20 Maggio 2025 - 09:25:30
di Martina Colabianchi
I lavoratori precari delle cooperative sociali che operano nella Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila incontreranno questo pomeriggio i capigruppo di maggioranza in Consiglio regionale.
La richiesta era stata formalizzata ieri sera a margine dell’incontro in Consiglio regionale con alcuni esponenti politici e i sindacati. Incontro che ha visto la presenza di tutte le principali sigle sindacali tra cui la Cisl Fp che, però, ha dichiarato di non condividere «né il metodo né il merito» dell’iniziativa, «apparsa più funzionale a dinamiche politiche che a una reale volontà di risoluzione della vertenza».
Il sindacato, questa mattina presente in Prefettura per la prevista procedura di conciliazione, ha chiesto che il tema venga discusso in Commissione Sanità affinché si possa dare «una risposta stabile e definitiva a un problema che è noto da tempo e che non può più essere rimandato».
In occasione della riunione, i lavoratori hanno spostato il loro presidio proprio davanti alla sede della Prefettura.
«La situazione è drammatica – dichiarano i lavoratori –: 150 posti di lavoro sono a rischio, con gravi conseguenze per le nostre famiglie e per tutto il territorio. Dopo anni di precariato, in cui abbiamo garantito il funzionamento della sanità pubblica, pretendiamo rispetto e risposte concrete. Chi governa ha il dovere di esserci e di assumersi le proprie responsabilità. Si tratta di una richiesta necessaria al rispetto dovuto a chi da anni, in condizioni precarie, garantisce la sopravvivenza ed il funzionamento della sanità pubblica di questa provincia».
La richiesta di lavoratori, sindacati ed esponenti politici di minoranza è quella dell’internalizzazione dei servizi. Infatti, la Asl ha bandito un concorso specifico, ma i 150 lavoratori chiedono una stabilizzazione anche per chi non ha partecipato o non è risultato idoneo.
Il timore più grande è che, con la pubblicazione della graduatoria del recente concorso pubblico per 53 posti da assistente amministrativo, prevista già per giugno, molti degli attuali lavoratori vengano tagliati fuori.
«Ci sono persone che lavorano all’interno della Asl come precari da 23 anni – spiega Fabio Giurina, lavoratore precario -. L’unica soluzione che noi abbiamo in mano e che continuiamo a ripetere è quella della società in house. Poi, se ci sono altre soluzioni, ben vengano».
Per tutte queste ragioni, la mobilitazione non si è mai fermata e proseguirà nei prossimi giorni.