10 Ottobre 2024 - 11:30:58
di Redazione
“Fitti passivi che vengono ancora pagati e volontà di acquistare nuovi immobili, nonostante siano disponibili da anni 33 milioni di euro per una sede unica comunale”.
Il Partito Democratico aquilano è tornato a denunciare, questa mattina nel corso di una conferenza stampa, la questione delle sedi degli uffici comunali cittadini, chiedendo l’intervento della Corte dei Conti.
Gli uffici comunali hanno una importanza primaria per i cittadini, le imprese, le famiglie visti i servizi erogati quotidianamente che devono tendere a facilitarne la vita.
“Da che abbiamo memoria, gli uffici comunali sono sempre stati allocati in diverse sedi – hanno precisato i Dem – prima del sisma erano ripartiti tra Palazzo Margherita, via Sassa, via Roma, via Rocco Carabba e l’ex asilo di via Scarfoglio oltre naturalmente all’autoparco. Il terremoto ha acuito la frammentazione che, ancora oggi, incide direttamente e pesantemente sui costi di mantenimento delle strutture, sull’erogazione dei servizi, sulla qualità dei luoghi di lavoro per i nostri dipendenti”.
Attualmente gli uffici ed il relativo personale sono distribuiti nelle seguenti sedi: Palazzo Margherita, quale sede istituzionale; Palazzo Fibbioni; via Avezzano (uffici per la ricostruzione e quelli per la pianificazione territoriale e l’edilizia); via Scarfoglio (uffici della Polizia Municipale); via Roma (uffici dell’anagrafe e stato civile); via XXV Aprile (uffici dell’ambiente, progetto case, usi civici); via Aldo Moro (uffici del sociale); via Ulisse Nurzia (uffici del Ricostruzione Pubblica); villa Gioia (uffici finanziari e dei tributi).
Ogni anno, per le sedi dislocate, il Comune dell’Aquila spende poco più di 1 milione di euro in fitti ad imprenditori privati, hanno precisato.
“La passata amministrazione di centrosinistra aveva lavorato al progetto di una moderna sede unica comunale nell’area dell’autoparco che, nel tempo, ha cambiato destinazione da artigianale a commerciale, residenziale e per i servizi. Era prevista la realizzazione di un grande parcheggio multipiano nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo. Si intendeva dotare la sede, inoltre, di un asilo nido e di un CRAL a servizio dei dipendenti. In quella visione, a Palazzo Margherita sarebbero rimasti gli uffici istituzionali (Consiglio, Sindaco, Giunta, Gruppi consiliari) e gli uffici della cultura. Un progetto che aveva stimolato un’ampia discussione, anche nel centrosinistra, ma su cui si era ottenuto un finanziamento di 35 milioni di euro, a valere sulla delibera Cipe 135/2012“.
Dal 2013 al 2015, si svolsero i passaggi necessari: verifiche, relazioni geologica e sismica, con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, in data 17 giugno 2014, tra il Comune d’Aquila, l’Ordine Nazionale degli Ingegneri (CNI) e l’Ordine Nazionale degli Architetti (CNAPPC) per la costituzione della Commissione Giudicatrice per il Concorso Nazionale di Progettazione della sede unica, nonché per la creazione e gestione di una piattaforma on-line per la gestione del concorso e la predisposizione di una sezione web sul sito istituzionale del Comune.
“Il 31 maggio 2017 a poche settimane dalle elezioni comunali, venne consegnato il documento che l’amministrazione aveva commissionato all’Università dell’Aquila – Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale, condotto da una equipe di esperti del settore coordinati dal Prof. Ing. Maurizio Leopardi, consistente nello studio di fattibilità idrologico-idraulico, al fine della mitigazione del rischio idraulico indotto dal fosso di San Giuliano, sull’area individuata. Da allora, sono passati 7 anni e mezzo. Pur avendo 35 milioni in cassa sin dall’insediamento, Biondi e i suoi assessori non sono stati in grado di muovere un passo. E la collettività continua a sopportare costi per gli affitti pari ad 1 milione di euro l’anno. Uno spreco di risorse inaccettabile. Trattandosi di un’opera strategica, e discussa, l’amministrazione di destra aveva tutto il diritto di immaginare una soluzione diversa per la sistemazione degli uffici comunali rispetto al progetto ereditato; in quasi 8 anni, però, non si è stati capaci di definire una alternativa concreta e sostenibile. Rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri di opposizione, nel dicembre 2022, il vicesindaco Raffaele Daniele ha messo nero su bianco la confusione amministrativa della Giunta comunale”.
In sostanza, il progetto di sede unica comunale è stato spacchettato in due lotti, hanno sottolineato ancora i Dem: il primo, per un ammontare di circa 13 milioni di euro, prevede di realizzare la nuova sede dell’autoparco dov’era, sebbene la zona, negli anni, abbia cambiato destinazione; qui, dovrebbero trovare sistemazione anche gli uffici della Protezione Civile e della Polizia municipale, gli unici servizi che, paradossalmente, sono già collocati in sedi di proprietà comunale. Gli altri settori, invece, continuano ad avere sede in uffici privati, eccetto le funzioni istituzionali tornate a Palazzo Margherita, con una collocazione disorganica e inefficiente. Per la futura collocazione di questi settori, è buio pesto. Sono oggetto del così detto secondo lotto di lavori, per un importo previsto di circa 21 milioni di euro, che però non sono stati ancora definiti.
“Stando alle parole del vicesindaco Daniele, in un primo momento si era pensato di realizzare una sede comunale di 26mila metri quadrati nell’ex op di Collemaggio, se non fosse che, in seguito, si è fatto marcia indietro progettando – ancora soltanto a parole – di realizzarvi un polo scolastico. Quindi, si è stabilito di optare per una sede diffusa su più edifici in centro storico: oltre a Palazzo Margherita e palazzo Fibbioni, la ex scuola De Amicis a San Bernardino, l’ex Regio Liceo a Santa Maria di Farfa e il Palazzo ex Littorio in via Sassa. Peccato che non ci fosse alcun piano della mobilità, e tantomeno un adeguato piano parcheggi, necessario allorquando si decide di realizzare uffici pubblici altamente attrattivi in una area già congestionata. Sta di fatto che erano due gli step previsti: entro il 2021, alcuni uffici sarebbero stati trasferiti alla ex De Amicis, con la rifunzionalizzazione di Palazzo Margherita e Palazzo Fibbioni; entro il 2025, invece, si sarebbe proceduto al trasferimento degli altri uffici all’ex Regio Liceo e al Palazzo ex Littorio. Ovviamente, siamo ancora all’anno zero. Anzi, apprendiamo dalla stampa che, dopo aver annunciato una sede diffusa in centro storico, si starebbe andando in un’altra direzione: l’amministrazione avrebbe deciso di acquistare un vecchio immobile privato, la ex sede degli uffici del catasto in via Filomusi Guelfi, a poche centinaia di metri dall’autoparco, per un costo stimato di oltre 5 milioni di euro, sebbene si disponga di proprietà pubbliche rilevanti”.
“A quasi 8 anni dall’insediamento, non ci sono risposte a queste domande. Fallita l’idea di realizzare una moderna sede unica alle porte del centro storico, fallita l’idea di realizzare una sede diffusa in centro storico. Intanto, 35 milioni sono fermi nelle casse comunali e, ogni anno, le aquilane e gli aquilani sborsano 1 milione di euro delle loro tasse per pagare fitti passivi a imprenditori – hanno incalzato – Sono state tradite le lavoratrici e i lavoratori del Comune che meriterebbero una sede efficiente e moderna con parcheggi, mensa ed asilo nido; è stato tradito il centro storico, che meriterebbe un progetto di riqualificazione urbanistica di ampio respiro e dove, al contrario, non solo non si vogliono ricostruire le scuole ma non si riportano neanche gli uffici che pure erano stati promessi. È stata tradita la promessa di rigenerazione urbana, se è vero che 35 milioni, stanziati per un progetto strategico, restano congelati e usati come tesoretto per tappare i buchi di questa amministrazione”.
“Non comprendiamo davvero il letargo della Corte dei Conti che, ci auguriamo, possa attenzionare al più presto questa vicenda che racconta di inerzia amministrativa, incapacità progettuale e sperpero di risorse pubbliche”, hanno concluso.
QUANTO SI SPENDE