28 Gennaio 2025 - 10:23:48
di Tommaso Cotellessa
Le opposizioni in Consiglio comunale sono intervenute sul tema relativo allo stato degli immobili del Comune dell’Aquila denunciando la presenza di una situazione poco chiara che rischia di generare caos ed gravi sprechi. La denuncia arriva con la presa d’atto di una serie di documenti che prontamente sono stati consegnati alla Corte dei Conti per fare chiarezza sull’attuale stato dell’arte della gestione degli immobili del Comune.
La principale critica mossa dagli esponenti dell’opposizione alla Giunta Biondi riguarda il mancato compimento del processo che avrebbe dovuto portare alla sede unica degli uffici comunali. Per questo progetto, come ricorda la consigliera comunale Stefania Pezzopane, l’amministrazione Cialente lasciò in dotazione di 35 milioni destinati proprio alla realizzazione una sede unica che ponesse il Comune dell’Aquila al centro dell’attenzione regionale, che facilitasse i compiti per il personale e che fosse dotata di parcheggio, di asilo nido e altri servizi, tuttavia ad oggi il progetto non è stato realizzato. Allo stesso tempo – afferma Pezzopane – non è stato realizzato nemmeno il porgetto proposto in alternativa dall’amministrazione di centro destra, quello della sede diffusa che avrebbe dovuto utilizzare parte del patrimonio pubblico del centro storico.
Da questa condizione di stasi viene fuori che – come ha confermato l’assessore Vito Colonna – ad oggi il quadro dei fitti passivi pagati dal Comune è esattamente quello del 2017.
“Dal 2017 ad oggi – denuncia Pezzopane – nessun fitto passivo è stato eliminato. Gli aquilani pagano un milione di euro ogni anno a soggetti pubblici, avendo la possibilità di una sede realizzata sul territorio pubblico con i fondi dello Stato che sono stati dotati”
“In più c’è un caos – prosegue la consigliera – perché ogni mese, ogni due mesi si cambia. La sede unica doveva essere a Collemaggio, ma poi non è più a Collemaggio perché vogliono fare le scuole. Poi diventano come sede diffusa quella di alcuni immobili pubblici, ma poi rinunciano per esempio alla scuola de Amicis per fare altro. Insomma i cittadini aquilani si devono rendere conto che c’è un caos, un’inconcludenza”.