08 Settembre 2024 - 11:07:01
di Tommaso Cotellessa
La Regione Abruzzo viene bocciata sul tema della prevenzione.
A certificarlo sono i risultati del monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza relativi all’anno 2022, condotto dal Ministero della sanità.
Il rapporto testimonia che l’Abruzzo raggiunge la sufficienza per quanto riguarda l’area ospedaliera e l’area distrettuale, ma non nell’area della prevenzione.
Non si tratta però di un caso isolato, ma di una mancanza generalizzata che vede ben 7 regioni italiane non raggiungere gli standard minimi di sufficenza.
Il popolare detto “meglio prevenire che curare” sembra infatti destinato a rimanere solo un buon proposito piuttosto che un principio da seguire e perorare
La prevenzione, seppur ritenuta fondamentale dalla comunità scientifica, continua a confermarsi la cenerentola del servizio sanitario nazionale.
Dei 134 miliardi del fondo sanitario nazionale solo il 5% è destinato a screening, vaccinazioni e promozioni di stili di vita sani, ovvero tutte quelle attività che, come dimostrato, potrebbero rendere limitabile e prevenibile il 60% delle malattie.
In questa condizione era stato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a rappresentare la possibilità di un cambio di passo sul tema della prevenzione con lo stanziamento di 2 miliardi di euro destinati a promuove la diffusione delle case di comunità, strutture predispose a fornire ai cittadini assistenza continua e servizi di prevenzione, come visite mediche, screening e vaccinazioni, in modo da alleggerire il peso sui pronto soccorso.
Tuttavia, come certificato da un articolo del Sole 24, la promessa rischia di venir disattesa.
A due anni dalla scadenza fissata dall’Europa per l’apertura di 1420 case di comunità, ne sono attive solo 413, meno di un terzo del totale.
40 sono le case di comunità previste per l’Abruzzo, di cui solo 15 sono attive ad oggi. Il rischio è che l’Abruzzo e altre regioni rimangano indietro rispetto agli standard di assistenza previsti dal PNRR.
Inoltre resta il complesso tema della mancanza di personale medico, fenomeno che potrebbe vanificare l’intera operazione, rendendo le case di comunità delle mere scatole vuote.
Per garantire una vera prevenzione e un servizio sanitario più efficiente, servono più investimenti e un maggiore coinvolgimento del personale medico nelle nuove strutture. Solo così si potrà garantire una sanità territoriale efficace, come ribadito dagli esperti. D’altronde come si scrive sul sole 24 – è ora di invitare al ballo la cenerentola della prevenzione.