18 Ottobre 2024 - 10:41:54

di Tommaso Cotellessa

L’improvvisa comunicazione diffusa nella serata di ieri dalla struttura commissariale relativa alla sospensione delle attività di messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso all’interno del traforo ha provocato sconcerto nella popolazione e nella comunità politica.

Al fine affrontare e gestire la situazione venutasi a creare dopo alla luce dell’innalzamento del valore di torbidità delle acque all’interno della galleria destra del Traforo del Gran Sasso, nella direzione Roma-Teramo, è stata convocata per martedì 22 ottobre alle ore 10:00 presso la Sala “G. D’Annunzio”, al 2° piano del Palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila, una Commissione Vigilanza d’urgenza avente per oggetto la Messa in sicurezza acquifero del Gran Sasso

Nel corso della stessa saranno ascoltati il Governatore Marco Marsilio; il Commissario Straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso Pierluigi Caputi; il Presidente della Ruzzo Reti S.p.A. Alessia Cognitti (o suo delegato); il Presidente Gran Sasso Acqua S.p.A. Ivo Pagliari (o suo delegato); il Direttore Generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia (o suo delegato) per le competenze connesse al Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN).

Premesso che bisogna evitare ogni forma di allarmismo, anche perché l’acqua intorbidita non è mai entrata in circolazione perché la Ruzzo Reti SpA l’aveva già messa a scarico, è giusto capire cosa sta accadendo sotto al Traforo del Gran Sasso – ha spiegato il Presidente della seconda commissione Sandro Mariani vogliamo conoscere quelle che sono le attività che si stanno svolgendo in questi primi giorni da parte della società Italferr S.p.A. e quali sono le precauzioni che si stanno adottando perché oltre al problema legato al traffico, che non sarà oggetto di questa seduta, vogliamo capire quello che sta accadendo e come viene tutelata la salute dei cittadini abruzzesi, in particolare teramani e aquilani”.

Sul tema è intervenuto anche l’ufficio Tecnico della Gran Sasso Acqua S.p.A. che, scongiurando problematiche relative alla potabilità dell’acqua corrente, ha confermato che non ci sono problemi di alcun tipo sull’ acqua messa in distribuzione. “I parametri di potabilità continuano ad essere monitorati e negli ultimi giorni non hanno presentato variazioni di rilievo

Questa mattina sull’affaire Gran Sasso è intervenuta anche l’onorevole teatina Daniela Torto per mezzo di una nota congiunta assieme alla consigliera comunale di Roseto Rosaria Ciancaione.

Le due esponenti del Movimento 5 Stelle nel denunciare le pesanti criticità scaturite dalla vicenda relativa ai lavori del Gran Sasso, che in un primo momento hanno causato ingenti danni alla viabilità per poi giungere alla sospensione dovuta al rilevamento di valori fuori norma, si scagliano contro l’amministrazione regionale tanto da chidersi se “Regione Abruzzo sia in grado di affrontare la messa in sicurezza del Gran sasso in altro modo, di gestire la nostra fauna e le nostre riserve naturali, come il Borsacchio, pensando all’immagine della nostra regione e al benessere dell’ecosistema. Per non parlare dei fortissimi dubbi che sorgono in merito alla capacità di risolvere i problemi della sanità abruzzese. Il Presidente Marsilio e il governo Meloni battano un colpo, l’Abruzzo non è terra di conquista!”

Nella nota inoltre si parla di un “disastro annunciato”, nei giorni scorsi infatti la stessa onorevole Torto aveva presentato un’interrogazione parlamentare per capire se il Ministro dell’Ambiente era al corrente di quanto stava accadendo in Abruzzo e quali iniziative avesse inteso assumere per evitare le 21 perforazioni in profondità del Gran Sasso. In seguito Torto aveva presentato un’altra interrogazione, questa volta rivolta al ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Ma in entrambi i casi le interrogazioni non hanno avuto particolari riscontri.

In Abruzzo – scrive Torto – accade che si facciano progetti di messa in sicurezza del Gran sasso per i quali gli atti pubblicati dicono che necessiti una spesa di oltre 3 mln di euro ed altrettanti per la progettazione che, invece, secondo quanto scritto dallo stesso Commissario e da Italferr, sono finalizzati a trovare soluzioni progettuali per realizzare nuove captazioni. Ma vogliamo ricordarlo, nuove captazioni sono assolutamente vietate dalla legge!” 

Come si legge dalle parole di Italferr diffuse ieri pomeriggio da Caputi, al semplice allestimento dei cantieri si è riscontrato un rilevante innalzamento del valore di torbidità dell’acqua rilevato dalla Ruzzo Reti S.p.A., di 4 volte superiore a quella prevista nella procedura e dalla normativa, nonostante il blocco del traffico nelle gallerie del traforo che avrebbe dovuto incidere in termini positivi, oltre ad aver riscontrato anche la rottura del collettore di drenaggio principale (canala) all’interno della galleria e, solo la messa a scarico preventivo dell’acqua, mai immessa nella rete idrica, come affermato dalla Ruzzo Reti, ha evitato conseguenze che potevano essere davvero drammatiche. Il disastro lo avevamo annunciato e non può essere sottaciuto che ai cittadini non è garantita un corretta gestione della risorsa acqua, adesso anche torbida.  Insomma, un disagio dietro l’altro” così si conclude la nota.

La complessa situazione non ha lasciato indifferenti nemmeno le associazioni ambientaliste, che anzi sono intervenute chiedendo chiarimenti. In particolare è il Wwf ad essere intervenuto a mezzo stampa:

Ieri è stata una giornata di caos per l’acquifero del Gran Sasso. Lavori interrotti, dichiarazioni che si sono accavallate tra il Commissario per l’emergenza idrica dell’acquifero del Gran Sasso, la ditta incaricata del progetto che sta svolgendo i sondaggi e la Ruzzo Reti, con un neanche troppo velato rimpallo di responsabilità. E nei giorni precedenti polemiche sui lavori e sui disagi che stanno comportando ai cittadini, discussioni sull’utilità dei sondaggi, mentre onestamente non si è neppure compreso bene quale sia l’idea progettuale che si sta perseguendo: messa in sicurezza delle gallerie dell’A24 e dai Laboratori sotterranei dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) rispetto all’attuale sistema di prelievo o ricerca di nuovi punti di captazione allontanandosi da gallerie e Laboratori? Il tutto mentre ad oggi l’INFN non ha neppure concluso le attività per rimuovere le sostanze pericolose stoccate nei Laboratori del primo esperimento che ha deciso di dismettere, il processo per l’incidente del maggio 2017 si trascina da anni, si continuano a mandare a scarico circa 80/100 litri di acqua al secondo perché non sicura. Nessuno ha notizia della Cabina di coordinamento e verifica che il Presidente Marsilio dirige e nella quale la politica regionale e nazionale non ha mai voluto invitare, neppure come auditori, le associazioni ambientaliste che per prime e per molti anni da sole e inascoltate hanno denunciato i pericoli della commistione tra l’acquifero e le gallerie autostradali e i laboratori. Dopo tre commissari straordinari, milioni di euro spesi, due processi, a distanza di 24 anni dalle prime denunce degli ambientalisti, non si è neppure iniziato a lavorare alla soluzione definitiva del problema“.