19 Agosto 2024 - 17:16:18

di Martina Colabianchi

L’assessore Tursini ha recentemente definito “rivoluzione sociale” il suo lavoro nel Settore Politiche sociali del Comune dell’Aquila: mi chiedo se lo abbia fatto per arginare le critiche che le sono giunte circa la notizia della sua assunzione come dirigente amministrativo nella ASL aquilana o per lasciare una sorta di rendiconto politico dell’attività fin qui svolta, considerato che per legge, si profila adesso l’incompatibilità tra il ruolo da assessore e quello da dirigente amministrativo della ASL. La sua assunzione infatti, oltre che nelle bizzarre modalità di pescaggio nelle graduatorie di altri concorsi, solleva il rischio dell’incompatibilità come ben disciplinato dalla legge Severino“.

Così, in una nota, il consigliere comunale di opposizione Paolo Romano, che prosegue:

Qualunque siano le motivazioni di questo manifesto sul suo operato da assessore, mi chiedo anche se Manuela Tursini parli dello stesso comune nel quale vivo, dove l’erogazione degli assegni di cura è un calvario per le famiglie aquilane con disabili o anziani nel nucleo, dove l’erogazione prevista nei piani povertà è indietro di anni, dove ci sono ritardi sui piani famiglia e dunque meno risorse anche ai consultori della città, dove il durante e dopo di Noi sono ancora fermi alla fase programmatica dei tavoli, dove ancora si è in attesa di sapere il destino dei due appartamenti, adeguati e arredati, di via Filomusi Guelfi, dove non esistono le linee guida comunali sulla non autosufficienza, cosa decisa e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale“.

In confronto alla prima consiliatura Biondi, – prosegue Romano – dunque in confronto al suo predecessore Bignotti, la situazione all’interno delle politiche sociali è addirittura peggiorata. Tursini non conosce le tematiche che tratta, prova ne sono le sue deboli risposte in aula di consiglio e commissioni e la sua guida traballante e confusionaria poiché priva della più elementare propensione a quell’approfondimento che il predecessore Bignotti, che pure ho incalzato senza sosta per cinque anni, aveva“.

Per capire meglio quanto il suo passaggio non abbia minimamente lasciato orme nell’assessorato di via Aldo Moro, basterebbe il fatto che in due anni Tursini non abbia fatto nulla neanche per dotarlo della figura di un dirigente dedicato e a tempo pieno, oltre che di personale qualificato, essendo i concorsi per assistenti sociali previsti, ma mai aperti: altro che rivoluzione sociale. Inutile anche costringere i pochi dipendenti a fare gli straordinari se non si ha una visione chiara delle Politiche Sociali. Per questi motivi, oltre che per il chiaro profilarsi della sua incompatibilità, Tursini dovrebbe dimettersi e lasciare che qualcun altro possa dedicarsi più e meglio alle Politiche Sociali della città“, conclude.