16 Dicembre 2024 - 11:15:06
di Redazione
“Le scuole non sono al sicuro e di questo le amministrazioni dovrebbero renderne conto. Un’amministrazione che ospita studenti in edifici con vulnerabilità sismica bassa, si dovrebbe preoccupare di mantenere le generazioni future in edifici a rischio collasso. E se arriva un terremoto? Cosa facciamo? Il rischio c’è”.
Lo ha detto il professor Antonello Salvatori, docente di Costruzioni in zona sismica all’Università dell’Aquila nel corso della conferenza stampa che si è tenuta in Senato nei giorni scorsi con il senatore Michele Fina, proprio per parlare della sicurezza sismica delle scuole comunali aquilane che ospitano ragazzi e bambini.
Al centro della conferenza stampa anche gli indici di vulnerabilità degli edifici, per 11 scuole comunali su 17 al di sotto della soglia fissata dalla norma a 0.6. Salvatori ha spiegato il significato della sicurezza sismica.
“La sicurezza sismica la misuriamo con alcuni numeri e uno di questi è proprio l’indice di vulnerabilità che indica quanto un edificio è capace di resistere a un forte terremoto rispetto a una scuola di nuova costruzione e, quindi, deve rispettare delle norme abbastanza avanzate e recenti che risalgono al 2018 – ha sottolineato – Parliamo di edifici scolastici in calcestruzzo armato o muratura che presentavano delle criticità già prima del 2009. Hanno avuto dei danni, alcuni sono stati riparati in maniera molto leggera e per queste scuole è stato consentito agli studenti di rientrare in condizioni di non sicurezza. Perché? Leggiamo infatti degli indici come 0,15 per l’infanzia Capocroce o 0,15 per il Torrione: significa che queste scuole hanno una capacità di resistenza a un terremoto di energia del 15% rispetto a un terremoto con cui normalmente progettiamo gli edifici. In parole povere vuol dire che i meccanismi di collasso di queste strutture avvengono molto prima, avvengono per terremoti deboli. Quindi un terremoto molto più debole del 2009 è in grado di far crollare questi edifici”.
Salvatori ha precisato poi in relazione alla magnitudo 6.3 del sisma 2009: “non è il massimo terremoto che può fare in centro Italia. Abbiamo potenzialità molto più alte: riusciamo infatti ad arrivare a 7, 7.5. Terremoti, peraltro, che durano molto. Quello dell’Aquila è durato 30 secondi con 5-6 secondi di fase distruttiva. Un terremoto di magnitudo 7 dura almeno un minuto con almeno 30 secondi di fase distruttiva. Ciò significa che un’edilizia non adeguata viene rasa al suolo. Diverso è invece il comportamento di una struttura sismicamente adeguata: può avere dei danni ma è progettata per non crollare. E’ notizia di qualche tempo fa che la Procura di Teramo ha sequestrato il liceo classico perché aveva indice di 0,3, sicuramente a rischio crollo in caso di terremoto”.
L’ingegnere ha inoltre sottolineato come i terremoti siano imprevedibili e che, quindi, non si può affermare “‘C’è stato quindici anni fa quindi ora siamo al sicuro’. Sappiamo che faranno, non sappiamo quando, ma hanno una caratteristica preoccupante: si raggruppano nel tempo e nello spazio cioè fanno nello stesso posto a distanze ravvicinate. I terremoti del centro Italia sono infatti legati a quello dell’Aquila, allo stesso meccanismo, non sono indipendenti e stiamo parlando della stessa sequenza sismica. Non siamo al sicuro noi, non sono al sicuro le scuole”.
Salvatori ha quindi concluso spiegando come gli edifici si possano adeguare sismicamente, senza necessariamente dover interrompere l’attività didattica: “Gli edifici si possono adeguare, abbiamo le tecnologie per poterlo fare con costi anche limitati: uno di questi è l’isolamento sismico che ha dimostrato, peraltro, in occasione di eventi epocali come quelli in Giappone, di poter permettere agli edifici di resistere senza danni. L’edificio si muove molto dolcemente senza scatenare l’effetto panico. Le tecnologie per adeguare gli edifici ci sono, addirittura rendendoli di classe A. Esistono e li possiamo applicare con la persone dentro, come già fatto, ad esempio, per l’edificio del Consiglio regionale. Abbiamo la possibilità di adeguare questi edifici velocemente, anche valutando di non interrompere le lezioni. Sono edifici che ospitano ragazzi, bambini ma anche lavoratori, docenti e personale Ata”.