21 Dicembre 2024 - 19:02:20
di Martina Colabianchi
Opposizioni unite questa mattina nella sala delle commissioni di Palazzo Margherita a seguito di quanto accaduto ieri durante lo svolgimento del Consiglio comunale di ieri che, con i soli voti della maggioranza, ha approvato il bilancio di previsione 2025-2027.
A balzare agli onori della cronaca, però, l’infiammata discussione in aula culminata con l’arrivo dei carabinieri a palazzo Margherita, chiamati dalle minoranze in quanto non gli sarebbe stata concessa la discussione di alcuni emendamenti ritenuti “inammissibili” senza che però, come richiesto invece dai gruppi di minoranza, siano stati forniti i relativi pareri.
Ad aprire la conferenza stampa il gruppo consiliare del Partito democratico, composto da Stefano Albano, Stefania Pezzopane e Stefano Palumbo, che hanno dichiarato: “Ieri si é consumata una delle pagine peggiori della storia politica aquilana, tecnicismi usati con arroganza per impedire la discussione di merito sugli emendamenti al bilancio avanzati dalle opposizioni. Noi non ci faremo mettere il bavaglio, questa discussione non é formale o burocratica, perché le proposte emendative riguardavano interventi tesi a migliorare la vita dei cittadini. Non vogliono ammettere e discutere i problemi che ci sono. Li negano, li occultano. Metodi autoritari da dittatura che rifiutiamo. Non ci piegano. Abbiamo dovuto chiamare Carabinieri e Digos per denunciare l’accaduto. Ma cosa credono? Di spaventarci? Abbiamo la schiena dritta e soprattutto le opposizioni sono compatte. Bocciare le nostre giuste proposte, evidentemente gli pesava. E allora hanno detto che c’erano pareri contrari agli emendamenti, presentati ben 72 ore prima. Poi abbiamo fatto il video mentre frettolosamente ed a mano libera, i dirigenti scrivevano i pareri nel retrobottega dell’aula consiliare. E poi gli atti che non vengono consegnati nei tempi di legge. Fatti gravissimi ed inaccettabili. Offesa la dignità della città democratica“.
“L’ultimo duro colpo assestato ai rappresentanti dei cittadini è quello di impedire la discussione in aula degli emendamenti presentati facendoli cassare in blocco dai dirigenti“, ha aggiunto il capogruppo di L’Aquila Nuova Paolo Romano.
“Il consiglio comunale sta progressivamente perdendo tutte le sue funzioni. Un esempio significativo di questa tendenza è legato all’iniziativa amministrativa che è sempre più concentrata nelle mani dell’esecutivo mettendo a rischio la democrazia e la rappresentanza dei cittadini. L’opposizione, duramente criticata da parte dell’elettorato per la mancanza di incisività, non ha gli strumenti per far conoscere la propria visione di città e per incidere nelle decisioni della giunta. In questo modo le strade rimangono due: accordarsi preventivamente con l’esecutivo ma essere costretti a chinare il capo su eventuali storture da denunciare o rivolgersi, come abbiamo fatto, alla forza pubblica“.
“La verità – ha proseguito Romano – è che c’è una volontà della Giunta e della maggioranza di centrodestra di disprezzare le regole e imbavagliare l’opposizione per non permetterci di fare proposte alle tante criticità che attanagliano la città per paura che possiamo rubare la scena alla loro roboante comunicazione. Eppure proposte e soluzioni, frutto di un lavoro costante di ascolto e di attenzione che viene dato alla cittadinanza, noi le abbiamo sempre offerte. Anche ieri lo abbiamo provato a fare: sul piano delle alienazioni con la proposta di utilizzare le abitazioni equivalenti per progetti innovativi sulle fragilità sociali, in particolare per la povertà assoluta, o quella di discutere finalmente di un abbassamento delle tasse per tutti i cittadini anche perché i soldi in bilancio per farlo ci sarebbero: le maggiori entrate sono diventate talmente cospicue da poter procedere ad un abbassamento della Tari per tutti i cittadini. Chi rema contro L’Aquila è chi, al governo di questa città, preferisce usare quel tesoretto per accrescere il proprio lustro e non per alleviare le tasse dei cittadini“.
“La confusione amministrativa di ieri, ha distrutto ogni possibilità di parlare della necessità di abbassare le tasse agli aquilani“, le parole di Enrico Verini di Azione. “Avevano studiato il bilancio e avevamo visto che avremmo potuto abbassare le tasse di 14 milioni ai nostri concittadini, salvaguardando comunque i conti pubblici. Questo non è accaduto e la responsabilità certamente è chiara in questo caso“.
Giornata confusa quella del Consiglio di ieri, per il gruppo consiliare del Passo Possibile. “Vogliamo sperare si sia trattato solo di confusione amministrativa e non di mancato rispetto dei ruoli e delle istituzioni. Una cosa è bocciare emendamenti altro è non ammetterli senza giustificarli con un minimo di parere; lo ripetiamo, è sbagliato il metodo conseguente ad un atteggiamento apparentemente illogico“.
“Si è ottenuta una sola cosa, il non poter discutere in aula il DUP e il Bilancio 2025/27 – 300 pagine ciascuno – certo documenti ben collezionati, un grande esercizio amministrativo ma un grappolo di idee ferme da quando è iniziata questa consiliatura“, hanno aggiunto i consiglieri del Passo Possibile.
“Una Amministrazione che va avanti cercando di sopravvivere giorno per giorno, guardando al proprio orizzonte politico ma non a quello della città che, con stratagemmi quantomeno ambigui fugge al confronto con la minoranza“.
“E’ stata una pagina brutta per la democrazia impedire all’opposizione di esprimersi e confrontarsi in Consiglio comunale sugli emendamenti migliorativi di un atto fondamentale di programmazione come il Bilancio pluriennale 2025/27“, ha concluso Gianni Padovani del gruppo 99 L’Aquila. “E’ una cosa brutta ed indegna della tradizione democratica della nostra Città nascondersi dietro pareri tecnici approssimativi e frettolosi, come sempre fa questa Amministrazione, per evitare di manifestare ai cittadini scelte politiche indifendibili. E’ il caso dell’emendamento sul decoro urbano presentato dal sottoscritto e dal consigliere Verini, laddove avevamo proposto di investire €300mila/anno sul decoro urbano (in buona sostanza per una migliore pulizia delle strade e dei tombini ad oggi tutti otturati) prelevandoli dai capitoli elefantiaci per le spese culturali e comunicazione istituzionale. Ebbene un parere tecnico contradittorio, pasticciato e confuso ha impedito la discussione dell’emendamento, nascondendo agli aquilani la verità dei fatti: a L’Aquila per chiara scelta politica non si vuole spendere nulla di più per il decoro urbano, comunicati stampa a parte, mentre si spendono milioni di euro per presunte attività culturali ed eventi che non portano nulla in termini di sviluppo economico e sociale“.