15 Maggio 2025 - 13:24:08
di Vanni Biordi
«Non possiamo più accettare di essere spettatori passivi di fronte alle riforme che ci riguardano. Il tema del riordino istituzionale è urgente e le Province devono essere protagoniste di questo processo». È quanto ha tuonato Angelo Caruso, presidente della Provincia dell’Aquila e vicepresidente dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), intervenendo oggi all’assemblea straordinaria dei presidenti delle Province italiane riunita nella capitale.
Al centro del dibattito, la sempre attuale questione della riforma Delrio e la sua convivenza con la spinta verso il regionalismo differenziato. Caruso ha espresso con forza il timore che le competenze tornate in capo alle Regioni dopo la Delrio rimangano saldamente nelle mani degli stessi enti che aspirano a ulteriori funzioni statali. «Serve un riordino istituzionale vero, non un semplice rattoppo. E le Province devono partecipare a questo processo con piena legittimità. Pretendiamo di sederci al tavolo: è un appuntamento che non possiamo mancare», ha dichiarato con determinazione.
Il presidente ha poi rincarato la dose: «Quello che abbiamo davanti oggi è un sistema solo puntellato. La nostra condizione deve fare i conti con un riordino istituzionale. Non possiamo pensare che le attuali competenze delle Regioni, recuperate all’esito della Delrio, possano rimanere in capo agli stessi enti che si candidano a esercitare anche funzioni statali. Possiamo accompagnare questo processo, ma solo pretendendo la partecipazione ai tavoli istituzionali».
Caruso ha inoltre evidenziato una «vera prova di resistenza da parte delle Regioni nel trattenere le funzioni», sottolineando come, nonostante possa sembrare un’utopia, il tema del riordino delle Province sia più attuale che mai. Rivolgendosi al Governo, ha posto un interrogativo cruciale: «Il Governo ha superato il giro di boa, e manca ormai solo un residuo di legislatura. Sarà sufficiente per riformare davvero la Delrio? Non lo so. Ma se c’è il tempo per avviare il regionalismo differenziato, allora deve esserci anche per riordinare le Province. È questo che dobbiamo pretendere».
In un’ottica proattiva, Caruso ha lanciato una proposta concreta a tutte le Province: chiedere ai rispettivi Consigli provinciali di approvare un testo da trasmettere ai sensi degli statuti regionali, sfruttando la facoltà di iniziativa legislativa. «Un’azione politica incisiva, spendibile anche sul piano pubblico», ha definito questa strategia. «Lo Stato, che è detentore delle regole, non può cambiarle mentre la partita è in corso. Le Province non chiedono una revisione di facciata, ma una riforma strutturale che restituisca piena dignità a questi enti, con risorse certe, funzioni chiare e personale adeguato», ha ribadito, invocando la fine di «questa ambiguità istituzionale».
Durante l’assemblea, è stata con forza riproposta la necessità di una nuova legge nazionale che superi definitivamente le criticità della Delrio, a dieci anni dalla sua implementazione. Per Caruso, è fondamentale «trovare una quadra con gli organi decisori, anche in vista del nuovo Milleproroghe, che potrebbe consentire una fase di recupero».
Le Province hanno infine lanciato un appello affinché il tema del loro riordino entri di diritto nell’agenda politica delle prossime elezioni regionali, sollecitando Consigli e Giunte ad impegnarsi concretamente per avviare un vero riassetto istituzionale. «È ora di rimettere ordine in un sistema che oggi è solo puntellato», ha concluso Caruso.
Un breve passaggio è stato dedicato anche alla prossima legge sulla montagna, che introduce elementi fiscali per le aree interne. «Abbiamo discusso col ministro Roberto Calderoli e vogliamo essere interlocutori attivi per monitorare l’attuazione delle misure, soprattutto quelle sul lavoro agile e i vantaggi fiscali per i professionisti», ha assicurato Caruso, sottolineando la volontà delle Province di essere parte attiva anche in questo ambito.
L’assemblea di oggi segna una decisa presa di posizione delle Province, determinate a non rimanere ai margini del dibattito sul futuro assetto istituzionale del Paese. La richiesta di sedersi al tavolo delle decisioni è chiara e pressante. Le Province vogliono essere protagoniste del loro destino.