08 Ottobre 2024 - 11:21:00
di Tommaso Cotellessa
Quella di domani , mercoledì 9 ottobre, sarà una giornata cruciale per la complessa vicenda relativa all’abbattimento dei cervi in Abruzzo disposto dalla delibera della Giunta regionale, che autorizza la caccia di 469 cervi a partire dal 14 ottobre. proprio domani infatti il Tar dell’Abruzzo sarà chiamato a discutere e pronunciarsi sul ricorso presentato dalle associazioni animaliste LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia.
C’è grande attesa riguardo il verdetto destinato ad avere un’ importanza cruciale nelle scelte della Regione.
Il tema dell’abbattimento dei cervi ha scatenato proteste da parte di associazioni animaliste, ambientaliste, e numerosi cittadini che, con una petizione su change.org ha raccolto oltre 133.000 firme contro quella che viene definita una “strage senza motivazioni tecnico-scientifiche“. Altre 46.000 persone hanno già inviato una mail al presidente della Regione, Marco Marsilio, chiedendo la sospensione della caccia ai cervi. Il dibattito sulla questione ha inoltre coinvolto personalità di spicco della cultura italiana come Donatella Di Pietrantonio, Dacia Maraini, Riccardo Milani e Setak, che insieme a ricercatori, naturalisti e amministratori locali hanno espresso il proprio dissenso verso la delibera.
La Giunta regionale ha motivato la disposizione di tale delibera con la necessità di contenere i danni all’agricoltura e il rischio di incidenti stradali, tuttavia questa versione non soddisfa le associazioni e gli attivisti.
Il WWF e le altre associazioni accusano la Giunta Marsilio di aver preso questa decisione esclusivamente per soddisfare le pressioni dei cacciatori, ignorando le numerose richieste di sospendere il provvedimento provenienti anche da membri della stessa maggioranza politica. “Non è accettabile — sottolineano le associazioni — che la vita di 469 cervi diventi una merce di scambio politico.”
Inoltre le associazioni si appellano ai dati forniti dal Servizio Territoriale per l’Agricoltura Abruzzo Ovest secondo i quali i danni provocati dai cervi tra settembre 2022 e agosto 2023 ammontano a 25.940,73 euro, una cifra considerata trascurabile dagli attivisti. Inoltre gli animalisti fanno appello anche ai dati riguardanti gli incidenti stradali, forniti dall’Osservatorio dell’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale (ASAPS). Secondo questi ultimi su scala nazionale, nel 2022, sono stati registrati solo 163 incidenti con animali selvatici, pari allo 0,2% del totale. Un numero irrisorio che non giustifica, secondo le associazioni, una caccia così massiccia ai cervi in Abruzzo.
Le associazioni animaliste evidenziano che la Regione ha imposto ai cacciatori il pagamento di una somma di denaro per ogni cervo abbattuto, compresi i cuccioli appena nati, da versare nelle casse degli Ambiti Territoriali di Caccia, gestiti dagli stessi cacciatori. Un sistema che, secondo gli ambientalisti, rende evidente l’intento di utilizzare l’abbattimento degli animali come strumento di guadagno e consenso, piuttosto che come misura per la tutela ambientale.
Il destino della delibera è ora nelle mani del TAR, ma le associazioni, i cittadini e i sostenitori della campagna contro la caccia ai cervi si augurano che la giustizia possa fermare quella che considerano una “strage inutile”, per proteggere una delle specie simbolo della regione e la sua identità come “regione verde d’Europa”.