28 Maggio 2025 - 18:43:49
di Tommaso Cotellessa
«Entro il 2050 ci saranno più morti legate alle complicanze di infezioni provocate da batteri multiresistenti, per le quali non ci sono cure efficaci, rispetto per esempio al cancro» questo il preoccupante presagio formulato da Alessandro Grimaldi, presidente dell’Ordine provinciale dei medici dell’Aquila, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore e capo dipartimento medicina della Asl provinciale dell’Aquila, nonché segretario regionale del sindacato Anaao.
Al centro delle dichiarazioni di Grimaldi il tema dell’antibiotico resistenza che, come evidenziato dallo stesso medico, rappresenta una minaccia che sta destando la massima attenzione a livello internazionale da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Da parte sua anche l’Abruzzo sta facendo la sua parte per affrontare queta urgente questione, a partire dal prossimo autunno si svolgeranno, infatti, sul territorio regionale numerosi convegni nazionali dedicati a questo tema, ai quali l’ordine dei medici sta già lavorando.
Nel frattempo anche la Asl provinciale sta attuando azioni concrete sul tema attraverso i fondi del Pnrr, come ad esempio un corso di formazione rivolto al personale medico a cura della coordinatrice infermieristica del reparto di Malattie infettive dell’Aquila Roberta Priore.
«I corsi di formazione – spiega Grimaldi – hanno interessato già la metà dei dipendenti, e arriveremo alla totalità di essi entro il 2026. Importante è che tutto il personale abbia da questo punto di vista un approccio virtuoso, dal lavarsi le mani e altre accortezze igieniche, all’uso razionale e appropriato degli antibiotici, aspetto che richiede un’organizzazione più complessa all’interno dell’azienda, tenuto anche conto che per alcuni utilizzi occorre ad esempio la supervisione dell’infettivologo».
A destare la preoccupazione degli specialisti sul tema dell’antibiotico resistenza è anche il fatto che sull’ambito degli antibiotici un po’ statica, nonostante esistano studi che ipotizzano che la prossima pandemia potrebbe essere legata anche a un batterio per il quale non ci sono antibiotici efficaci. «Ogni tanto abbiamo delle nuove molecole, ma essendo una ricerca di lunga durata e tra le meno remunerative – spiega ancora Grimaldi – le grandi case farmaceutiche preferiscono investire su altri farmaci, come quelli biologici, per malattie reumatiche, cardiache, sulla chemioterapia e il diabete».
L’appello di Grimaldi è volto anche a incentivare gli investimenti su questa branca della ricerca:
«Ci sono già a disposizione fondi che dovrebbero essere spesi per implementare la lotta all’antibiotico resistenza, ma essi devono essere utilizzati per questo, non messi nel calderone della spesa sanitaria complessiva. E’ necessario lavorare infatti ad una migliore organizzazione all’interno degli ospedali, e anche da parte dei medici di famiglia Nello stesso tempo occorre potenziare i programmi di ‘infection control’, cioè i rigorosi protocolli per prevenire, contenere e isolare la diffusione delle infezioni. Importante è anche il dar vita a programmi volti a diffondere un uso corretto e razionale delle terapie antibiotiche, perché spesso l’errore è dietro l’angolo e l’errore genera una resistenza del batterio, ovvero c’è il rischio di bruciare antibiotici efficaci per renderli inefficaci».
Una sfida che non riguarda solo l’ambito strettamente medico, ricorda infine Grimaldi: «di antibiotici se ne fa un uso abnorme negli allevamenti intensivi ad uso alimentare e anche qui bisogna fare uno sforzo per prevenire e ridurne l’uso, perché altrimenti il rischio è quello di trasformare gli allevamenti in vivai di batteri antibiotico resistenti che poi possono essere trasmessi all’uomo».