14 Agosto 2024 - 11:22:04
di Redazione
Non si arrestano le polemiche dopo la delibera di giunta regionale approvata l’8 agosto, promossa dal vicepresidente della regione con delega all’agricoltura Emanuele Imprudente e pubblicata il 12 agosto, che prevede l’abbattimento selettivo dei cervi, dal prossimo 14 ottobre fino al 15 di marzo negli Ambiti territoriali di caccia (Atc) Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano e al di fuori delle aree protette e nelle aree ad esse contigue.
L’abbattimento, si precisa, potrà essere effettuato solo da cacciatori “selecontrollori”, che hanno che hanno partecipato a corsi di formazione.
Un argomento spinoso, quello dell’abbattimento degli animali selvatici, con gli animalisti più agguerriti che mai.
A scendere il campo il Wwf Abruzzo che parla di “una scelta scellerata e dannosa per la biodiversità e l’immagine del nostro territorio”
“Inesorabile il verdetto della Giunta Marsilio: quasi 500 cervi dovranno essere abbattuti – aggiunge il Wwf – Con una delibera di Giunta dell’8 agosto 2024, la Regione Abruzzo approva il prelievo selettivo al Cervo che sarà effettuato esclusivamente da cacciatori abilitati e avverrà in due aree dell’Abruzzo aquilano, definite Comprensorio 1 e Comprensorio 2, negli Ambiti territoriali di caccia (ATC) Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano, al di fuori delle aree protette e della Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise”.
“Una decisione che lascia davvero attoniti, sia sul piano riferibile alle logiche naturalistiche ed ecosistemiche sia su quello più emotivo: per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali presidente e vice-presidente della Regione Abruzzo manifestano una sempre maggiore sudditanza, si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica, e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni”, aggiunge la nota.
“Leggeremo con attenzione i documenti pubblicati dalla Regione Abruzzo per valutare ogni azione possibile da mettere in campo per contrastare questa scelta – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – La gestione della fauna è questione complessa che non può essere trattata come fosse un problema venatorio né si può ricorrere ai fucili come unica soluzione. Quanto accaduto per altre specie, come il cinghiale che, pur sottoposto a ogni tipo di prelievo venatorio non si riesce a controllare, dovrebbe essere emblematico”.
“In Abruzzo, poi, alcuni paesi hanno costruito sulla presenza manifesta dei cervi la propria immagine identitaria e ne hanno fatto un motivo di promozione turistica: per tutti i cittadini e i visitatori del territorio abruzzese questi animali rappresentano un patrimonio caratteristico della nostra terra e sono il simbolo stesso della natura che regna in questi luoghi e che rende la nostra regione conosciuta e apprezzata ovunque. Questi animali hanno il diritto di poter continuare a vivere tranquilli e tutelati sulle nostre montagne – precisa – Come giustificazione degli interventi di prelievo vengono spesso accampati i danni che alcune specie, tra cui il Cervo, possono provocare in agricoltura o con gli incidenti stradali, questioni sicuramente molto importanti e da tenere in grande e attenta considerazione. È indubbio, però, che per limitare tali rischi sul territorio, le azioni da realizzare in alternativa sarebbero molteplici, mentre ci duole osservare come poche di esse siano state attuate nella nostra regione”.
“I fondi del PNRR, ad esempio, avrebbero potuto essere impiegati per finanziare iniziative ad hoc per il nostro territorio, all’interno di una seria e organica programmazione da effettuare, questa sì, a livello dei comprensori – sottolinea –Quante recinzioni, repellenti, dissuasori sono stati forniti agli agricoltori da parte della Regione Abruzzo? Quante azioni risultano messe in campo per limitare il rischio di impatto con gli autoveicoli, come potenziamento dei sottopassi, costruzioni di sovrappassi, dissuasori? Esiste forse un piano per limitare i danni all’agricoltura basato sulla prevenzione? L’Abruzzo è la nostra casa comune, e ci impegneremo sempre con tutte le nostre forze per difenderla, custodirla e curarla e per promuovere una coesistenza con la fauna selvatica senza dover ricorrere per forza alla sua uccisione”.
Sull’argomento interviene anche l’onorevole Daniela Torto del MoVimento 5 Stelle si dice profondamente preoccupata “per la situazione della Regione Abruzzo guidata dal centrodestra che ormai ignora le vere priorità ed emergenze e si occupa in agosto di deliberare il calendario della caccia al cervo”.
“In piena emergenza idrica i veri danni all’agricoltura sono causati dalla mancanza di acqua e non da qualche cervo presente sul territorio. Esprimo sconcerto di fronte alla decisione di concentrarsi in questo momento su un’emergenza cervi che non esiste, trascurando questioni ben più urgenti e impattanti sulla vita dei cittadini abruzzesi – afferma – Mentre la rete idrica regionale versa in condizioni precarie e i raccolti degli agricoltori contano danni ingenti a causa della carenza idrica che, non dipende solo dal caldo, ma anche da una rete colabrodo e da infrastrutture troppo antiquate, l’assessore Imprudente finge di risolvere il problema degli agricoltori ordinando l’abbattimento di cervi. In un passaggio della delibera di approvazione si attribuiscono i danni all’agricoltura alla presenza di cervi. Assurdo! I danni all’agricoltura sono dovuti ai cambiamenti climatici, alla mancata attuazione delle promesse elettorali fatte da Marsilio&Co, ai sostegni economici per questa categoria mai arrivati perché quello che è stato stanziato non basta, sono quattro spiccioli a fronte di perdite ingenti”.
Così conclude la deputata teatina “la smettessero di prendere in giro gli abruzzesi e di giocare sulla pelle dei nostri animali. Tali scelte sono imprudenti, nomen omen. Queste decisioni contribuiscono soltanto ad alimentare il grave disservizio nei confronti dei cittadini abruzzesi, che continuano ad essere ignorati e soli. Fumo negli occhi e a danno delle nostre bellezze faunistiche. Totale disprezzo per queste politiche. Marsilio e Imprudente lavorino sulle vere emergenze e pongano freno alla crisi idrica ed agricola con soluzioni concrete”.