13 Agosto 2024 - 12:03:39
di Redazione
Stanno tornando a scaglioni in paese, assonnati e infangati, dopo una settimana trascorsa all’insegna della vita selvaggia, per una tradizione che risale alla seconda metà del secolo scorso.
Si tratta di quasi un migliaio di persone di tutte le età, che, come ogni anno, hanno lasciato le loro case a Scanno (L’Aquila), per una settimana circa, rigorosamente a ridosso del 10 agosto, notte delle stelle cadenti, per andare in tenda, accetta e zaino alla mano, in una località sperduta, selvaggia, dove non c’è campo telefonico e due le strade per raggiungerla sono sterrate, cosparse di dossi e fosse scavate dalle piogge e dalle ruote dei fuoristrada.
Nessun comfort, ma in compenso il cielo offre una vista nitida della Via Lattea, grazie alla lontananza dalle fonti luminose cittadine. È una località chiamata “Jovana”, una piana circondata dai monti Preccia e Sparvera, dove sorse un insediamento di epoca romana che si spopolò a seguito del distruttivo terremoto del 1435. Gli abitanti allora si spostarono nell’odierna Scanno, paese di montagna con il lago a forma di cuore, che oggi conta circa 1700 abitanti, e dista circa 40 minuti di macchina dal primo insediamento di Jovana.
Dagli anni Sessanta del secolo scorso, è tradizione per gli scannesi tornare alle origini, trascorrendo nella piana di montagna i questi giorni in cui il paese è preso d’assalto da turisti. Si organizzano allora in accampamenti sparsi nella piana di cica due ettari, dove oltre agli alberi svettano soltanto le rovine di una rocca medievale, pochi casolari di mattoni, una chiesetta senza fronzoli intitolata a San Lorenzo e uno spartano agriturismo senza pretese, circondato da pecore al pascolo, cani pastore abruzzese, e l’anziano Liborio, pastore che oltre 30 anni fa inaugurò l’attività in questa insolita località non turistica.
Intere famiglie con bambini, ragazzini più grandi, e anche i nonni: tutti a Jovana in tenda a stringersi attorno a un fuoco, a fare la brace, a suonare la chitarra, a ballare, a fare giochi d’altri tempi. Oltre al torneo di calcetto infatti, si fa il tiro all’uovo e quello alla fine, e la corsa con i sacchi. Alla vigilia della notte di San Lorenzo, il 9 agosto, arriva persino il dj con musica a tutto volume e passi di ballo in mezzo al fango, proprio come durante lo storico concerto hippie del 1969 a Woodstock.