13 Agosto 2024 - 07:47:25
di Redazione
Anche il Comune di Santo Stefano di Sessanio chiude, per il tratto di passaggio sul proprio territorio, il sentiero del “Centenario” che da Monte Brancastello arriva fino al Monte Camicia (L’Aquila).
Il sentiero attrezzato, realizzato nel 1974 dalla sezione del Cai dell’Aquila, è dotato di chiodi, funi corrimano e scale, alcune delle quali sono presenti ormai da molti anni, versando in uno stato di evidente ammaloramento.
Il sentiero necessita quindi di interventi di manutenzione straordinaria, come precisato nell’ordinanza n°5 del 9 agosto 2024 del comune di Santo Stefano Di Sessanio.
La decisione, afferma il sindaco Fabio Santavicca, si è resa necessaria dopo numerosi incontri e tavoli con gli enti preposti “che hanno portato ad un nulla di fatto”.
Nel corso di questi mesi sono stati tre gli incontri tra gli enti coinvolti per cercare di trovare una soluzione alle condizioni di ammaloramento del sentiero. Alle riunioni, cui hanno preso parte oltre ai comuni coinvolti (L’Aquila, Santo Stefano Di Sessanio, Calascio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, Isola del Gran Sasso e Castelli) anche rappresentanti della Regione, del Cai e del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, si è valutata la necessità di adottare, da parte degli enti competenti, delle specifiche ordinanze interdittive all’accesso ed al transito lungo il sentiero e dell’utilizzo delle attrezzature presenti fino alla loro rimozione.
“Come spesso capita, ai sindaci è rimasto il cerino in mano, nonostante avessimo anche proposto di mettere soldi nei nostri bilanci per poter intervenire – prosegue – Nel corso delle riunioni non si è mai trovata una soluzione per evitare di chiudere il sentiero, abitualmente percorso da numerosi escursionisti. Alcuni Comuni come Castelvecchio e Carapelle hanno fatto da subito le ordinanze. Anche il Comune dell’Aquila ha fatto lo stesso, salvo poi ritirarla perché nel suo tratto non ci sono aree attrezzate. Io ho voluto attendere per capire se fosse possibile trovare una soluzione che, invece, non è arrivata”.
“Abbiamo condiviso delle ipotesi per poter intervenire. Si sarebbe potuto, infatti, rimuovere il pericolo sui tratti interessati e mettere poi l’intervento di manutenzione straordinaria in una programmazione, per lavorarci con un progetto e, nel frattempo, trovare i fondi necessari – aggiunge Santavicca- Tuttavia il Parco, che è sempre stato presente alla riunioni solo con il direttore facente funzioni o con dei funzionari, ha più volte precisato di non essere responsabile, tirandosi indietro. In realtà, c’è una legge regionale che stabilisce come la competenza non sia solo dei Comuni interessati dal percorso, ma che la manutenzione straordinaria spetti anche al Parco. In questo modo, le responsabilità sono rimaste solo in capo ai sindaci che, come spesso accade, si sono trovati costretti a fare delle ordinanze di chiusura perché da soli possono fare ben poco”.