21 Ottobre 2024 - 16:20:49
di Martina Colabianchi
Il traforo del Gran Sasso sull’A24 “riaprirà entro uno o due-tre giorni” alla normale circolazione dei veicoli.
È quanto annunciato da Pierluigi Caputi, commissario straordinario nominato dal Governo per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso, all’inizio della conferenza stampa tenuta all’Aquila per fare il punto sull’emergenza scattata dopo la comunicazione della possibile rottura di una ‘canala’ del collettore idrico, scoperta prima dell’inizio dei lavori di carotaggio ad opera della società Italfer del gruppo Rfi.
Infatti Caputi, nell’illustrare come sarebbero andati realmente i fatti, ha sottolineato come gli eventi della rottura della canala e l’intorbidimento dell’acqua, che hanno comportato lo stop dei lavori, sarebbero stati antecedenti all’inizio effettivo di questi, in quanto i mezzi di Italfer predisposti allo svolgimento dell’opera ancora non erano giunti sul posto nel momento in cui si è rilevato il problema.
Secondo quanto affermato da Caputi, tra qualche giorno si tornerà alla normalità come chiesto da più parti negli ultimi giorni. Stop, quindi, alla circolazione a senso unico normata da semafori iniziata il 14 ottobre.
Se la decisione fa tirare un sospiro di sollievo a tanti automobilisti, restano da comprendere ora le cause scatenanti l’innalzamento dei valori di torbidità dell’acqua, a questo punto non più collegabili alle attività di Italfer.
“C’è un motivo oggettivo da indagare sulla torbidità. Il sistema di sicurezza delle due aree del Gran Sasso è efficiente. La Ruzzo reti pubblicherà un report sulla situazione“, ha affermato in conferenza stampa Caputi, che ha anche rivolto un ringraziamento per la sinergia interistituzionale. “Strada dei Parchi è stata disponibile su ogni azione – ha detto – e la Polizia Stradale si è rafforzata, con più forze per presidiare i cittadini in coda al traforo“.
Pietrucci (Pd): “Totalmente assente cabina di regia, domani Commissione Vigilanza per fare chiarezza”
“E’ mancato davvero poco che il traforo del Gran Sasso a senso unico alternato di marcia divenisse l’unica via per collegare L’Aquila e Teramo, e per alcune ore è stato effettivamente così. Nel pomeriggio di oggi infatti, sulla SS80, ai già nove cantieri aperti con ben otto semafori presenti, si è aggiunta anche una frana che ha determinato la totale chiusura della strada statale per il passo delle Capannelle, l’unica che collega la provincia di L’Aquila con quella di Teramo, alternativa all’A24“.
Così, in una nota, il consigliere regionale Pd Pierpaolo Pietrucci.
“Viene da pensare se l’improvvisa accelerazione della riapertura del traforo non sia dovuta proprio alla frana, ma in ogni caso la situazione dimostra una volta di più come sia mancata totalmente una cabina di regia da parte della Regione Abruzzo che, per ammissione dello stesso Commissario Caputi, era a conoscenza della chiusura del traforo già da Aprile e ciò nonostante non ha mai messo intorno a un tavolo Anas, Autostrada dei parchi, gestore autostrada A14, Sindaci dell’Aquila e di Teramo, i Commissari e tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda“.
“Nel ringraziare comunque l’ing. Marasco e il personale ANAS per la solerzia con la quale sono intervenuti, resta il tema dell’isolamento dei Comuni di montagna del Teramano e dell’Aquilano dei due versanti del Gran Sasso, condizione inaccettabile dopo sei anni di governo Marsilio“.
“Domani intanto nella commissione da me richiesta vogliamo si chiariscano pubblicamente le evidenti responsabilità degli Assessori Regionali, anche attraverso assunzioni di responsabilità da parte di chi nella Giunta Regionale aveva il dovere di sovrintendere e non lo ha fatto. Vogliamo sapere cos’è successo con i lavori mai partiti sotto il traforo e le cause della rilevata torbidità dell’acqua“.
“Restano infatti tutte le perplessità sui lavori e sull’esigenza di spendere la mole di risorse economiche concentrate sulla nostra montagna, già fin troppo martoriata negli ultimi cinquant’anni, con conseguenze sulla qualità dell’acqua in quello che è il serbatoio più grande del CentroSud“.
“Colgo anche l’occasione per stigmatizzare la gestione complessiva della comunicazione da parte di Regione Abruzzo e dei commissari che è ai limite del dilettantismo e della superficialità“.
Verini e Padovani: “Invitiamo il commissario Caputi a dimettersi”
“Prendiamo atto con soddisfazione della riapertura del traforo del Gran Sasso a doppio senso di circolazione, ma resteremo vigili nel caso sia necessario continuare la raccolta firme per la “class action”, ove si pongano in essere ulteriori azioni sconsiderate sulla viabilità che già tanti disagi e costi hanno arrecato in queste settimane a imprese, lavoratori e studenti. Sono decenni che si svolgono analisi geognostiche e tavoli tecnici, ma non è stata ancora attuata una soluzione soddisfacente perché il senso unico alternato si è rivelato essere un danno ed una beffa“.
“Ma non si può chiudere la questione con una conferenza stampa. Troppa superficialità, troppa improvvisazione, troppo scaricabarile. La vicenda che si sta sviluppando sui lavori all’acquifero del Gran Sasso sarebbe comica se non fosse tragica: ammesso e non concesso che i lavori servano e siano quelli giusti, il soggetto giuridico che ha previsto un sistema di circolazione a senso unico alternato per tre anni, con il conseguente gravissimo danno per L’Aquila, ha peccato quantomeno di pressapochismo. E’ mancata una ragionevole diligenza, forse sussiste un difetto di conoscenze, forse c’è stata eccessiva prudenza nel non voler attuare il doppio senso di marcia nella stessa galleria, come peraltro si fece per dieci anni dal 1984 al 1993“.
“Un pressappochismo di contesto generale che dovrebbe far riflettere Pierluigi Caputi, commissario straordinario del Governo per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. Il commissario dovrebbe pensare seriamente a dimettersi, considerate pure le importanti ed autorevoli prese di posizioni tecniche sulla effettiva utilità e opportunità di prevedere carotaggi nel delicatissimo equilibrio della pancia del Gran Sasso“.
“In questi giorni abbiamo assistito alla confusione allo stato puro, ad una agenda in continua evoluzione nella intricata soap opera della messa in sicurezza dell’acquifero, con acque torbide, file chilometriche ed enormi disagi. La vicenda solleva anche inquietanti dubbi sulla vigilanza da parte di chi avrebbe dovuto monitorizzare i cantieri ovvero una sottovalutazione del rischio conseguente alle azioni messe in opera“.
“Se il commissariamento ha portato a tali risultati, certamente auspichiamo la fine del commissariamento. I cittadini non sono sudditi e non possono tollerare altre puntate della telenovela, vittime inconsapevoli di approssimazione e conflitti di competenza“.