18 Settembre 2024 - 11:16:56
di Redazione
“Una vicenda lunghissima e, come si suol dire, chi la dura la vince. La questione si è aperta con un esposto fatto all’Anac che ha dato poi seguito a determinate situazioni tra cui quelle che si ricorderanno sulla legittimità della nomina alla Gran Sasso Acqua. Sono state tutte risolte positivamente in nostro favore. Le interpretazioni sono sempre state quelle che abbiamo dato noi, sia la Gran Sasso, sia la mia posizione personale, e alla fine quest’ultima decisione del tribunale sul non celebrare un processo sull’ipotesi di un falso ideologico conferma su tutta la linea a quanto abbiamo sempre affermato”.
E’ soddisfatto l’avvocato Alessandro Piccinini, definitivamente prosciolto nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta inconferibilità dell’incarico di liquidatore della società Euroservizi della Provincia dell’Aquila.
Nessun falso ideologico sulla nomina a liquidatore, ha sentenziato nei giorni scorsi il giudice onorario del tribunale dell’Aquila, in sede predibattimentale, Angelo Caporale, con la formula del non luogo a procedere.
Piccini, che ha sostenuto la propria tesi difensiva assieme al collega Francesco Rosettini, era accusato “di aver attestato falsamente l’insussistenza di posizioni di inconferibilità o di incompatibilità alla designazione”.
Secondo l’accusa, infatti, Piccini aveva omesso di dichiarare il proprio precedente incarico politico di assessore al Commercio al Comune dell’Aquila dal 7 luglio 2017 al 26 marzo 2019, non rispettando il termine di un anno per il raffreddamento richiesto dalla legge Severino.
Piccini ha dimostrato la propria buona fede facendo rilevare che l’incarico era stato riportato nel proprio curriculum vitae allegata alla domanda di partecipazione per la nomina.
“Io ero certo del fatto che non avessi con dolo concretato nessuna ipotesi di reato – aggiunge – Però ero molto dispiaciuto perché sono un avvocato e ci tengo in modo particolare ad avere un’incensuratezza. Una vicenda, questa, a chiunque capiti, che è indubbiamente non positiva e dolorosa. Sono felice che il giudice abbia capito che non c’erano gli estremi per celebrare il reato. Questa era la fase predibattimentale in cui doveva sostanzialmente decidere se c ‘erano elementi idonei per supportare la cosa e celebrare un processo”.