15 Maggio 2025 - 20:58:42
di Martina Colabianchi
E’ confermato: la Regione Abruzzo ha intimato ufficialmente alla Asl 1 dell’Aquila la sospensione delle procedure di gara per l’affidamento dei servizi di supporto amministrativo e tecnico, servizio oggetto di esternalizzazione da oltre un decennio e che coinvolte 150 lavoratori che rischiano, così, il posto di lavoro.
Lo comunicano, in una nota congiunta, il segretario generale CGIL L’Aquila Francesco Marrelli, il segretario generale FP CGIL L’Aquila Anthony Pasqualone, il segretario UIL Abruzzo Fabrizio Truono, il segretario generale UIL FLP Antonio Ginnetti, il segretario generale CISL Abruzzo Molise Pietro Di Natale e il segretario Generale CISL FP Abruzzo Molise Vincenzo Mennucci.
I sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale di supporto amministrativo e tecnico impiegato nelle società Biblos, AZ Solutions e Vigilantes Group, attivando le procedure di raffreddamento e conciliazione. Inoltre, comunicano la necessità di convocare all’incontro per il tentativo di conciliazione, tra gli altri, il presidente della Giunta Regionale, Marco Marsilio, l’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, il direttore del Dipartimento Salute e Welfare, Emanuela Grimaldi, il presidente
del Comitato ristretto dei sindaci, Pierluigi Biondi e il direttore generale della ASL 1 Ferdinando Romano.
E’ «prossima una grave crisi occupazionale mai verificatasi sinora all’interno del Sistema Sanitario Provinciale – scrivono le sigle sindacali -. Inoltre, il taglio di centocinquanta posti di lavoro nell’ambito del servizio di supporto amministrativo e tecnico determinerebbe la compromissione, se non addirittura la paralisi, dei servizi destinati alla collettività, con il rischio di pregiudicare il diritto alla salute e di accesso alle cure dei cittadini e delle cittadine della Provincia dell’Aquila».
«Tale situazione determinerebbe, peraltro, un paradosso, visto e considerato che recentemente la Regione Abruzzo ha deliberato un aumento delle aliquote IRPEF, con conseguenti inevitabili ripercussioni sulle tasche dei cittadini e delle cittadine, lavoratori e lavoratrici che, nonostante il predetto aumento, si troverebbero a fare i conti con una ulteriore contrazione dei servizi e con una grave crisi occupazionale. Abbiamo, infatti, a che fare con il concreto ed imminente licenziamento di centocinquanta persone che, private, per l’appunto, del loro lavoro e, in molti casi, dell’unica fonte di reddito, si ritroverebbero in condizioni drammatiche».
«E ciò – proseguono – senza contare che la ASL1 ha una superficie pari a 5.047 Kmq – corrispondente alle zone interne e montuose della regione – e copre quasi la metà (47%) del territorio abruzzese la cui restante parte (53%) è suddivisa tra le rimanenti tre AASSLL (ASL 2 di Lanciano-Vasto-Chieti, ASL 3 di Pescara e ASL 4 di Teramo) che risultano essere, così come riportato nella figura che segue, molto meno estese. Il territorio aziendale comprende, inoltre, 108 comuni, posizionati per lo più nelle zone interne e montuose della Regione Abruzzo. Si rilevano, poi, su tutto il territorio aziendale, 73 punti di erogazione così distribuiti: 28 nell’Area L’Aquila; 20 nell’Area Marsica; 25 nell’Area Peligno Sangrina».
«Pertanto, è inaccettabile che possa verificarsi un taglio di centocinquanta posti di lavoro nell’ambito del servizio di supporto amministrativo e del personale tecnico che comporterebbe una drastica riduzione dei servizi destinati alla collettività, se non addirittura una vera e propria paralisi degli stessi. Servizi che, peraltro, già oggi sono in affanno a causa della carenza di personale, dei tagli delle risorse, dei mancati investimenti, di una programmazione assente e di una gestione inadeguata che stanno determinando il collasso della Sanità Pubblica Provinciale».
«E’ giunto, quindi, – concludono i sindacati – il momento di chiedere alla politica, e cioè al presidente della Giunta regionale Marco Marsilio, all’assessora alla Sanità, Nicoletta Verì, all’assessore al Bilancio, Mario Quaglieri e al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, presidente del Comitato ristretto dei sindaci, di occuparsi delle concrete esigenze dei cittadini e delle cittadine, lavoratori e lavoratrici, assumendosi la responsabilità di trovare soluzioni urgenti ed adeguate alla continuità occupazionale e alla carenza dei servizi pubblici essenziali destinati alla collettività».