03 Giugno 2025 - 18:57:02

di Tommaso Cotellessa

La Provincia dell’Aquila ha acceso i riflettori sul nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, documento che è stato al centro del convegno tenutosi all’interno dell’Auditorium Ance dell’Aquila.

L’iniziativa rientra in un percorso partecipato avviato dall’ente provinciale per la redazione di uno strumento di pianificazione innovativo, capace di affrontare le grandi sfide dello sviluppo, della coesione sociale e della sostenibilità.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati i primi risultati delle analisi ambientali e socio-economiche, realizzate da un’équipe interdisciplinare composta da studiosi del Gran Sasso Science Institute (Gssi), delle Università dell’Aquila e di Cagliari.

I dati emersi sono significativi: la provincia dell’Aquila ha perso 10.000 residenti negli ultimi vent’anni e, secondo le proiezioni ISTAT, ne perderà altri 22.000 nei prossimi venti anni. A invertire, anche se di poco, la tendenza sono solo la città dell’Aquila e Calascio, dove si registra un lieve incremento della popolazione grazie all’arrivo di nuovi residenti. Al contrario, centri come Avezzano, Montereale, Navelli e Castelvecchio Subequo affrontano un forte spopolamento.

«L’elaborazione del nuovo Piano – ha affermato il presidente della Provincia, Angelo Caruso – ci affida una responsabilità cruciale: innovare le modalità di governo del territorio, superando la frammentazione normativa e costruendo un modello dinamico, capace di rispondere alle sfide dell’era digitale. Vogliamo fare della nostra provincia un laboratorio nazionale di nuove pratiche di pianificazione».

Ha aperto i lavori Andrea De Simone, dirigente del settore Territorio e Urbanistica, che ha illustrato le linee guida del piano, sottolineando l’importanza della semplificazione amministrativa come chiave per un’azione efficace.

Tra i dati più rilevanti, emerge un indice di vecchiaia preoccupante: in media ci sono quattro anziani per ogni giovane, con punte critiche nei comuni di San Benedetto in Perillis, Campotosto e Villalago. Si segnala, inoltre, la presenza crescente di comunità straniere, in particolare a Trasacco e Pescina (fino al 9% di residenti africani) e nella zona dell’Aquila, dove i cittadini romeni rappresentano l’11% della popolazione.

L’economia post-sisma si è orientata soprattutto su edilizia (25%) e turismo (12%), mentre è in calo la manifattura. I principali poli occupazionali restano L’Aquila e Castel di Sangro, quest’ultima particolarmente dinamica sul fronte turistico.

Il turismo è in forte espansione, con un incremento del +24% degli arrivi dal 2014. Tra i comuni con le migliori performance: Castel di Sangro (+149% di pernottamenti), Santo Stefano di Sessanio (+118%) e Rivisondoli (+113%). In controtendenza, con numeri in calo, Scoppito, Montereale e Villalago.

Significativo anche l’aumento del turismo internazionale, in particolare da Stati Uniti, Canada ed Europa occidentale, alimentato dal fenomeno del “turismo delle radici”. Tuttavia, alcuni servizi fondamentali – come sanità e istruzione – registrano segnali di contrazione, mentre il welfare risulta stabile o in lieve miglioramento.

Sul fronte della capacità di attrazione dei fondi europei e del PNRR, si distinguono positivamente L’Aquila, Castel di Sangro, Rocca di Mezzo, Calascio e San Demetrio ne’ Vestini. In difficoltà, invece, Trasacco, Montereale, Scanno e Castelvecchio Subequo.

Al termine dell’evento, il presidente Caruso ha tracciato la rotta per il futuro: «L’obiettivo del Piano è quello di valorizzare le potenzialità finora inespresse dei nostri territori, restituendo una visione condivisa e orientata al futuro».