30 Maggio 2025 - 17:38:47

di Tommaso Cotellessa

A 81 anni dal tragico bombardamento che il 30 maggio 1944 colpì la città di Sulmona, causando la morte di 52 persone e oltre cento feriti, la comunità si è fermata in raccoglimento per ricordare una delle pagine più dolorose della sua storia.

Sono stati proprio 52 i rintocchi risuonati dal “campanone” della Chiesa dell’Annunziata, uno per ciascuna vittima dell’attacco aereo condotto dalle forze alleate. L’azione colpì anche largo Faraglia e piazza del Carmine, mentre si svolgeva il tradizionale mercato cittadino, seminando morte e terrore tra la popolazione inerme.

Il ricordo di quei momenti di angoscia e distruzione è oggi affidato a una lapide commemorativa, impreziosita da una scultura dell’artista sulmonese Nunzio Di Placido. Inaugurata nel 2014 alla presenza delle autorità e dei cittadini, la lapide è divenuta simbolo di memoria collettiva. Alla cerimonia di inaugurazione parteciparono anche due superstiti dell’attacco: la signora Mariolina Caroselli Di Bartolomeo e il signor Raffaele Bonitatibus, testimoni viventi di quella tragica giornata.

Oggi, quella lapide ci restituisce il peso insensato della guerra, che nella sua assurda logica porta con sé solo distruzione, dolore e vite spezzate. Ricordare non significa solo guardare al passato, ma è un gesto di responsabilità civile, un invito a leggere il presente con consapevolezza, affinché simili tragedie non abbiano mai più a ripetersi.

La memoria, dunque, non è solo un dovere verso chi ha perso la vita, ma anche un monito per le generazioni future contro l’inutilità e la disumanità di ogni guerra, anche di quelle che vediamo consumarsi nel difficile tempo che siamo chiamati a vivere.