cui sono ubicate le abitazioni equivalenti che il Comune ha messo a disposizione dell’iniziativa, presso i quali non sono state pagate nemmeno le spese condominiali il cui ammontare, ad oggi, risulta ignoto ma che certamente costituisce un debito maturato con un contatore che non smette di girare, mentre scriviamo. L’unica cosa certa è che nessuno alloggio della Fondazione sarà messo a disposizione degli studenti neppure per l’anno accademico 2024/2025. Un caos che si aggiunge al caos, opacità negli atti amministrativi, che è poi la cifra caratteristica della gestione di questa Amministrazione che vive alla giornata, senza  programmare nulla, mettendo una toppa a colori alle criticità quando si presentano”.

“Ci chiediamo a questo punto se sia il caso di insistere con una iniziativa evocativa che non ha garantito alcun miglioramento della residenzialità universitaria, mentre ha dato sicuramente sfogo ad ambizioni di visibilità e postazioni di potere personale ad esponenti vari compresi del Gotha universitario. Tutto questo in una città che ha disperato bisogno di aumentare la propria dinamica sociale diurna soprattutto nel centro storico in cui, il progredire della ricostruzione di immobili, purtroppo non va di pari passo con il ripopolamento degli stessi”, proseguono.

Circa i costi, inoltre, aggiungono: “Oltre ai 4.300.000 euro di fondi Restart, quindi soldi pubblici, vanno aggiunti i costi di gestione, i costi condominiali, i costi per tenere in piedi la Fondazione, ci domandiamo se non ci siano modi alternativi di realizzare lo scopo prefisso”.

I consiglieri propongo, invece, “con tutti questi soldi si potrebbe semplicemente erogare un ‘bonus affitto’ da elargire, secondo criteri oggettivi di merito, agli studenti che intendono venire a studiare in città, e che poi potrebbero utilizzare questo bonus per pagare gli affitti e le spese presso i proprietari degli immobili cittadini messi a disposizione. Una soluzione di questo tipo, peraltro, andrebbe a sviluppare una economia “diffusa” a vantaggio dei cittadini aquilani proprietari, facendo in modo che il denaro pubblico investito abbia una ricaduta diretta in città“.

“Una soluzione semplice e immediata, che certo non appaga la fame di poltrone di questo o di quella, ma quale sarebbe l’interesse pubblico nel proseguire con questa scatola vuota? Lo scopo pubblico è quello della collettività, non certo quello di pochi notabili o politici che hanno smodate e mai appagate ambizioni personali da soddisfare. Noi siamo a favore della riconversione prospettata e per la liquidazione di questa iniziativa infruttuosa, che già è costata troppo ed ha portato soltanto a perdite di tempo. Accanirsi con questo progetto malfatto dalle fondamenta implica anche una precisa presa in carico di responsabilità a cui noi ci sottraiamo da oggi stesso, affinché domani si sappia chi ha fatto cosa e chi aveva invece una diversa idea ad esclusivo beneficio della città”, concludono.