11 Giugno 2025 - 17:29:57
di Martina Colabianchi
«Siamo veramente stupiti della polemica alzata dal Rettore sull’Interrogazione firmata da cinque consiglieri comunali, avente ad oggetto la mancata ricostruzione dell’ex San Salvatore e più in generale la mancata sistemazione della maggior parte degli immobili Univaq. Come ribadito dalla nota di ieri del “Passo possibile”, l’interrogazione vuole soltanto chiarimenti sulla situazione ed è un invito al Sindaco ad occuparsi della questione, strategica per il futuro della Città».
Così, in una nota, i consiglieri comunali Gianni Padovani ed Enrico Verini. Il riferimento è alle parole del rettore uscente Edoardo Alesse, che ha parlato di un clima «inaspettatamente pesante» alla vigilia del voto.
In seguito alle critiche sollevate negli ultimi giorni da alcuni esponenti delle minoranze del Consiglio comunale aquilano in merito alla gestione della ricostruzione degli immobili di proprietà dell’Ateneo, tra cui proprio Verini e Padovani insieme ai consiglieri de Il Passo Possibile, proprio il rettore, insieme al direttore generale, Pietro Di Benedetto, e al professor Pierluigi De Berardinis, consigliere del rettore per l’edilizia, hanno ritenuto necessario fare dei chiarimenti pubblici.
Chiarimenti che, però, non hanno soddisfatto i due consiglieri firmatari della nota.
«Ricordiamo pure al Magnifico che i consiglieri eletti – proseguono Verini e Padovani – componenti della massima assise democratica della Città, hanno il diritto (ma soprattutto il dovere) costituzionalmente garantito di chiedere ogni informazione utile all’espletamento del proprio mandato che, per definizione, è libero di spaziare su ogni argomento che contempli un interesse generale. In democrazia funziona così e ci stupiamo sempre quando qualcuno contesta le libertà democratiche, soprattutto se appartenente a quella classe intellettuale che dovrebbe apprezzarne il senso più profondo».
«Francamente, e lo scriviamo con dispiacere, abbiamo trovato piuttosto mortificanti i toni utilizzati dal Rettore nel risponderci; mortificanti, però, non per noi, abituati alle asprezze della politica, ma semmai per l’istituzione che rappresenta…rimpiangiamo personalità come Schippa, Bignardi e altri, la loro autorevolezza e la loro classe; siamo certi che loro non avrebbero risposto in questa maniera».
«Soltanto dopo la nostra interrogazione, ne prendiamo atto, Univaq ha iniziato a rendere trasparenti i motivi dello “stop” del cantiere del San Salvatore, anche se ci sono sembrati francamente deboli dal punto di vista tecnico».
«Fatta questa precisazione andiamo al punto cruciale: dopo 16 anni dal terremoto l’Università ha mostrato una capacità di ricostruzione che è sotto gli occhi di tutti; sulla ricostruzione dell’ex San Salvatore siamo a zero, esattamente come il giorno dopo il sisma».
«Nella nostra interrogazione sottolineiamo, come ricordato dal “Passo possibile”, che il Comune sarebbe dovuto intervenire già da tempo a fronte delle difficoltà di Univaq nel ricostruire importanti immobili in pieno centro storico: zona San Salvatore, Via Verdi, Via Roma, Via Cascina dove tutto è ancora maceria».
«Alesse ha aspettato oggi per presentare i programmi di ricostruzione, il giorno prima della data di elezione del nuovo Rettore (ma noi che a differenza sua non siamo maliziosi, siamo comunque contenti che lo abbia fatto e non pensiamo che sia stata strumentale la scelta)».
«Ha annunciato di aver presentato al CIPESS una nuova programmazione per le annualità 2025/27, che aggiorna il precedente piano di finanziamento».
«A spanne, se tutto dovesse andare bene, diciamo che la ricostruzione terminerà tra 10 anni, quindi oltre un quarto di secolo dopo il sisma; nel frattempo, ragazzi nati all’Aquila dopo il terremoto, avranno tutta la possibilità di crescere e di laurearsi senza averlo potuto fare in strutture adeguate nella nostra città. Magari ne approfitteranno i loro figli».
«Abbiamo comunque oggi appreso che l’università non ha “rimandato i soldi indietro”; è vero, non li ha rimandati indietro, ma si è limitata a non “mandarli avanti”: dopo lo stanziamento di 4 milioni per progettare le opere di riqualificazione, infatti, l’università avrebbe dovuto chiedere al CIPESS gli stanziamenti necessari per le lavorazioni dei primi lotti previsti, avendo comunque a disposizione 120 milioni di euro già pronti. Lo ha fatto? O pensa che il denaro arrivi per iniziativa romana, senza alcun ruolo attivo del beneficiario?».
«A inizio anno, più precisamente il 25 gennaio, nel corso di un convegno in cui erano presenti anche l’università e il provveditorato alle opere pubbliche, si parlò anche dei lavori di riqualificazione dell’ex ospedale San Salvatore annunciando gli imminenti (all’epoca) bandi per iniziare i lavori; a nessuno venne in mente in quel momento che prima del bando andava richiesta la cifra necessaria (già disponibile dal 2017)? No? Incredibile…».
«La verità è che i ritardi nella ricostruzione universitaria sono oggettivamente inaccettabili, e con lo strumento legittimo dell’interrogazione, chiediamo al Comune di intervenire, con spirito costruttivo, perché la governance Univaq ha avuto molti problemi nel mettere a terra le opere e siccome la nostra università rappresenta un valore collettivo, vogliamo dare una mano».
«Ai consiglieri comunali ed agli aquilani importa che Univaq abbia sedi accoglienti e funzionali, perché l’Università è il cuore della Città. Importa questo come importa che alla ripresa delle lezioni autunnali, 800 ragazzi di economia, ed i loro docenti, saranno stipati come le sardine dentro uno spazio rimediato, a San Basilio, senza parcheggi, senza servizi (anche questo abbiamo scritto pochi mesi fa…su questo Alesse non ha inteso dire nulla però)».
«Infine è giusto precisare che non era nostra e non è assolutamente nostra intenzione entrare nelle dinamiche della politica universitaria».
«Per quanto ci riguarda auguriamo a tutti i candidati le migliori fortune, sperando veramente che il nuovo corso rappresenti una svolta nelle politiche per la ricostruzione urbana, perché nei sei anni appena trascorsi poco o nulla è cambiato. Non è polemica, ma purtroppo un dato di fatto».
«Speriamo vivamente che questa sia la prima priorità del Rettore entrante (chiunque esso sia), al quale formuliamo sin da ora i migliori auguri di buon lavoro e la massima disponibilità al dialogo utile perché le cose che vanno fatte, si facciano», concludono Verini e Padovani.