03 Luglio 2025 - 17:47:52

di Redazione

«Sulle aree interne servono strategie operative per evitare lo spopolamento e soprattutto per avviare un rilancio che funzioni, ma anche presidi che ne siano artefici insieme ai territori, come le Province. Per tale ragione chiedo all’esecutivo di perorare presso il Governo il pieno ripristino delle Province, in nome di un’emergenza territoriale che sta assumendo connotati sempre più preoccupanti anche in Abruzzo di fronte a cui non si può restare inerti».

Lo afferma il consigliere Antonio Di Marco che annuncia l’intento di lavorare a questa causa sia attraverso una apposita risoluzione che sarà presentata nei prossimi giorni, sia in tutte le altre sedi istituzionali, come vicepresidente della Commissione regionale Ambiente e territorio, nonché componente del Comitato legislativo del Consiglio regionale che si sta occupando proprio di questo.

«Le Province sono istituzioni essenziali per tutelare i territori, rivitalizzarli e garantire la presenza di presidi utili per non fare mancare azioni, iniziative e manutenzioni delle infrastrutture – continua Di Marco –. Il loro pieno ripristino permetterebbe di costruire opere e garantire il collegamento con le zone più servite della Regione. Peraltro la strategia da attuare, parte di cui va costruita con i sindaci e le forze vive dei nostri territori, rispecchia le intenzioni del Governo manifestate ieri dal Ministro Foti all’Aquila. La rete delle città medie a cui lui si riferisce come motore del rilancio invocato da Comuni e cittadini, purtroppo non è ancora del tutto operativa, però quella delle Province, pure depotenziata, è consolidata da una storia amministrativa importante, che come rappresentante istituzionale emerito posso definire sicuramente più efficace e con un potenziale più significativo per la prossimità alle realtà territoriali».

«Si deve passare dalle parole ai fatti, usare i buoni esempi e portare avanti le proposte realizzabili, uscendo da strumentalizzazioni e inerzia e facendosi portatori di un’azione capace di incidere positivamente sul fenomeno, frenandolo e valorizzando le aree interne della regione, mettendole al riparo dai tagli, soprattutto in materia di servizi sanitari, evidenziando storia e presenze culturali capaci di attrarre turismo non solo nazionale, considerando le forze vive con servizi, scuole, infrastrutture e tutto ciò che serve a famiglie e imprese per realizzare pienamente il concetto di restanza e di attrazione di flussi di ritorno», conclude.