17 Dicembre 2024 - 10:55:32

di Tommaso Cotellessa

La celebre opera dello scrittore tedesco Michael Ende, La Storia Infinita, è tornata ormai alla ribalta per il grande successo dell’iniziativa organizzata dal principale partito di Governo che ha come titolo proprio il nome del giovane ed eroico Atreiu, coprotagonista del romano fantastico. Tuttavia l’opera di Ende si presta bene a ripresentare anche un’altra storia, quella delle scuole aquilane che ormai a 15 anni dal sisma restano ancora al centro del dibattito pubblico per una ricostruzione che tarda ad essere completata e appare spesso poco trasparente la sua riuscita.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza andando a ricostruire per sommi capi la storia pregressa, per poi approfondire le posizioni di chi oggi si trova ancora a scontrarsi sul futuro di quei luoghi che dovrebbero costruire il futuro.

Nell’immediato post sisma si decise che le scuole dovevano essere messe nelle condizioni di poter tornare ad offrire il proprio servizio al più presto, così da consentire alle famiglie di poter rimanere in città e offrire la possibilità alle giovani generazioni di non essere private di quel ruolo di presidio sociale che da sempre sono chiamate a ricoprire. Questa decisione portò alla costruzione di edifici provvisori che potessero contenere studentesse, studenti ed insegnati così da dare un segnale forte alla città e al paese: la scuola non si sarebbe fermata. Nacquero così i Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio, e fu così che quell’acronimo MUSP, prima sconosciuto ai più, divenne una delle parole più utilizzate all’interno del vocabolario aquilano. Nel corso degli anni questi strumenti hanno consentito di fare scuole ospitando studentesse e studenti di ogni età. Tuttavia quella dei Musp doveva essere una soluzione tampone divenuta ormai una condizione stabile tanto che queste strutture, pensate per essere utilizzate per 5 anni, sono ancora attive a distanza da 15 anni da drammatico sisma del 2009.

In tutto ciò, mentre la ricostruzione degli edifici in muratura tardava a partire si alzò un imponente polverone a seguito del sisma del 2016, quando esplose il caso degli indici di vulnerabilità. Ad otto anni dal sisma un gruppo di genitori, assieme a studenti, insegnati ed attivisti portò alla luce gli indici di vulnerabilità degli edifici di istruzione delle scuole aquilane segnalando le criticità che emergevano dai riscontri. Da lì partì un moto di protesta che scosse la città. Ebbe in particolare enorme risonanza la protesta delle studentesse e degli studenti dei Licei annessi al Convitto Cotugno. Cosa avvenne di lì a poco è noto ai più. Cominciò un vorticoso giro di spostamenti tra doppi turni, scuola di pomeriggio e traslochi da un Musp all’altro, fino a che sedata la tempesta si smise di parlare di questo argomento. Tale vicenda fu al centro delle elezioni amministrative del 2016, tanto che il tema delle scuole fu tra quelli più trattati all’interno della campagna elettorale, consegnando così un oneroso impegno al sindaco vincitore.

Con l’elezione a sindaco di Pierluigi Biondi si continuò a parlare di scuole, anche grazie alla nascita di due comitati cittadini sorti proprio con lo scopo di vigilare sulla ricostruzione delle scuole aquilani, si tratta del Comitato Scuole Sicure e della Commissione Oltre Il Musp, oltre all’attenzione dell’associazione Mamme Aquilane.

La città fu poi assopita da tale questione. Si sa, dopo un grande movimento, al termine del gran parlare, l’audience si abbassa e si volta pagina. Fino a che nel 2019 a 10 anni dal sisma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella decise di inaugurare l’anno scolastico proprio nel capoluogo abruzzese, al fine di riconoscere la resilienza e la tenacia della scuola aquilana. Quell’inaugurazione avvenne all’interno di un Musp e proprio in quell’occasione la più alta carica dello stato chiese scusa a nome dello stato per le lungaggini e i ritardi della ricostruzione delle scuole aquilane conferendo una medaglia al valore alla comunità scolastica aquilana. Da lì sembrò davvero che fosse stato imposto un cambio di passo e che una ricostruzione partecipata e trasparente, che avesse vedesse cittadini, studenti e genitori coinvolti in questo processo fosse possibile. L’allora ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti si fece promotore di un tavolo partecipato dedicato proprio alle scuole aquilane. Ma questo processo partecipativo, destinato, questo sì, ad essere un modello, improvvisamente subì un arresto.

È così che periodicamente si torna a parlare della condizione delle scuole e dalla loro ricostruzione, fino ad arrivare ad oggi.

Il Partito Democratico dell’Aquila è tornato nei giorni scorsi ad affrontare con determinazione la questione, affrontando proprio le tematiche degli indici di vulnerabilità, che ancora oggi sono tra lo 0.15 e lo 0.46 nel 60% delle scuole comunali in muratura o cemento armato, e il tema dei Musp, ne sono ancora attivi 17 all’interno dei quali fanno scuola 3.587 studenti. I Dem, assieme al senatore Michele Fina hanno portato la vicenda in Senato organizzando una conferenza stampa volta a riaccendere i riflettori su questo tema mentre la versione del primo cittadino del capoluogo abruzzese è decisamente differente.

In occasione del convegno dedicato alla continuità scolastica a seguito di eventi emergenziali, che si è svolto nella giornata di ieri a L’Aquila, Biondi ha definito un’operazione di sciacallaggio quella messa in atto dal centro sinistra e ha rivendicato con forza l’operato dell’amministrazione da lui capeggiata, dichiarando: “Al momento del nostro insediamento, nel 2017, c’erano a disposizione appena le risorse per le progettazioni. Abbiamo, dunque, prima dovuto trovare le risorse mancanti, adeguare i costi incrementati, e poi avviare una serie di gare che implicano procedure lunghe e complesse. Il lavoro che stiamo portando avanti è testimoniato dagli interventi, in corso, appaltati e in fase di progettazione, finalizzati non solo alla semplice ricostruzione degli edifici, ma anche al potenziamento delle strutture scolastiche in fatto di viabilità, parcheggi, servizi e aree verdi. Quello che è stato fatto sull’Aquila può essere a tutti gli effetti considerato un modello che ci ha permesso di superare errori e lungaggini burocratiche, nonché sperimentare processi virtuosi nelle modalità attuative degli interventi”. Il primo cittadino ha inoltre rivendicato l’arrivo di un ulteriore stanziamento di 33,3 milioni grazie al terzo Piano annuale di ricostruzione degli edifici scolastici, che sarà approvato dal Cipess.

Sulla stessa linea di Biondi si muovono Gabriella Sette, consigliera provinciale dell’Aquila con delega all’Edilizia scolastica e Vincenzo Calvisi, consigliere provinciale e presidente della commissione Edilizia, i quali hanno reagito alle dichiarazioni del Partito Democratico sostenendo “Non possiamo accettare lezioni sulla situazione delle scuole aquilane da parte del Pd, partito che più volte ha amministrato la Provincia dell’Aquila, nonché tutti i livelli di governo locale e nazionale senza muovere paglia, mentre l’attuale amministrazione provinciale, guidata dal presidente Angelo Caruso dal 2017 ad oggi, porta avanti interventi per oltre 30 milioni di euro sulle sedi degli istituti superiori cittadini. Limitarsi a evidenziare esclusivamente i dati crudi degli indici di vulnerabilità, per altro sbagliando anche alcuni dati nonostante un accesso agli atti, è solo sciacallaggio politico, su un tema che richiede invece risposte concrete e programmazione, e non continue e sterili polemiche come fanno Pd e comitati affini“. I consiglieri da parte loro rivendicano i 5,5 milioni spesi sulla sede dei licei del Convitto “Cotugno”, i 4,4 milioni in manutenzioni straordinarie ed efficientamento per la sede dell’Istituto istruzione superiore “Amedeo d’Aosta”, 2,6 milioni per manutenzioni e antincendio della sede dell’Istituto istruzione superiore “Andrea Bafile”, 1,3 milioni per i nuovi impianti della sede dell’Istituto istruzione superiore “Colecchi“. Citano inoltre gli interventi volti alla realizzazione della nuova palestra dell’Ipsiasar, con investimenti per un milione di euro, e i lavori in corso per la realizzazione della nuova palestra del liceo scientifico “Bafile”, con risorse per 2,2 milioni di euro.

Ma in questa molteplicità di prospettive che sembrano descrivere un multiverso di possibilità in cui comprendere la realtà dei fatti si fa sempre più difficile, il Comitato Scuole Sicure e la Commissione Oltre il Musp, in una nota diffusa stamane ricordano che ci troviamo alla ventesima edizione del “Dossier sullo stato della ricostruzione delle scuole a L’Aquila” e le date di “fine lavori” vengono spostate in avanti, si indicano “fine lavori” inverosimili (es. Polo Scolastico di San Sisto-Santa Barbara, data “fine lavori” dichiarata dal Comune 24 dicembre 2024, tra una settimana, lo stato reale del cantiere sembra raccontare un’altra verità), è per questo che gli attivisti affermano con decisione “Non crediamo più nell’operazione trasparenza del Comune dell’Aquila sulla ricostruzione scolastica.” La richiesta che però si leva dai comitati è quella di un piano degli interventi di adeguamento sismico, da parte di Comune e Provincia, nel quale inserire che tipologia di interventi verranno eseguiti, quali edifici interesseranno e entro quanto verranno portati a termine.

Resta il fatto che quella delle scuole è una tematica di enorme importanza, per la quale davvero dovrebbe montare un interesse universale, che oltrepassi interessi, steccati e colori. Una questione da portare alla ribalta attraverso processi partecipativi e un impegno collettivo, tutto ciò è stato più volte invocato negli anni eppure sembra che il dibattito pubblico sia imprigionato in quell’infinito circolo di ripetizioni, proprio come Atreiu dinanzi al  Vecchio della Montagna Vagante. Chissà che non sia possibile imprimere un cambiamento a questa storia, sia possibile filare la trama di un cambiamento, forse sì, per costruire un futuro sicuro si può. Ci vuole impegno, trasparenza e partecipazione, per Atreiu è bastata una sola parola: “Fiordiluna”.