26 Settembre 2024 - 10:36:00
di Tommaso Cotellessa
La messa in sicurezza del Gran Sasso e le problematiche legate alla gestione delle risorse idriche stanno generando forti tensioni tra le istituzioni, le associazioni ambientaliste e i cittadini. Dal sequestro della captazione idrica nei Laboratori di fisica del 28 settembre 2018, sono stati persi ben 13 miliardi di litri di acqua potabile, una risorsa fondamentale che oggi finisce “a scarico”, aggravando una crisi idrica sempre più preoccupante.
Il sistema di captazione, che in passato riforniva l’acquedotto teramano con 80 litri al secondo, è stato bloccato dalla Procura di Teramo a seguito di rischi connessi alla sicurezza. Da allora, la gestione delle risorse idriche del Gran Sasso è diventata un nodo cruciale. Per affrontare la situazione, è stata istituita la figura di un Commissario che, dopo sei anni di attività, ha prodotto un Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) per la messa in sicurezza dell’area.
Lo scorso 13 agosto, il Commissario straordinario Corrado Caputi ha presentato una proposta per la perforazione di 21 sondaggi fino a 320 metri di profondità alla ricerca di nuove risorse idriche. Tuttavia, questa iniziativa ha sollevato numerose preoccupazioni. Il Forum H2O, insieme a diverse associazioni e cittadini, ha immediatamente denunciato che questi sondaggi potrebbero preludere alla realizzazione di nuove captazioni, in contrasto con le normative che tutelano i parchi nazionali, come quello del Gran Sasso.
Il Commissario ha inizialmente smentito l’intenzione di creare nuove captazioni, salvo poi ammettere che l’obiettivo era prelevare acqua in profondità, lontano dalle gallerie autostradali e dai laboratori sotterranei. Il Forum H2O ha criticato duramente questa posizione, sottolineando che l’abbandono delle captazioni esistenti comporterebbe un doppio drenaggio dell’acquifero, con metà dell’acqua destinata all’acquedotto e metà perduta.
Un punto particolarmente delicato riguarda il ruolo dei Laboratori di Fisica del Gran Sasso. Secondo il Forum H2O, i ricercatori dei Laboratori si oppongono ai lavori di messa in sicurezza che potrebbero causare disagi temporanei, scaricando così l’intero peso delle problematiche sui cittadini e sull’ambiente. In una memoria presentata al Comitato V.I.A., il Commissario Caputi ha accusato il Forum di creare “allarmismi pericolosi”, ma le preoccupazioni dell’associazione si basano su precedenti allarmi ignorati, come nel caso del grave incidente del 2002.
Il 9 settembre, l’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso ha dato il via libera ai sondaggi, specificando però che qualsiasi nuova captazione è vietata dalla legge. Questo intervento ha costretto il Commissario a rivedere le sue posizioni, dichiarando che la proposta del Progetto di Fattibilità non è ancora definita e sarà soggetta a ulteriori valutazioni in base ai risultati dei sondaggi.
La questione della sicurezza del Gran Sasso e della gestione delle sue risorse naturali richiede un dibattito pubblico ampio e approfondito. Le problematiche legate alla perdita d’acqua, ai lavori sulle infrastrutture e ai disagi subiti dagli automobilisti in occasione di interventi preliminari evidenziano l’urgenza di pianificare con chiarezza il futuro della montagna più alta dell’Appennino.
Il Forum H2O ha attivato nuovi accessi agli atti per fare luce su diversi aspetti della vicenda, inclusa la presenza di sostanze pericolose legate all’esperimento LVD nei Laboratori di Fisica, che avrebbero dovuto essere rimosse da tempo.
La gestione del Gran Sasso rappresenta una questione di primaria importanza, non solo per la salvaguardia dell’ambiente ma anche per la sicurezza delle risorse idriche e delle infrastrutture. Il coinvolgimento di tutte le parti interessate – istituzioni, cittadini, ricercatori e associazioni – è cruciale per evitare gli errori del passato e garantire un futuro sostenibile per la montagna, il suo parco e le sue preziose risorse.