30 Ottobre 2024 - 10:12:15
di Redazione
“Gravi e preoccupanti” le dichiarazioni rilasciate da Lfoundry e “stridono con i guadagni realizzati dall’azienda e con il record produttivo raggiunto nel 2023”.
E’ il commento di Fiom, Nidil e Cgil a margine dell’incontro di ieri sulla crisi dell’azienda presso la sede romana del Ministero del Made In Italy alla presenza del sottosegretario Fausta Bergamotto e del sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio.
I sindacati chiedono “che vengano ritirati i provvedimenti annunciati, che penalizzano pesantemente occupazione e reddito dei lavoratori, e che ogni eventuale finanziamento pubblico, anche quello sulla formazione, sia vincolato alla salvaguardia occupazionale, salariale e produttiva, perché non si possono accordare fondi pubblici a chi dichiara di voler rispedire a casa oltre 100 persone e tagliare i salari”.
“L’azienda ha comunicato che è tuttora in corso il processo di transizione, partito nel 2019 con la vendita di tutte le quote societarie alla cinese Sparc, che aveva come obiettivo quello di andare verso la produzione di prodotti propri, processo che a quanto pare è ancora ben lontano dall’essere compiuto, nonostante i numerosi strumenti già utilizzati dall’azienda (tra cui Fondo Nuove Competenze e Contratto di espansione) che hanno visto l’utilizzo di risorse pubbliche. Il contratto con il cliente principale è stato prorogato per il 2025, ma solo per una parte delle produzioni – proseguono i sindacati – L’azienda ha dichiarato che a partire da gennaio 2025 tutti i lavoratori in somministrazione (oltre 100 persone) verranno lasciati a casa, e che circa 80 lavoratori LFoundry passeranno da indiretti a diretti, andando incontro a un potenziale demansionamento. L’azienda ha inoltre dichiarato che, in concomitanza con il cambio turno avviato il 1 ottobre, intende mettere in discussione le attuali maggiorazioni turno, la qual cosa si tradurrà per le lavoratrici e i lavoratori in taglio salariale. Altra comunicazione ha riguardato Help desk e Security che saranno oggetto, rispettivamente, di esternalizzazione e internalizzazione; da capire cosa succederà alle lavoratrici e ai lavoratori interessati. Il tutto in assenza di una seria politica di rilancio e sviluppo del sito di Avezzano e delle sue produzioni”.
ll sindaco Di Pangrazio esprime una soddisfazione rimasta a metà.
“Nel 2013, mi trovai seduto attorno a questo stesso tavolo di oggi, anche se con altri attori istituzionali protagonisti. L’obiettivo, però, allora come ora, è sempre stato uguale: blindare i posti di lavoro, conservare e potenziare il know-how e mantenere la produzione nella città di Avezzano. All’epoca, per la Micron, ci furono dei licenziamenti: adesso, dopo l’incontro con l’azienda e con il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, mi aspetto di ascoltare una musica diversa. Abbiamo già perso 400 professionalità nel corso degli ultimi anni; da gennaio perderemo anche i lavoratori in somministrazione, dobbiamo attivare tutti i meccanismi necessari per intercettare fondi preziosi e rilanciare il patrimonio professionale e produttivo della LFoundry”.
“Decisiva è stata l’opera di raccordo tra le parti attuata dal sottosegretario Bergamotto, ma per mettere al sicuro una realtà strategica e centrale per il tessuto produttivo marsicano e abruzzese quale la LFoundry, dobbiamo fare squadra tutti assieme, a partire fin da ora: dai politici ai sindacati, dagli amministratori al management – prosegue – L’accento lo voglio porre subito, però, sul dato positivo della vicenda, ovvero sulla pianificazione industriale triennale che, finalmente, dopo numerose sollecitazioni sopraggiunte anche da parte dell’amministrazione comunale, è stata presentata dall’azienda: questo piano di sviluppo di nuovi prodotti per il mercato traghetterà la fabbrica fino al 2027. Dal 1 gennaio, inoltre, si rinnoverà per un altro anno (fino al 2025) il contratto con il committente americano, per un particolare settore di produzione”.
“Poi, – continua il sindaco – la nota dolente, che non mi è piaciuta affatto: non vedo ad oggi prospettive di incremento o di rigenerazione del sito, ma solo il mantenimento dell’attuale capacità produttiva. Stamattina, inoltre, l’azienda ha annunciato 100 licenziamenti di staff leasing, ovvero dei cosiddetti lavoratori interinali. Una ricollocazione, invece, andrà ad interessare altre 80 unità, le quali passeranno dal settore dei servizi di supporto all’area dei servizi di produzione. Questa è la rotta che stona in un progetto di sviluppo e che dobbiamo invertire”.
Il sindaco, infatti, nel corso dell’incontro odierno, ha evidenziato la necessità di studiare delle formule alternative, come lo scivolo pensionistico, per poter introdurre nuove leve e dare il giusto ricambio generazionale alla fabbrica.
“Sotto questo punto di vista – spiega – sono in sintonia con le Rsu di stabilimento e con i sindacati. Un polo produttivo come quello che è presente ad Avezzano legato a doppio filo ad un settore in crescita esponenziale quale quello dei semiconduttori, va accresciuto e non fatto sopravvivere e basta. Non dimentichiamoci che, nella nostra città, c’è la Micron, che è culla di ricerca riconosciuta in tutto il
mondo”.
Ha preso parte all’incontro di questa mattina, anche l’assessore comunale Alessandro Pierleoni, con delega alle politiche del lavoro. Seduto attorno al tavolo di concertazione, l’amministratore delegato della LFoundry, D’Antiochia, assieme a tutta la dirigenza. Il manager ha illustrato l’andamento dell’azienda, precisando che quest’anno l’utile è stato di 16 milioni di euro.
“Tra Europa e Governo italiano, infine – conclude Di Pangrazio – sono stati stanziati a beneficio del campo di azione dei semiconduttori, 50 miliardi di euro, di cui 40 miliardi provenienti dai canali dell’Ue e 10 dallo Stato nazionale. L’azienda dovrebbe intercettare queste risorse fondamentali per un rilancio in chiave futura di tutto il sito, presentando un progetto a lungo termine, eventualmente anche con un partenariato pubblico-privato. Non si può tenere il freno a mano tirato. La partita, a mio avviso, è ancora aperta: l’appello è rivolto anche a tutte le altre grandi aziende che vogliano investire in un terreno vocato come quello avezzanese, da anni inserito nei circuiti internazionali della produzione di microchip e di semiconduttori”.