26 Maggio 2025 - 13:03:09

di Martina Colabianchi

Rappresentanti territoriali di Flai Cgil di Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo e del Molise si sono mobilitati davanti alla Prefettura dell’Aquila contro il lavoro nero e lo sfruttamento nella filiera agroalimentare.

Al centro del sit-in anche la richiesta di sicurezza e prevenzione in agricoltura, alla luce del recente incidente del bracciante ferito e abbandonato davanti all’ospedale di Pescina, e il riconoscimento della cittadinanza in tempi congrui, in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno.

«La piaga del caporalato è particolarmente diffusa nelle aree agricole della Marsica e del Fucino – hanno spiegato i rappresentanti sindacali – servono azioni concrete e strutturate, in sinergia con istituzioni, forze dell’ordine, associazioni datoriali e sindacati».

Il sindacato chiede la piena applicazione della Legge 199/2016 e l’attivazione delle sezioni territoriali Inps, strumenti ritenuti fondamentali per contrastare il caporalato e monitorare il lavoro irregolare.

A ribadire le richieste è la segretaria Flai Cgil Abruzzo Molise, Nadia Rossi, che ha sollecitato una maggiore partecipazione delle istituzioni e una sinergia effettiva tra tutti gli attori coinvolti.

«Le sezioni territoriali servono, in particolar modo, anche per discutere di quale è l’azione migliore per far sì che lavoro e domanda si incrocino in modo pubblico e in modo visibile perché questo evita, ovviamente, l’insorgere del caporalato – ha dichiarato Rossi -. Siamo qui, oggi, anche perché il lavoro è precario soprattutto in agricoltura, ma anche nel settore degli alimentaristi, nei panificatori, nella pesca, degli imbarcati perché anche in tutte queste situazioni i lavoratori spesso e volentieri oggi sono precari, non hanno spesso un reddito e un salario adeguato ed equo e, quindi, chiediamo che vengano riconosciuti i diritti a tutti i lavoratori senza fare un distinguo tra lavoratori di serie A e serie B».

Secondo il rapporto dell’Osservatorio Placido Rizzotto in Abruzzo, nel 2024, il tasso di irregolarità nelle aziende agricole ha raggiunto il 68,4%, in aumento del 9,2% rispetto all’anno precedente.

«Qui noi chiediamo di votare sì ai referendum dell’8 e 9 giugno perché il referendum abroga quelle leggi attuali che, di fatto, limitano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici», conclude.