09 Settembre 2024 - 13:01:11
di Tommaso Cotellessa
Si pronuncerà nella giornata di oggi, lunedì 9 settembre, il Tribunale del Riesame di L’Aquila in merito alla scarcerazione di Ali Irar e Mansour Doghmosh, i due giovani palestinesi detenuti in carcere da sei mesi con l’accusati di essere “terroristi” e sui quali pesa una richiesta di estradizione da parte del governo di Israele.
La richiesta di cattura per i due giovani era stata annullata nel luglio scorso dalla Cassazione, rinviando così l’ultima decisione per la loro scarcerazione al Tribunale del Riesame di L’Aquila. La seduta definitiva in cui il tribunale doveva emettere il suo verdetto sarebbe dovuta essere quella di giovedì scorso, 5 settembre, tuttavia questa seduta è stata annullata a causa del fatto che non era stata data la possibilità ad Ali e Mansour di essere presenti e assistere, sia pur in video-conferenza, al loro processo. Per cui la Corte ha dovuto prendere atto, pena la nullità, delle richieste della difesa e ha rinviato il Riesame alla giornata di oggi.
In queste ore dunque si sta celebrando la seduta che consegnerà la conclusione del processo. I due giovani palestinesi sono collegati in videoconferenza per prendere parte alla seduta.
Nel frattempo dinanzi al tribunale dell’Aquila il comitato L’Aquila per la Palestina ha organizzato un presidio volto a manifestare la loro totale solidarietà e vicinanza nei confronti dei giovani posti sotto accusa.
Gli attivisti ritengono ingiusta la detenzione di Ali e Mansour e chiedono che venga annullata. In particolare il comitato chiede che venga riconosciuta ai due giovani la protezione internazionale e si appellano al diritto umanitario. Inoltre viene richiesta la scarcerazione di Anan Yaeesh, il cittadino palestinese arrestato a L’Aquila e accusato di terrorismo sulla base di indagini condotte in Israele, e la rottura di ogni rapporto diplomatico, economico e militare con lo stato di Israele da parte dell’Italia.
“Noi chiediamo – afferma ai microfoni de Laqtv Luigia Di Biase, del comitato L’Aquila per la Palestina – che siano scarcerati, perché sono stati detenuti ingiustamente. Per noi si tratta di una vera e propria montatura politica. Il loro arresto infatti è avvenuto a distanza di un paio di settimane da quello di Anan Yaesh, con il quale questi ragazzi hanno legami di conoscenza. Anan godeva della protezione internazionale in quanto rifugiato politico“.