15 Settembre 2024 - 10:11:55
di Martina Colabianchi
L’Abruzzo è in Italia la regione meridionale con il maggior numero di borghi, in tutto 26, ma non sa promuoverli come dovrebbe.
È quanto emerge dal rapporto Deloitte “L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia“, i cui risultati sono stati presentati la settimana scorsa in occasione del Festival de “I Borghi più belli d’Italia” svoltosi in Calabria dal 6 all’8 settembre.
La nostra regione vanta un grande numero di borghi, tanto da essere collocata al quinto posto su scala nazionale, subito dopo le centrali Umbria, Marche e Toscana e la Liguria, al primo posto tra quelle del nord.
Se questo dato non è una sorpresa, lo sono in negativo quelli sul turismo forniti sempre dallo studio di Deloitte riferito al 2022. Con 194 mila visitatori annui, l’Abruzzo si colloca tra le ultime posizioni in termini di turismo nei borghi, e scende fino al penultimo posto per percentuale di visitatori internazionali (solo il 7,4%).
Una fotografia impetuosa quella fornita nel corso del Festival e che fa riflettere su un enorme potenziale, in termini di bellezza e opportunità dei luoghi, forse perlopiù non ancora sfruttato a pieno e che porta, ancora una volta, la nostra regione di nuovo agli ultimi posti per quanto riguarda l’impatto economico che il turismo dei borghi ha sul PIL.
“All’Abruzzo serve una rinnovata e concreta strategia sul turismo, altrimenti resterà sempre un “mondo a parte“. Questo il commento di Antonio Di Marco, consigliere regionale Pd reduce dal Festival de “I Borghi più belli d’Italia”, di cui è anche presidente per quanto riguarda l’associazione di Abruzzo e Molise.
“Non basta, malgrado una contemporanea rilevazione di Openpolis abbia registrato un gran salto avanti nella digitalizzazione di famiglie e imprese abruzzesi, rispettivamente il 77 e il 98 per cento ha la banda larga, la scarsa capacità dei Comuni di proporre servizi digitali relega l’Abruzzo al terzultimo posto della classifica dei Comuni con servizi interattivi. E nonostante si stimi che il turismo indotto dai Borghi abbia generato nel 2022 circa 13,8 miliardi di euro di spesa complessiva e contribuito con circa 5 miliardi di euro al PIL italiano, supportando più di 91.400 occupati e generando più di 2,3 miliardi di euro di entrate, da noi il PIL del turismo non va oltre lo 0.18 per cento e ci vede fra le 8 peggiori performance nazionali, 11 punti sotto la media nazionale. Tutto questo deve portare l’intero sistema Regione Abruzzo a pianificare e promuovere una strategia veramente vincente per il territorio affinché si possa sfruttare a pieno il suo potenziale e che ad oggi non abbiamo ancora visto andare in onda“, prosegue Di Marco.
“L’incoming non si fa solo con gli annunci com’è accaduto in questi ultimi anni: servono piani, infrastrutture, risorse, una rete territoriale capace di raccontare l’offerta regionale in tante lingue, non in dialetto o per luoghi comuni chiari solo agli autoctoni e di un aeroporto che non perda voli e passeggeri come il nostro, che dal milione di utenti promessi dal presidente Marsilio è passato ai meno 21.000, spariti dai radar da giugno in poi. In pratica abbiamo tantissimi borghi, tre dei più importanti parchi nazionali d’Italia, montagne bellissime e coste raggiungibili in giornata, ma non siamo capaci di metterli a sistema e a produrre risorse ed economia“.
“Il mondo del turismo non può fare tutto da solo, serve una regia che all’Abruzzo manca e serve soprattutto che la biodiversità, il verde, il paesaggio comincino a essere considerati valore, investimento, una leva per produrre lavoro e, magari anche sventare lo spopolamento delle aree interne con progetti concreti di salvaguardia, come sanno fare meglio di noi altre regioni ad esempio il Trentino, il Veneto, la Puglia, ai primi posti della ricerca. Come presidente dell’Associazione I Borghi più Belli d’Italia in Abruzzo e Molise posso testimoniare che i nostri borghi dimostrano ogni giorno il potenziale che hanno, una realtà sotto gli occhi di tutti e che per tante comunità è una salvezza oltre che una via di sviluppo, occupazione, rinascita. Su questo la Regione deve ancora attivarsi, – conclude il consigliere regionale Pd – guardando al sistema turismo come una risorsa dell’economia e non come un valore aggiunto“.