23 Settembre 2024 - 17:36:03
di Tommaso Cotellessa
La grave situazione finanziaria di molti comuni italiani, causata dai ritardi nei rimborsi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è al centro dell’ultimo appello lanciato da UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani). Marco Bussone, presidente nazionale di UNCEM, e Lorenzo Berardinetti, presidente della sezione regionale, hanno sollevato una domanda cruciale: “Che fine hanno fatto i bonifici dello Stato, necessari per rimborsare i Comuni di quanto speso per il PNRR?”.
Secondo UNCEM, molti enti locali stanno affrontando serie difficoltà a causa dei ritardi nei trasferimenti di fondi da parte del governo centrale. I comuni, soprattutto quelli più piccoli, sono in difficoltà nel pagare le aziende che stanno eseguendo i lavori finanziati dal PNRR. Sebbene gli appalti siano stati aggiudicati e le spese sostenute, le risorse non sono state ancora accreditate.
Le preoccupazioni dei sindaci si fanno sempre più pressanti, con molti di loro che iniziano a pentirsi di aver partecipato ai bandi del PNRR. Bussone e Berardinetti hanno sottolineato come questi ritardi stiano mettendo in seria difficoltà le autonomie locali, creando un blocco nel processo di realizzazione dei progetti e nel pagamento delle imprese coinvolte.
UNCEM ha avanzato una proposta già dall’inizio del PNRR: creare un fondo rotativo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, che possa fornire liquidità immediata agli enti locali, specialmente a quelli con meno di 15.000 abitanti. Tuttavia, questa soluzione non è stata ancora implementata, lasciando i comuni a gestire autonomamente una situazione finanziaria sempre più critica.
Bussone ha concluso ribadendo la necessità di un cambio di rotta: “La spesa italiana del PNRR avanza sulla carta, ma non nella sostanza. I comuni sono bloccati e in crisi. La soluzione l’abbiamo già proposta. Ora serve un’azione concreta”.
L’appello di UNCEM rimarca dunque l’urgenza di rivedere i meccanismi di finanziamento del PNRR, per evitare che i ritardi mettano ulteriormente a rischio la sostenibilità finanziaria dei comuni e il completamento dei progetti previsti.