02 Dicembre 2024 - 10:30:41
di Martina Colabianchi
Le associazioni LAV, LNDC Animal Protection e WWF hanno accolto positivamente la fissazione al 14 maggio 2025 dell’udienza di merito davanti al Tar Abruzzo all’Aquila per il ricorso sulla delibera regionale che prevedeva l’abbattimento di 469 esemplari di cervi.
Il Tar Abruzzo ha dato attuazione all’ordinanza del Consiglio di Stato che, lo scorso mese, aveva sospeso il provvedimento accogliendo proprio l’appello di varie associazioni animaliste e ambientaliste che, ora, chiedono che cessi la lotta tra le parti contrapposte per aprirsi ad un confronto su metodi alternativi per salvaguardare automobilisti e agricoltori.
“Si chiude così, almeno per il momento, una delle più impegnative battaglie in difesa della natura abruzzese degli ultimi anni. Quando ad agosto la Giunta regionale abruzzese decise di aprire la caccia ai cervi condannandone a morte – solo nella stagione venatoria 2024/25 – quasi 500, compresi i cuccioli, erano pochi a credere che si sarebbe potuto fermare la strage annunciata per il 14 ottobre“, commentano le associazioni, ricordando poi l’importante campagna contro la caccia di selezione che ha coinvolto anche volti noti dello spettacolo e della cultura, ma anche oltre 136.000 cittadini che hanno sottoscritto la petizione on-line su change.org “Fermiamo la strage dei cervi in Abruzzo”. E ancora sit-in, post e messaggi sui social ed e-mail di protesta inviate direttamente al presidente di Regione Marco Marsilio.
“Di fronte a questa mobilitazione, il Presidente Marsilio, come peraltro fa dall’inizio del suo mandato, ha scelto di non ricevere e ascoltare le ragioni delle associazioni ambientaliste e animaliste, mantenendo una posizione di totale chiusura al dialogo. Lo stesso ha fatto la maggioranza consiliare regionale che ha respinto persino la richiesta di sospendere la delibera ammazza-cervi – proseguono le associazioni -. Di fronte a tutto questo, LAV, LNDC Animal Protection e WWF non hanno avuto altra strada che ricorrere alla magistratura amministrativa denunciando le illegittimità delle procedure seguite per giungere all’approvazione del piano che avrebbe consentito l’uccisione dei cervi dietro il pagamento agli Ambiti Territoriali di Caccia di un vero e proprio tariffario da 50 a 600 euro per ogni animale abbattuto“.
“Fortunatamente il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso presentato per le associazioni dagli avvocati Francesco Paolo Febbo e Michele Pezone, ha imposto la sospensione della delibera rinviando al TAR Abruzzo per la decisione di merito“.
“E ora? La Regione Abruzzo vuole insistere su questa strada? Vuole veramente portare avanti questo conflitto che non giova a nessuno? – proseguono LAV, LNDC Animal Protection e WWF -. Come Associazioni ci appelliamo ai componenti della Giunta regionale. E questa volta, ci rivolgiamo, oltre che al Presidente Marsilio, agli assessori regionali Emanuele Imprudente, Nicoletta Verì, Roberto Santangelo, Tiziana Magnacca, Umberto D’Annuntiis e Mario Quaglieri (quest’ultimo assente al voto dell’8 agosto): voi che avete condannato a morte 469 cervi, se – come dite – avete agito per tutelare le colture agricole e prevenire gli incidenti stradali, accettate il confronto per trovare, insieme, soluzioni che non si traducano nella semplice uccisione di una specie simbolo della nostra regione come il cervo. L’Abruzzo ospita grandi parchi nazionali (per la verità rimasti stranamente silenti in questa vicenda, salvo rarissime, autorevoli eccezioni) oltre che importanti Atenei con le giuste competenze per individuare soluzioni efficaci e non cruente“.
“Grazie alle mobilitazioni di migliaia e migliaia di abruzzesi, al ricorso delle Associazioni e alla decisione del Consiglio di Stato, l’Abruzzo oggi ha una nuova opportunità per tornare ad essere la Regione dei parchi. Non la sprechiamo!“, concludono le associazioni animaliste.